HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile 23, 2021
Improbabile ma non impossibile
Soliloqui inferti alla distanza della luce, gap tra me e un ipotetico flusso del reale che dipinge trascendenze mancate, ingoi di abissi mai immaginati prima, flussi di eventi caotici usciti da una nebbia di probabilità improbabili, ma non impossibili.
Diversi contorni
Soffice in un contesto di nomi, di richiami affinché l’evento diventi vivo – affinché l’evento non diventi vivo – ti adagi e lasci passare le ore e i giorni sperando, in un lumicino nascosto nel tuo angolo più remoto, che il flusso del reale assuma contorni diversi.
All’interno un normale caos
Solo una costante e risvolti inaspettati di un evento che si conclude con una complessità inaspettata, inarrivabile, eppure quieta e diffusa.
Il signore delle furie danzanti di Luigi De Pascalis – Club GHoST
Sul Club G.Ho.S.T. la mia recensione a Il signore delle furie danzanti, di Luigi De Pascalis. Eccola qui:
Come si viveva a Roma verso la fine del IV secolo d.C., nel caos sociale e politico determinato dalla decadenza dell’Impero Romano e dall’affermazione del Cristianesimo, quando gli antichi dèi perdevano rapidamente importanza e gli imperatori, sempre più deboli e ininfluenti, finivano spesso per morte violenta? Il degrado sociale colpiva soprattutto le fasce basse della popolazione, che vivevano in un contesto di miseria incipiente e violenza sempre più accentuate, ed è proprio in questo scenario che Luigi De Pascalis colloca il romanzo Il signore delle furie danzanti, edito nuovamente da La Lepre Edizioni e che prelude a una trilogia dove la figura dell’investigatore, cardine di molte pubblicazioni del Fantastico – penso banalmente a Sherlock Holmes, ma anche Carnacki, dr. Silence, senza contare tutti gli inquirenti che hanno attraversato la storia del Giallo – viene incarnata da Caio Celso e dal suo braccio destro Alipio i quali, proprio attraverso una trama Gialla che assume le tinte esoteriche della declinante religione pagana, si misurano con una figura sovrannaturale che risponde al nome del dio Dioniso.
Non è facile muoversi tra le case romane di quell’epoca, e non nascondo che una grande fascinazione di tutto il romanzo passa proprio per la stratificazione della Roma di allora con quella dei secoli a noi più vicini, fino a tratteggiare strade e ciottoli che usualmente calpestiamo in questi anni 2000; nel romanzo, però, tutto è appunto una detective story quasi noir, e questa considerazione certo non svilisce una storia scritta molto, molto bene e che a volte sfocia nel sovrannaturale e che, in fondo, rende tutta la nostra esistenza come un immenso sensorio weird.
De Pascalis rende vivido un mondo che non c’è più dicendoci però, con un sussurro, che alla fine non è che adesso ci siano molte differenze rispetto a 1.500 anni fa; che le trame per prendere il potere discendono dalla Filosofia, che viene presto dimenticata per la sete di comando che è crudele, che non ringrazia ma fagocita l’ego con un senso del religioso che invece dovrebbe essere elevazione, comunanza, amore.Ricordatevi di queste verità quando qualcuno, in nome di un dio o di una supposta ragione qualsiasi, vi chiederà di distruggere un amico, un congiunto o qualsiasi altra persona che voi avete avuto a cuore: tutto quel male vi tornerà indietro e vi polverizzerà, e chi ne gioverà sarà soltanto un sistema inumano di potere. Questo è il messaggio insito nel Signore delle furie danzanti e a noi resta il compito di farne tesoro, nei secoli dei secoli.