Dal sito di Camilla Verdacchi riporto queste informazioni sul sottosuolo di Roma, sulle sue ricchezze idriche che non è mai inutile ripetere, o al più diffondere:
Roma è da sempre città d’acqua, lo sappiamo bene. Basti pensare all’importanza del Tevere e dell’Aniene, agli acquedotti antichi, alle terme, alle migliaia di fontane, alla Cloaca Maxima, alle naumachie, ai laghi che la circondano, alla vicinanza con il mare, alle ville che utilizzano l’acqua per il capriccio di facoltosi e colti cardinali, come nel caso di Villa d’Este a Tivoli, voluta dal Cardinale Ippolito d’Este.
Parlare di una Roma acquatica è facile, basta guardarsi intorno in una bella giornata di sole. Ma.. al buio? L’oscurità e i sotterranei, nella capitale, riservano le sorprese più belle.Oggi vorrei parlarvi di qualcosa che in pochissimi conoscono: un labirinto di laghi sotterranei nel ventre del Colle Celio, a due passi dal Colosseo.
Sotto la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e i ruderi del Tempio dell’Imperatore Claudio, dieci metri sotto terra, nel silenzio e nell’oscurità, possiamo ammirare dei limpidi laghetti color smeraldo spettacolarmente incorniciati da stalattiti colorate. Già da qualche anno, un’equipe di speleologi sta esplorando questo sistema di antiche cave, scavate sin dal IV secolo a.C., che ha un’estensione di oltre due chilometri. Qui l’acqua ha una temperatura costante di dieci gradi centigradi.
Dal 2004 si sta cercando di documentare questo piccolo e antichissimo mondo geologico, e tra le tante emozioni che questo procura agli studiosi che se ne stanno occupando vi è, per esempio, quella di ritrovare incastonate nelle rocce di quelle profondità le fessure ove gli operai appoggiavano le loro lucerne, ma anche vecchissimi cavi elettrici, che ci ricordano come questi spazi vennero ampiamente utilizzati come rifugi anti-aerei nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
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