Su VanillaMagazine un bel post che indaga le consuetudine postribolari del mondo romano, in particolare si pone l’accento sulle prostitute che in un modo assai gothic, diremmo così oggi, consolavano i parenti dei defunti all’interno dei cimiteri. Un estratto:
Le bustuariae, chiamate anche nocticulae, esercitavano di notte all’interno dei cimiteri. Incarnavano il lato oscuro della prostituzione, esaltato anche da un certo aspetto fisico che oggi definiremmo dark: incarnato pallido e volto senza espressione, sguardo gelido quasi da defunta e movimenti del corpo lentissimi.
Solitamente il primo approccio con i clienti avveniva durante un funerale, visto che la maggioranza delle bustuariae di giorno lavorava come prefica e piangeva per morti sconosciuti. Secondo il poeta romano Marziale erano i vedovi recenti a essere attratti dalle bustuariae, per quel loro modo lugubre e lamentoso di gemere durante l’amplesso, disposte ad assecondare fantasie macabre, come fingere di essere un cadavere o consumare il rapporto sulla terra appena scavata di una tomba.
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