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NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo, 2021
Muco di fata | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione della nuova uscita per la collana weird di DelosDigital, InnsMouth diretta da Luigi Pachì: Muco di fata, di Tamara Deroma. La quarta:
Roberto vive in un condominio alla periferia di Milano. È un tipo tranquillo, sfuggente. Si accontenta di vivere le vite altrui in maniera indiretta, come se leggesse un libro. Una sostanza sconosciuta permette a Roberto di penetrare nei muri del suo condominio, gli permette di estendere la sua volontà all’intera struttura in cui vive. Attraverso muri e tubature, Roberto ascolta i discorsi degli altri condòmini. Conosce ogni segreto; è un osservatore silenzioso, discreto. Poi entra in scena Salvo, il cafone della porta accanto.
Fuori ora! «Zothique n.6: speciale Gustav Meyrink» | AxisMundi
Segnalazione su AxisMundi per il nuovo numero di Zothique, la rivista di cultura e narrativa fantastico di Dagon Press dedicata, in questo numero, all’opera di Gustav Meyrink. Un estratto (in basso c’è il sommario, giusto per ingolosirvi un po’):
In questo speciale viene analizzata in dettaglio tutta la sua produzione, sia narrativa che saggistica. Si parte con un esauriente oltre che autorevole pezzo introduttivo di Gianfranco de Turris, forse il massimo esperto italiano delle opere di Meyrink, che in “La fantasia esoterica di Gustav Meyrink” ci parla del forte legame che c’è tra la vita e l’opera dello scrittore; gli scritti di Meyrink sono infatti pervasi da vere conoscenze arcane che lo scrittore realmente acquisì attraverso le sue ricerche e i suoi studi personali o frequentando i numerosi circoli esoterici del suo tempo. A seguire, Matteo Mancini getta un lungo e particolareggiato sguardo sulla narrativa breve di Meyrink, analizzando in dettaglio tutti i suoi racconti tradotti e pubblicati in Italia. Mentre Cesare Buttaboni si sofferma sulla produzione più lunga dello scrittore, partendo da “Il Golem”, il romanzo più famoso, fino alla novella lasciata incompiuta “La Casa dell’Alchinista”.
Uno sguardo quindi a 360° sugli scritti di Meyrink, che viene completato da Marco Maculotti che ci parla con competenza della dottrina del “Risveglio Mistico” che è alla base della saggistica di Meyrink, produzione non meno importante di quella narrativa. Segue un classico tradotto per la prima volta in Italia di Angelo S. Rappoport (1871-1950), studioso che ha analizzato a fondo le leggende ebraiche e che ci illustra sulla nascita e l’origine del Golem, il mostro d’argilla che stregò l’immaginazione di Meyrink.
Quindi arriviamo al pezzo forte di questo speciale: ben tre racconti dello scrittore austriaco da noi ancora inediti! Ma non è finita qui: il pezzo finale di uno dei biografi dello scrittore ci fa conoscere le circostanze della strana morte di Gustav Meyrink, che fu un evento fantastico quasi quanto i suoi racconti! Lo scrittore andò infatti incontro alla signora con la falce in modo assai singolare… Tutto questo e altro potete leggere sulle pagine di “Zothique”.
Atti di realtà
Attraverso le parole dette in poche istanze del reale mi ritrovi nel sottoscala, a rendere veri gli oggetti vivi.
Fascisti da Yuggot! Antologia di racconti ucronici: Resistenza vs Orrore Cosmico | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine un’antologia ucronica che tratteggia un ipotetico contatto tra gli dèi del pantheon lovecraftiano e i fascisti del Ventennio italiano. Da Acheron Books, Fascisti da Yuggoth:
Un’antologia di racconti, che spaziano in una storia alternativa degli anni ’39-’45: in seguito alla caduta in quel di Varese di un oggetto volante non identificato, il Regime è venuto in contatto con la razza aliena dei Mi-Go; sfruttandone la tecnologia extraterrestre, l’Impero Italico si è ritagliato un ruolo di primo piano e neutralità nello scacchiere internazionale. Dove questa distopia lovecraftiana porti è quanto mai occulto: il vate Primus Nebula vorrebbe guidare una “rivoluzione romana e cosmica che unisca Roma e R’Lyeth”, e sotto al grido “Eya, eya, Cthulhu F’thagn!” echeggiano i combattimenti tra camice nere e resistenza.
Il libro, senz’altro basato su un’idea originale e divertente, ci è parso anche graficamente accattivante. La copertina in stile “ventennio” e il fascio littorio tentacolato strapperebbero una risata a chiunque. I racconti sono inoltre arricchiti da pagine interne di dossier segreti e altre curiosità, che rendono piacevole lo sfoglio delle pagine.
