HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per gennaio 11, 2021
Lo scoccare preciso
Nel rapporto di percezione tra te e l’intero universo tridimensionale c’è un istante, un momento solo, in cui capisci di essere un infimo incarnato: quando scocca l’eterno presente.
PINK FLOYD: LIVE @ RIVERFRONT COLISEUM, IN THE FLESH TOUR 1977 – ESTRATTO VIDEO
Questo è lo spezzone rielaborato – restaurato, mi verrebbe da dire – di un concerto che i Floyd fecero nel ’77 negli USA per il tour di Animals. Non c’è molto altro da dire, se non ascoltare, e guardare, e rabbrividire per la complessità multimediale raggiunta già allora dalla band. Su PinkFloydItalia.
Il 23 Giugno 1977, i Pink Floyd si esibirono in uno spettacolo al Riverfront Coliseum, a Cincinnati, Ohio, durante la seconda parte del tour “In The Flesh” in Nord America. Questo filmato è stato scoperto durante la primavera del 2020, ma il trasferimento digitale era stato molto scarso e abbastanza inguardabile. Ora il nuovo trasferimento è stato completato e include una sincronizzazione audio
Una Tomba per gli alieni – Uduvicio Atanagi
Due post per Uduvicio Atanagi, che ci stringe nel suo weird più sconcertante per raccontarci cos’è l’interconnessione tra cose energia, sistemi e consapevolezze. Li riporto qui sotto; immergetevi pure…
Nel piazzale dell’ospedale, l’uomo catalogò uno ad uno i suoi talismani. Studiò con nostalgia i più antichi e preziosi, in particolare la lettera dell’assistente sociale. Pensò di potere ancora andare, ammantato di buio, scomparire dopo aver stretto il patto, lasciare le ragazzine, Sepolta, dimenticare ogni cosa. Lo pensò più che altro per far finta di decidere lui, per trovare la forza di muovere un altro passo.
L’ospedale incombeva sopra di lui e guardandolo, la sua forma gli fece venire in mente un enorme chiodo, sovrappensiero cercò un gigantesco martello che ne colpisse la cima, con l’amigdala trovò invece la mano, al centro del quale si conficcava.
Entrò dentro, salutando con un cenno l’infermiera del turno di notte. La donna lo guardò come capisse ogni sua emozione e per un attimo lo zio provò il desiderio di fermarsi, di dirle tutto, mettersi a piangere, lasciarsi stringere e piangere ancora.
Si infilò dentro a un corridoio, trovandosi a camminare tra le file di moribondi, dita grinzose che lo toccavano, unghie dei piedi che lo artigliavano, come avanzasse nella terra dei morti, come lo accogliessero, lo conducessero dentro alla malattia. Sentì la febbre salirgli, la fronte scottare, pesargli sugli occhi. Continuò a camminare per corridoi interminabili, respirando l’odore di chiuso e di marcio, scoprendo per la prima volta la reale estensione dell’ospedale.
Bianchissima raggiunse il letto come un fantasma, ci si rannicchiò dentro senza levarsi le bende. Lo zio rimase sul divano ad osservare la terra senza confini, una distesa disabitata, animata solo da forme primordiali, il loro pensiero in una lingua insettoide e animale, un suono gutturale che conteneva in potenza ogni cosa, vide le cinque estinzioni, sfiorando con le dita il portafoglio vuoto, lo zigomo tumefatto, la crosticina tra la guancia e la palpebra.
Quella notte sognò di essere un trilobite anche lui, nuotava dentro a un mare nero, privo di qualsiasi forma di vita, la prima forma oceanica, la prima massa di acqua popolata soltanto da putrescenza, alghe che si tendevano come dita mangiate dai pesci. La sua mente era fredda, il suo corpo durissimo, aveva delle bolle dolorose sotto le croste del guscio e le zampette tutte storte che gli impedivano di nuotare come voleva. Forse era un vicolo cieco, uno di quegli esseri sbagliati che nascono unici, eppure nuotava in quella solitudine immensa, cercando un rifugio, una qualche forma di amore, qualcosa di simile a lui.
Where is my mind? Orrore sovrannaturale a Rai4 | PostHuman
Su PostHuman una gustosa segnalazione che andrà in onda, per sette settimane, sul canale Rai4. Una rassegna dedicata al cinema horror, ma quello nuovo, cose che in questo momento non è possibile vedere al cinema per motivi pandemici.
L’hanno chiamato Supernatural Thriller (QUI il trailer della rassegna), perché a quanto pare l’una definizione è più “accettabile” per il pubblico dell’altra, ma il ciclo cinematografico in partenza dall’11 gennaio su Rai4 offre una promettente raffica di autentici horror, giacché è proprio l’elemento sovrannaturale che distingue l’horror dal thriller: per circa un mese e mezzo, ogni lunedì la prima serata di Rai4 ci farà varcare lo Stige di 7 succulente prime visioni di recente produzione – e di varia provenienza internazionale (cioè non solo americana) e finalmente anche nazionale! – che esplorano gli oscuri meandri della mente umana, le paure, le ossessioni e i demoni dell’inconscio. A smentire il nostro pregiudizio che la Rai avesse chiuso i battenti ai generi cosiddetti “B”, nonostante che la scelta del titolo dimostri che evidentemente ancora nel 2020 l’horror sta appena un gradino sopra al porno come considerazione culturale media (lo testimonia l’esperienza di Roberta G che è quasi stata bannata da Instagram per aver taggato #horror un’immagine di sua creazione).
Si parte con The Midnight Man (2017) di Travis Zariwny: adattamento in chiave teen-slasher del noto racconto creepypasta Il gioco di mezzanotte. Variante 2.0 delle leggende metropolitane, le creepypasta sono storie macabre diffuse sul web in maniera virale come fantomatiche “storie vere” e Il gioco di mezzanotte è tra le più note, spaventosa diceria incentrata su un gioco di ruolo mirato ad evocare l’Uomo di Mezzanotte, malvagio essere spettrale capace di trasformare in realtà i peggiori incubi di chi lo evocherà. Nel film, che si avvale della partecipazione di autentiche leggende del cinema horror come Robert Englund (Freddy Krueger della saga Nightmare) e Lin Shaye (dalla saga di Insidious), si racconta la storia di Alex e dei suoi amici che, in un’antica scatola in soffitta nella casa della nonna, trovano le istruzioni per evocare l’Uomo di Mezzanotte. Ovviamente, per i ragazzi si metterà molto male.
Altre sei pellicole in arrivo le prossime settimane, scoprite sul post di Mario Gazzola quali sono.
Delos Digital presenta “Il casolare senza nome” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Il casolare senza nome, racconto di Massimiliano Prandini uscito per la collana weird InnsMouth, edita da Delos. La quarta:
Anno 1915, sull’Italia spirano i venti della Grande Guerra. Alfredo, fresco di laurea, accetta un incarico per effettuare rilievi geologici nelle valli dei torrenti Dolo e Dragone, nell’Appennino modenese, per apire la strada alla costruzione di una diga. Sorpreso da un temporale e disarcionato da cavallo viene soccorso da una misteriosa ragazza chiamata Fea che lo conduce alla sua fattoria. Lì Alfredo farà la conoscenza della sua famiglia che vive isolata nei boschi, nascosta agli occhi del mondo. Una comunità di individui dalla forza eccezionale, governata dal volere di una misteriosa entità…