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NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile 21, 2021
Incubi grotteschi di esiliati sognatori di Antonio Pilato – Club GHoST
Sul Club GHoST una recensione di Cesare Buttaboni a Incubi grotteschi di esiliati sognatori, volume di racconti weird di Antonio Pilato.
La letteratura horror e weird italiana ultimamente sta dimostrando di essere viva e vitale. Ora è la volta di un libro di racconti di Antonio Pilato, un altro esordiente (ha trent’anni ed è di Ravenna) che, tuttavia, dimostra di avere qualcosa da dire. Come molti si è appassionato molto presto alla narrativa dell’orrore divorando Stephen King, Poe, Lovecraft, Clark Ashton Smith e Chambers. Ma, di recente, è stato anche molto influenzato dalla prosa barocca di Thomas Ligotti. Influenza che traspare fin dal titolo del suo libro di esordio ovvero Incubi grotteschi di esiliati sognatori. Siamo di fronte ad un volume di racconti (talvolta brevissimi) che sembrano degli incubi scritti di getto. D’altra parte anche il grande Lovecraft usava i sogni come materia prima dei propri racconti come nel celebre Nyarlathotep, scritto in stato di semiveglia. Pilato è uno psicologo e di sicuro conosce bene i meccanismi che portano alla scoperta dei fantasmi sepolti nel nostro inconscio.
Il libro è strutturato in tre parti (Le confusioni innate, Le circostanza curiose e Le razionalità colorate) contenenti ciascuna quattro racconti. Questa suddivisione non è certo casuale ma dimostra che c’è del metodo nella follia di Pilato. Già dal primo racconto Cacofonie da appartamento veniamo immersi in un universo dai contorni cangianti in cui non è facile capire cosa è vero o falso. Il protagonista sperimenta una percezione “altra” della realtà in cui ascolta delle bizzarre cacofonie. Il finale sarà sorprendente e farà venire il dubbio che i suoi siano solo i deliri di uno psicotico. L’appartamento in cui vive si rivela infatti come un reparto psichiatrico per il trattamento della psicosi.
Si sciolgono i riferimenti
Quando ogni cosa suona distorta dentro, logora e decadente e tu sei sopraffatto dallo spleen che chiude i tuoi occhi, in uno sciogliersi di rimpianti.
Domeniche balcaniche | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine è possibile leggere un breve racconto di Alessandro Forlani; questo è l’incipit, col tipico intercalare dell’autore:
Domeniche balcaniche, Ilaria le chiamava: chissà se poi balcaniche; e però suonava bene.
La musica fluttuava sull’altra sponda del fiume. Violini, fisarmoniche, una voce femminile; gli ottoni, i tamburelli, una base registrata. Gli stereo crepitavano sui teli e le tovaglie, lucevano metallici tra i fili di erba alta. I rom erano curvi sui tronchi e gli sgabelli, gettavano le lenze in quell’acqua verde fango. Ronzii di mulinelli, i ragazzi parlottavano, flettevano le canne, lanciavano: di nuovo. Gli adulti erano scalzi seduti sotto gli alberi, le frasche di sambuco ondeggiavano nel vento. Graticole, bottiglie, la carbonella che scoppiettava; il grasso odore delle salsicce e il pane fresco tagliato a fette. Gli schiocchi di turaccioli, i gloglotti di lattine, gli scintillii di coltelli al sole e medagliette e collane d’oro. Tutti gli uomini con il cappello, le gonne lacere delle donne. Quei maglioni striminziti con i gomiti bucati. I loro sandali sui sassi piatti nell’argilla e il limo freddo. Si raccoglievano a quella riva, che è la meno frequentata, al lato opposto di una ciclabile di passeggini, famiglie e pattini.
Ogni domenica, se c’era il sole.
Per pescare, cucinare; ma anche farsi i cazzi loro. Non danno noie. Non ho problemi. Le lamentele della città. Tanti mugugni ché sono zingari ma mai fastidi a nessuno mai. Vivono chiusi in un loro mondo. La gente è stronza però, è razzista.
Ilaria accelerò la passeggiata sulla pista, che in quel tratto si abbassava a uno scavalco di ferrovia che spezzava il fiume verde in una breve e schiumosa rapida. I piloni erano accessi di graffiti rossi e rosa, verde acido e arancione su un uniforme fondale nero. Il tarassaco infestava gli interstizi tra i mattoni, si arrampicava alle gabbie scure e i binari e traversine.
2774 volte auguri, Roma
Compleanno di Roma. È il 2.774° anniversario, e ciò che vedo è un luogo che si ammanta di mistico fascino e splendore, ogni anno di più, nutrendosi del suo stesso passato ancora vivo – un immenso genius loci.
Energie affastellate su se stesse, incipienti, fino a quella che sarà la completa trascendenza.
È tornato il Circolo dell’Arca | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di Circolo dell’Arca, di Roberto Guarnieri, romanzo steampunk e gotico che racconta nuovi strani avvenimenti nella Londra vittoriana, con un ospite d’eccezione. La quarta:
Le notizie che il colonnello Acherson riferisce a John Fox sono agghiaccianti. Il cadavere di un uomo è stato ritrovato vicino a White Chapel. Fin qui nulla di inusuale: la cosa strana era che il cadavere presentava una totale anemia, mancanza totale di sangue. E le cose sono definitivamente precipitate più tardi, quando, all’obitorio, il cadavere si è alzato e ha cercato di andarsene.
Per Fox e i suoi soci del Circolo dell’Arca si riapre una vecchia ferita. Per affrontare questa nuova missione avranno bisogno dell’aiuto di un vecchio amico di Fox, l’unico uomo morso da un vampiro e sopravvissuto per raccontarlo: Bram Stoker.