Questo saggio consiste in una breve presentazione del collettivo fantascientifico italiano dei Connettivisti. Nato nei primi anni Duemila dall’incontro tra scrittori e artisti di interessi e background disparati, il gruppo dei Connettivisti rappresenta un’avanguardia internazionale. Al centro del pensiero connettivista si pone l’elaborazione artistica e speculativa intorno a una tematica articolata: scienza, tecnologia, futuro, finzione, filosofia, arte, politica sono esaminate secondo una prospettiva di comunanza, attraverso la riflessione e il riconoscimento di una rete di segnali e richiami tra realtà, percezione, produzione artistica e scientifica (e molto altro). Il senso di connessione di tutte le cose reali e irreali, immaginabili e inimmaginabili che domina la visione connettivista si rifà ad apporti creativi provenienti da una tradizione eterogenea, nonché a concezioni esoteriche del passato e del presente.
Così scrive Arielle Saiber su ItalianPopCulture, sintetizzando un saggio in lingua inglese che è possibile scaricare qui e che è frutto di una ricerca che dura da quasi un decennio. Arielle, infatti, forte della sua cattedra di Letteratura italiana a Yale, ci contattò in tempi non sospetti, quando il connettivismo era poco più che una curiosità nel mondo SF italiano. Parlò con noi, più e più volte, in molte occasioni comprese le convention fantascientifiche in cui ci trovava presenti nella quasi totalità.
Il lavoro è continuato anche negli ultimi mesi – e continua tuttora – con una fitta presenza in Rete, dove le sue domande hanno trovato una risposta corale e appassionata da tutti noi. Ed ecco quindi l’importanza della segnalazione, poiché all’interno del suo documento si trova il substrato culturale in cui il Movimento è prima cresciuto, poi espanso aumentando le sue capacità e conoscenze cognitive, artistiche, performative, ancora in divenire. Insomma, è l’autrice di un lavoro notevole di cui ci sentiamo protagonisti, e anche grati ad Arielle per la sua sensibilità e capacità di analisi, oltre che per la sua empatia.
Penso di ringraziarla anche a nome di tutto il collettivo, in attesa di rivederci presto live.
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