HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per novembre 5, 2020
I ricordi di te
Dovresti essere un po’ più accorto quando dimensioni il tuo disappunto, e la tua discordanza col sistema in atto; dovresti essere più accomodante quando regali le tue parole o concedi i sorrisi, perché ogni ricordo di te si baserà su quello.
SONIC LAB 2020 | DuplexRide
Sul blog del collettivo genovese dei DuplexRide un’altra dimostrazione delle loro visioni artistiche e sperimentali, multimediali. Vi lascio al video.
Percussione psichica
Preservi i segnali dal decadimento mostrando sempre una percussione psichica al tuo convincimento, che qualcuno potrebbe scambiare per testardaggine.
ROB ZOMBIE – The Triumph of King Freak (A Crypt of Preservation and Superstition)
Travolti da un’onda di metallo nero e acido.
Roma e Bisanzio: un confronto | Impero Romano d’Oriente 330-1453 la sua storia
Su ImperoBizantino un’interessante comparazione tra Roma e Bisanzio, sulle affinità più che divergenze tra la prima parte storica e la successiva, che hanno donato allo Stato romano un arco di tempo dominante di più di duemila anni, finito da appena cinque secoli. Un corposo estratto:
Roma e Bisanzio: due città, due realtà, due mondi ritenuti per troppo tempo dissimili, inconciliabili, quasi fossero alieni e non già nati e animati da un unico spirito, un’unica matrice, in altre parole l’idea di Impero, entità capace di raccogliere e riunire miriadi di genti diversissime tra loro per razza, cultura e religione.
Per secoli l’Impero Orientale è stato considerato con sufficienza, tanto da meritarsi l’epiteto “bizantino”, quasi con intento denigratorio, rispetto alla denominazione effettiva, ossia quella di Romano d’Oriente. I suoi abitanti, infatti, si chiamavano Romei, o Rhomaioi, e questo sta a testimoniare la continuità della tradizione, rispetto agli indegni epigoni franco-germanici. Cos’ha infatti l’impero di Carlo o di Ottone per dirsi “Romano”? Poco, per non dire nulla. E quello “Bizantino”? Molto, per non dire tutto.
Certo, differenze ve ne furono, ed alcune sostanziali, ma esse non giustificano minimamente il ghetto in cui la realtà bizantina è stata relegata in passato. Definita come una sorta di Gezabele corrotta e sanguinaria, colpevole di aver tradito gli antichi ideali del mondo greco-romano, essa rappresenta invece la rivalsa e la sopravvivenza di Roma nel mondo medievale.
È curioso osservare le affinità di ambedue le città sin dalla loro genesi: entrambe hanno un fondatore eponimo (Romolo e Byzas) dai connotati mitico- leggendari, entrambe sorgono su sette colli ed entrambe occupano una locazione strategica assai notevole. Roma, infatti, è punto d’incontro tra il mondo Etrusco a nord e quello Greco a sud, e si giova di un clima favorevolissimo; Bisanzio è sul Bosforo, chiave per i traffici nel Mar Nero sino alle steppe ucraine, vero granaio europeo. Non a caso sarà lungamente contesa dalle potenze via via egemoni nel corso delle guerre fratricide greche: si può ben dire allora che chi tiene il Bosforo domina l’Egeo, e chi tiene Bisanzio domina il Bosforo. Tali caratteristiche non devono essere considerate oziose o frivole, se si pensa che furono i motivi che animarono Costantino I nella scelta della nuova capitale, giunta alla luce il fatidico giorno del 11 maggio dell’anno 330. Egli agì spinto da presagi e superstizioni (uno su tutti: la costa orientale del Bosforo rammentava troppo il fato funesto di Ilio) ma anche da uno spirito ben più pragmatico : dalla Tracia infatti l’Imperatore riusciva a raggiungere agevolmente le frontiere sarmatiche e persiane, da troppo tempo fonte di gravosi problemi per l’Impero. Da allora in poi la storia futura di Bisanzio si muoverà sui solchi già tracciati da Roma, cercando di emularne la grandezza e la fama. Se i confini geografici di Bisanzio muteranno di volta in volta, quelli ideali saranno sempre rivendicati.