HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per novembre 23, 2020
Trascendere significa abdicare all’intrinseca comprensione tecnica
Un sogno lungo quanto un’estensione di parole e idiomi gutturali, milioni di entropie sommate su se stesse fino a tracimare la comprensione, fino alla mistica della trascendenza.
Lili Refrain – Nature boy
Le parole che divengono musica e sinestesia, in litanie sciamaniche liquide…
Evanescenze
Soppresso il suono, soppressa la luce, annullata la consapevolezza delle parole e tra poco anche la complessità del tuo essere: evanescenze in atto…
Strani giorni: Presentazione di “Canti d’Amnios”
Sul blog di Ettore Fobo la segnalazione di una sua nuova pubblicazione poetica: Canti d’Amnios. Incollo una breve ma esaustiva presentazione dell’opera, acquistabile su Ibs, Feltrinelli e sul sito dell’editore Montedit; su Bibbia d’Asfalto è invece possibile leggere una poesia:
È sempre difficile parlare della propria poesia o di se stessi. C’è da chiedersi perché. Io penso fondamentalmente che nessuno possa conoscere se stesso da solo, che non siamo delle monadi separate ed autoriferite, penso che siamo delle connessioni, delle relazioni, delle risonanze. Penso che quello che chiamo me stesso sia una relazione con gli altri.
È di Nietzsche la lezione antropologica: solo un altro può interpretare noi stessi. Noi siamo, dentro lo sguardo dell’altro, ciò che anela a un riconoscimento: tu esisti, tu sei questo, tu sei reale. Questa relazione piena di senso è ciò a cui noi aneliamo e che chiamiamo amore.La poesia non è letta, non è conosciuta, non è amata, la poesia è difficile, la poesia disorienta. Per carità, tutto vero, chi sono io: un poeta? Mi risuonano le parole di due artisti della parola, due poeti. Uno è un classico della poesia italiana, Guido Gozzano: “Io mi vergogno sì mi vergogno di essere un poeta”. La vergogna di essere poeta dunque, perché il poeta è spudorato, il poeta si mette a nudo sempre, rivela l’essenza della cose spesso a chi dell’essenza o ha fatto un feticcio e in quanto feticcio ne ha fatto qualcosa di oscuro, o ha semplicemente dimenticato l’essenza, preferendo ad essa cosa? La sua nemesi: l’apparenza, per semplificare un discorso altrimenti troppo complesso e labirintico. Una altro poeta è un classico di fama mondiale, un classico del modernismo: Ezra Pound.
Egli ci ha detto e per quanto mi riguarda continua a dire: “L’idea italiana della poesia: qualcosa di opprimente e da riverire”. Qui la scuola con la sua metodologia di insegnamento ha enormi responsabilità.