HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per gennaio 16, 2021
Le angolazioni
Aspetti incrementali delle percezioni extrasensoriali, riprendi la distanza da un’angolazione che sa di olografia, e perfezione inumana.
Lankenauta Rock Lit | Lankenauta
Su Lankenauta la segnalazione di Rock Lit, sorta di saggio di Liborio Conca che indaga le commistioni tra Letteratura e Rock. Interessante, in qualche modo similare a quello Rock e SF, Fantarock, che qualche tempo fa ha curato Mario Gazzola. Un estratto:
Bando alle etichette, sempre stucchevoli e parziali, infatti Conca nel volume ne fa un uso parsimonioso (per non dire inesistente), il percorso tracciato dal saggio inizia da un party svoltosi a metà degli anni Ottanta al Limelight di New York, una chiesa sconsacrata, festa alla quale prenderanno parte tra gli altri William Burroughs, David Bowie, Sting. Già il trovarsi vicini il “Padrino” della beat generation e alcuni fra i maggiori interpreti del panorama “rock” degli anni successivi (fra i quali al Limelight anche Lou Reed e Patti Smith) è sintomo di una possibile contaminazione fra musica e letteratura. Nello specifico burroughsiano (aggettivazione che è anche il titolo del primo capitolo del volume), analizzando le influenze sulla musica di alcuni grandi firme del panorama a musicale di quelli e degli anni successivi, una particolare attenzione è posta ai R.E.M., il gruppo di Athens – Georgia, che da metà degli anni Ottanta del secolo scorso al 2011 (anno del loro scioglimento) ha calcato i palcoscenici mondiali, focalizzando l’autore l’attenzione proprio sull’influenza della poetica dell’autore de Il pasto nudo sui testi delle canzoni scritte da Micheal Stipe, il quale infatti dirà “le parole devono volare”, un chiaro prestito dal cut-up di William Burroughs. Sempre su prestiti, derivazioni e influenze significativo è quanto detto dallo stesso leader dei R.E.M.: “Ho letto tutto Rimbaud a causa di Patti Smith”, una frase che racchiude uno dei nuclei di tutto il libro, ammette Conca.
Nella scia “burroughsiana” si inserisce anche la parabola di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida nell’aprile del 1994, anche lui “contaminato” dal “Padrino” della beat generation con il quale ha anche collaborato. Il valore aggiunto di Rock Lit è anche e soprattutto la ricchissima aneddotica frutto certamente di una certosina documentazione dell’autore, la quale ha un effetto straniante e avvolgente al tempo stesso, lasciando in un certo modo in sospeso il giudizio del lettore sul confine fra la realtà (evidentemente documentata) di quanto narrato e la possibile invenzione di tanti piccoli grandi eventi musical-letterari che escono fuori dal volume come tante perle scintillanti, e questo è un piccolo miracolo del libro, che poi questa fra invenzione e realtà è da sempre la stessa dicotomia che affascina gli amanti della letteratura. Il ricorso alle note a piè di pagina (mai didascalico) ricorda David Foster Wallace e dà il giusto tocco “postmoderno” per quanto questo possa significare a un volume che già per la sua stessa essenza lo è.
“ANIMALS – IL LATO OSCURO DEI PINK FLOYD” – IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI ROSSI | PINK FLOYD ITALIA
Su PinkFloydItalia la segnalazione di Animals – Il Lato Oscuro dei Pink Floyd, libro di Giovanni Rossi che descrive l’universo raccontato dall’album omonimo dei Floyd. Alcuni estratti:
Il libro rappresenta un viaggio unico in un momento cruciale della storia della band, grazie a una narrazione avvincente, a tratti romanzata, ma sempre legata a una ricostruzione dei fatti minuziosa e documentata. Il passaggio da formazione corale all’egemonia di Roger Waters, la perdita di ogni afflato cosmico per il tuffo nel rock, l’ingresso delle tematiche politico–sociali: Animals – Il Lato Oscuro dei Pink Floyd è la cronaca del punto di non ritorno, la perdita dell’innocenza, il crepuscolo di fine estate del leggendario gruppo inglese.
Giovanni Rossi: “Animals è stato fin dal principio il mio album preferito dei Pink Floyd. Ha sempre esercitato un fascino particolare su di me, per le sue atmosfere, per i suoni, per quel concept duro, per essere così poco conciliante e sognante. L’ho ascoltato più di quanto abbia mai ascoltato qualsiasi altro album in vita mia, immaginando quei giorni dentro lo studio con Roger, David e tutti gli altri, rivivendo quel periodo storico e musicale“.