HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per dicembre, 2021
Rojnski – Winter (dark ambient / full album)
Sulle onde di questo album “dark ambient” di Alexei Rojinski, dal titolo evocativo e intenso Winter, vi scrivo per l’ultima volta in questo 2021, e senza troppi giri di parole vi aspetto per tutto il 2022, tante sorprese e istantanee di un continuum in formazione, dove l’abisso siderale è una forma di vita.
Buon 2022 a tutti
FANTASTIC TALES – racconti fantastici (3) | T.C.W. & L.W. Diary… by Marco Milani
Un’altra segnalazione di Marco Milani riguardo la sua ventennale produzione di racconti fantastici apparsi o inediti, radunati in sei volumi in vendita su Amazon; è il momento del terzo tomo:
INDEED STORIES è un progetto digitale del 2012 in 6 volumi a raccogliere oltre 20 anni di racconti, ora riproposti rivisitati e suddivisi per categoria tematica. Quindi vi vengo a presentare: 3 / FANTASTIC TALES – racconti fantastici.
Otto racconti che affrontano il genere fantastico in tutte le sue accezioni. In 8 hertz viene reso omaggio alla figura del geniale, quanto bizzarro, scienziato serbo Nikola Tesla mentre ne La festa degli Angeli gli UFO, veri protagonisti della mitologia contemporanea, vengono raccontati attraverso una prospettiva originale e insolita. Lo spassoso Shakespeare ci fa capire come potrebbe essere avere un computer capace di scrivere best-seller mentre Tommaso ci porta in una “casa dei fantasmi” nel rodigino. Surreali quanto satiriche, pur se non prive a volte di un risvolto dark, sono le short-stories conclusive di questa raccolta: Abbronzatura a espansione; Una ragazza di nome Night; Drake City; Un vero amico.
“Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina, di poesia che si impenna – questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio – tanto è frugale il carro dell’anima”. Emily Dickinson
L’intero ecumene
Nella distanza più impalpabile si differenziano i significati maggiormente estesi, come a coprire l’intero ecumene.
CAVERNA DELLE ROSE, Elysian Chants – To The Fates (excerpt)
Nel canale delle energie psichiche espanse.
Pink Floyd – A Momentary Lapse of Reason – SENTIREASCOLTARE
Ancora dettagli sul periodo floydiano a ridosso dell’uscita di Roger Waters, quando Gilmour e Mason (e anche Wright) lavoravano sull’album A momentary lapse of reason. Da SentireAscoltare, un breve estratto:
Occorre fare un passo indietro, rispetto a quel 7 settembre 1987, giorno in cui EMI pubblicò nel Regno Unito il primo album dei Pink Floyd dopo l’uscita di scena di Roger Waters. Già, e che uscita di scena! Subito dopo la pubblicazione di The Final Cut, nessuno nella band si azzardò a suggerire di intraprendere un tour di supporto al disco. In primo luogo perché era difficile immaginare qualcosa che riuscisse a competere con quanto allestito per il precedente The Wall e in secondo luogo poiché gli attriti interni al gruppo erano ormai arrivati al punto di non ritorno, così come il disinteresse era diventato generale. Ognuno stava già cominciando a programmare il prossimo personale passo in carriera: David e Roger avevano infatti iniziato i lavori per i rispettivi progetti solisti che sarebbero usciti nel corso del 1984. Parliamo di About Face, secondo album di Gilmour (5 marzo), e The Pros and Cons of Hitch Hiking, debutto solista di Waters (30 aprile). Il destino dei Pink Floyd sembrava segnato, tanto che lo stesso Waters continuava a ogni uscita pubblica a sostenere che la band fosse «finita» o che tutt’al più fosse «uno spreco di energie», espressione a dir poco colorita che però non incontrò il favore dei colleghi. Una prima occasione di riconciliazione avrebbe potuto offrirla il Live Aid del 1985, ma alla fine a partecipare fu il solo Gilmour come chitarrista per Bryan Ferry.
