Su Lankenauta la recensione di Ettore Fobo a Chthulupunk, lavoro recente – a metà strada tra narrativa quantica, saggio e autobiografia, senza che sia davvero nulla di tutto ciò – di Lukha B. Kremo uscito nella colla non-aligned objects, da me curata per i tipi di DelosDigital. Vi lascio a un estratto:
Si tenta la via dell’ibrido, romanzo autobiografico in cui il vero e il falso non sono mai sicuri, saggio che tratta i temi della fisica più all’avanguardia e ne coglie le immense risonanze filosofiche (non dimentichiamoci che Kremo insegna storia e filosofia nei licei). Tutti questi dati (biografici, storici, fisici, filosofici) sono mescolati con leggerezza direi da perfetto connettivista, movimento al quale Kremo fu fra i primi ad aderire. Connettere quindi ciò che appare distante dalla nostra troppo umana percezione. Movente poetico sotterraneo a un movimento di narratori e poeti, che fu fondato nel 2004 da Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Marco Milani. Connettere i saperi per denunciare la fattucchieria del Sapere. Mettere in correlazione, in risonanza quantistica.
In tutto questo la vita di Kremo, la sua straordinaria aneddotica si perde un po’. Un difetto di questo ibrido è la brevità. Che cosa sarebbe stato se Kremo avesse lasciato andare il cuore alle sue rievocazioni di pirata metropolitano? Quali avventure avrebbe cavato dal cilindro? Lui, mago dell’underground milanese, ora disperso in mille rivoli che da vero marinaio manco si ricorda. Editore, poeta, elettro musicista, viaggiatore, scrittore, hacker, conoscitore esperto di geopolitica, come dimostra il suo blog, artista di mail art, inventore della Nazione Oscura, micronazione dell’immaginazione che batte moneta, ha un calendario, ministri. Se ogni stato è parodia, qui siamo alla parodia di una parodia: il Re è Nudo. Per inciso i rapporti con lo Stato Italiano sono stati sanciti dall’invio di un pezzo di ghiaccio alla Presidenza del Consiglio. Rapporti letteralmente “congelati”. Probabilmente ad libitum. Performance artistica, poetica boutade, protesta satirica, ridicolizzazione del potere si mescolano: genio toscano. Kremo è nato a Livorno, da bambino era in Nigeria -conosciuta per decenni la periferia milanese- ha vissuto in provincia di Genova, poi alle isole Canarie, infine è tornato nella città natale. Ma chi lo conosce lo sa: non abita da nessuna parte, il suo camper è un’ astronave che viaggia nel tempo. Le sue case vestigia di regni perduti.
Ecco la mania contemporanea di abbreviare tutto: video, film, canzoni, libri… Ne parla molto bene “Cronofagia” di Davide Mazzucco. Escono “prodotti” a velocità sempre più inquietanti, vietato soffermarsi troppo su uno di questi; il capitalismo ci mangia il tempo con il lavoro e con l’intrattenimento. E ciò produce il Kipple, lo scarto, Kremo ne è da sempre ossessionato, tanto da chiamare Kipple Officina Libraria la propria Casa editrice, punto fermo per gli appassionati del fantastico e da qualche anno anche della poesia di sperimentazione con la collana Versi Guasti curata da Alex Tonelli. Casa editrice “piccola ma combattiva”, la definì Giuseppe Lippi. E non dimentichiamoci che Pulphagus stesso altro non è che un planetoide fatto di spazzatura che orbita intorno alla terra. Contro il disordine entropico, non rimane che cercare un ordine ma come se anche l’intelligenza, sistema ad alto consumo di energia, aumenta il disordine stesso? Scendiamo nella terra dell’insolubile e dell’enigma.
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