Piccola nota personale: è inquietante notare come, nei modi più subdoli, il fascismo e anche il nazismo tornino a popolare – alcune volte in modo originale, altre no – il panorama del Fantastico italiano. Occhi ben aperti…
The Night House: è online il trailer dell’horror diretto da David Bruckner
Su HorrorMagazine la segnalazione di un film fruibile prossimamente – si spera – nella sale USA: The Night House, di David Bruckner. Tralascio la quarta e vi invito a vedere il trailer qui sotto.
Nino Sable – Allordieside
Attraverso la memoria i brandelli del dolore salgono a tratti, brevi informazioni, estensioni di una storia che ha tagliato le anime in te.
Cose permanenti
Fosti appeso a sostanze psicotrope per tutta la durata del tempo soggettivo e non avesti altre modalità che la consapevolezza differente, la contemplazione parziale e il distacco dal tuo sensorio – quello sì – totale.
Presenze sceniche – pathos
La presenza scenica svolge un pathos epico di fronte ai tuoi occhi e tu sei sempre di più un oggetto nelle mani della trascendenza che ti sfibra, disgrega, disincarna.
Le donne romane e la religione – TRIBUNUS
Su Tribunus un lungo articolo che lega le donne dell’antica Roma alla religione e ai culti del mondo antico. Un estratto:
Nella Roma antica, erano solitamente gli uomini appartenenti ai collegi sacerdotali e i magistrati a detenere la conoscenza della corretta procedura dei riti religiosi.
Erano gli unici a saper interpretare correttamente la volontà degli dei, soprattutto in caso di una rottura degli equilibri fra uomini e divinità (la cosiddetta pax deorum).
Perfino il sacrificio era officiato da soli uomini, poiché si riteneva che una donna non fosse in grado di praticare una macellazione rituale. Ciò relegava la donna a una posizione subordinata anche in campo religioso.
Alle donne si riconosceva un ruolo attivo nelle suppliche, ovvero pubbliche preghiere di ringraziamento o richiesta di intervento divino, con relative offerte, aventi solitamente per oggetto la salvaguardia dello Stato.
A Roma esistevano tuttavia alcuni culti e divinità esclusivamente legati al mondo femminile.I culti femminili erano articolati in base alla condizione delle donne che potevano prendervi parte.
La prima distinzione era quella tra le fanciulle e le donne sposate, ossia le matrone. Le prime erano devote alla Fortuna Virginalis (alla quale le ragazze prima del matrimonio offrivano in dono la stola), le seconde alla Fortuna Primigenia.
Alla seconda categoria appartenevano le donne univirae, ossia le donne che avevano avuto un solo uomo.
A queste erano riservati dei particolari culti, come quelli di Fortuna Muliebris, di Pudicitia (riservato alle patrizie) e quello di Bona Dea. Quest’ultimo si celebrava ogni anno presso la moglie del console in carica, il quale per l’occasione era tenuto ad allontanarsi dalla casa.
Oltre alla suddivisione tra donne nubili e sposate, vi erano anche altre classificazioni a seconda del ceto o condizione sociale: libere o schiave, plebee o patrizie, ma anche tra donne oneste e coloro che esercitavano il mestiere della prostituzione.Per esempio, le schiave celebravano le Nonae Caprotinae, note anche come Feriae Ancillarum, che sembrano essere una sorta di caricatura di quelle riservate alle matrone, ma che originariamente non dovevano avere questa connotazione. Le plebee celebravano la Pudicitia plebea, analoga a quella delle matrone, istituita attorno al 256 a.C. Le prostitute invece partecipavano al culto della Fortuna Virilis, che aveva luogo nei bagni maschili.
La separazione dei culti segnava tutta una serie di distinzioni fondamentali, destinate da una parte alla riproduzione dell’ordine sociale, dall’altra atte alla codificazione di un modello di vita caratterizzato dall’individuazione del matrimonio come momento centrale della vita femminile, e quindi dell’indicazione di un codice di comportamento.
L’articolazione dei culti corrispondeva quindi a una classificazione sociale del ruolo della donna e del comportamento che da questa ci si aspettava. La simmetria e la corrispondenza dei riti patrizi e plebei rivela che l’ideologia delle classi sociali non era diversa. Al di là del censo, la morale era comunque la stessa. Anche nel culto la condizione femminile doveva esser ribadita e controllata: il modello ideale rimaneva sempre la matrona romana univira con prole. La liturgia matronale era deputata principalmente al rinnovamento della fecondità femminile e del ciclo della natura.