Il punto di rottura si ebbe quando Roger Waters tentò di rinegoziare il suo contratto con il manager Steve O’Rourke in gran segreto; quest’ultimo, tuttavia, informò la band, portando di conseguenza Waters a pensare che avesse preso le parti di David Gilmour all’epoca delle varie discussioni durante la lavorazione di The Final Cut (dove i componenti della band erano praticamente dei subordinati rispetto all’autore di tutti i brani e le melodie, tant’è che rimane famosa la didascalia che accompagnò il titolo dell’album: «A Requiem for the Post War Dream by Roger Waters Performed by Pink Floyd»). Nick Mason, nella sua biografia del gruppo, Inside Out, racconta di un precedente tentativo di riappacificazione nel 1984, quando i vari componenti si diedero appuntamento presso un ristorante giapponese dove a causa della scarsa padronanza di dialettica, ciascuno ne interpretò l’esito a modo suo: in maniera diametralmente opposta…
Il 1986 si aprì all’insegna di un ottimismo traballante. Ovvero, sia David Gilmour che Nick Mason erano decisi a continuare sotto il segno dei Pink Floyd e intraprendere così i lavori per un nuovo album. Allo stesso tempo, però, la tensione era alta: Waters era al lavoro sul suo secondo album e certamente la stampa avrebbe cavalcato l’onda della rivalità tra le due parti e avrebbe massacrato la band, qualora il risultato non fosse stato all’altezza. In realtà quello che aveva più svantaggi da tutto ciò era lo stesso Waters: era evidente e plausibile pensare che la EMI avrebbe sempre atteso a braccia aperte un album dei Pink Floyd piuttosto che un lavoro solista del loro ex-leader
Rivisitando “Il sigillo imperiale”
Terza puntata sulle mie produzioni più recenti (qui la prima e qui la seconda). È il momento di rivedere Il sigillo imperiale, racconto weird ambientato nell’Impero Connettivo e uscito per la collana InnsMouth di DelosDigital, dedicata al genere e diretta da Luigi Pachì. Questa è la quarta:
Entità dei boschi sacri, psiconauti postumani, energie soprannaturali e un senso della realtà molto labile…
Andronico e Xendra sono degli psiconauti postumani al servizio dell’Impero Connettivo. La loro missione è sul filo delle dimensioni e dei riti sciamanici che i popoli arcaici del Centro Italia officiavano, evocando energie dei luoghi, della natura e soprannaturali. Si troveranno a interagire con le entità dei boschi sacri, lì dove il senso di realtà è labile; ma cos’è, esattamente, la realtà?
L’ebook è in vendita qui e su tutte le piattaforme online librarie al costo di 1,99€.
MEMORIE DEL FUTURO – Videointervista a Mariano Equizzi
Prendo dal tubo questa datata videointervista a Mariano Equizzi, al tempo un filmmaker che stava cominciando a emergere nel panorama nostrano SF. La prima evidenza che ravviso è che al tempo all’interno del genere si era molto avanti con la speculazione culturale e sociale (o forse adesso ci si è fermati?); la seconda constatazione è invece più articolata e prescinde dall’icona classica del cultore o autore SF: si può notare nel flusso di Equizzi una netta scissione del background culturale di una parte degli appassionati, che non fa capo a missili asteroidi e guerre cosmiche, ma segue le suggestioni della controcultura radicata fin dagli anni ’60, e specializzatasi poi nel filone alternative musicale, quale l’industrial, o il noise, o il gothic o la psichedelia, fino a giungere all’electro o perché no, al punk.
Cosa vuol dire ciò? Molto, perché i filamenti di una cultura altra sono penetrati in un genere che è la quintessenza della tecnologia e del nerdismo, ricavandoci una significativa nicchia in cui la visione di un mondo al limite dell’anarchico e comunque trascendentale appare come una visione di un concerto alternativo, dove il diverso è di fatto una risorsa e non uno stato quasi inutile, o pittoresco.