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NeXT Hyper ObscureArchivio per agosto 1, 2021
Intorno insensato
Ho lasciato attive le parole, ma sono vuote, scarnificate, impalcature che non hanno un vero senso abissale. Le ho lasciate visibili come una vuota opera d’arte, e il chiacchiericcio che si ode intorno è anch’esso insensato.
Suburbi psichici
Il suburbio dei tuoi pensieri è un luogo disincarnato dove la perfezione ha lasciato il posto al caos, e al desiderio.
Il regno folle
Sei insensato quando ricordi i momenti estatici e i dolori, troppo coinvolto dal tuo carapace antropico: lascia andare l’energia che è in te, o la tua esistenza sarà il regno delle follie.
L’alimentazione del soldato romano tardo antico (IV-VII sec.) – TRIBUNUS
Su Tribunus un articolo che descrive l’alimentazione del soldato romano dell’epoca tardo-antica, un menu un po’ diverso da quello dell’epoca repubblicana e alto-imperiale. Un estratto della disquisizione:
L’alimentazione del miles romano tardo antico era costituita solitamente da pane, vino, olio e carne (castrato o maiale salato). Al 560 d.C. risale un papiro egiziano che illustra come le truppe dovessero ricevere ogni giorno quattro libbre di pane (ca. 1,3 kg), una di carne, circa un litro di vino e dell’olio.
Il quantitativo di pane descritto dal papiro corrisponde al choenix di pane menzionato da Procopio di Cesarea nelle sue Guerre, e in genere tutti gli alimenti descritti nel papiro sono in linea con disposizioni dei due secoli precedenti in materia.
Il codice teodosiano, emanato dall’imperatore Teodosio II nel 438, riporta che:”buccellatum ac panem, vinum quoque atque acetum, sed et laridum, carnem verbecinam“, ossia che ogni soldato avrebbe dovuto ricevere “il bucellatum e il pane, vino ed aceto, ma anche lardo e carne di castrato”.
Questa disposizione inserita nel codice teodosiano del resto era una legge già emanata nel 360 da Costanzo II, facendo dunque intuire la stabilità e la longevità di questo sistema.La stessa disposizione prevedeva con precisione anche in che giorni e con che cicli i soldati avrebbero dovuto mangiare determinati alimenti, particolarmente quando impegnati in una campagna militare: due giorni di bucellatum e uno di pane, il vino a giorni alterni con l’acetum, due giorni di carne di castrato seguito da un giorno di lardo. Quando l’esercito si trovava in guerra il pane era generalmente alternato al buccellatum, una galletta militare composta da acqua, farina, olio, e sale. Questa doveva risultare alquanto dura e veniva cotta due volte a basse temperature per molto tempo.
Il bucellatum poteva esser mangiato secco o inzuppato nella posca, una bevanda molto dissetante. Quest’ultima si otteneva mescolando acqua e aceto di vino, ai quali a volte potevano essere aggiunti miele o spezie per migliorarne il sapore. L’acido acetico eliminava gran parte dei microorganismi responsabili dei disturbi gastrici, riducendo così il rischio di dissenteria.
Quanto al vino, una disposizione del 398 che si ritrova già nel codice teodosiano e incorporata nel codice giustinianeo indica come dovesse essere fornito vino di stagione, probabilmente novello, a partire da novembre, e non vino vecchio. Quest’ultimo avrebbe avuto infatti un costo eccessivo.