Archivio per giugno 9, 2022
9 giugno 2022 alle 19:44 · Filed under Creatività, Editoria, Fantastico, InnerSpace, Letteratura, Oscurità, OuterSpace, Quantsgoth and tagged: Horror, Luce oscura, Nicola Lombardi, Weird, Weird Book
Su HorrorMagazine la segnalazione di La casa delle scolopendre e altri inferni, di Nicola Lombardi, edito da WeirdBook; un estratto:
“Aveva una scolopendra fra i capelli. Le si insinuò sotto una ciocca, facendogliela ondeggiare come se fosse mossa da qualche spiffero inesistente. Col suo grappolo di zampette esili scomparve lesta, e la donna si ravviò con indifferenza la chioma stopposa”.
Raccolti per la prima volta in volume, questi tredici racconti ci accompagnano a sbirciare dagli spiragli aperti nelle pareti più buie della fantasia, fessure oltre le quali ardono le fiamme inquiete, invitanti, dei mille piccoli inferni che si nascondono nella nostra mente. Tra case infestate, mostruosi burattinai, possessioni, cadaveri che riemergono dal passato, creature informi e demoni divoratori di peccati, Nicola Lombardi ci invita a entrare nella dimensione delirante e sanguinaria della sua immaginazione.
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9 giugno 2022 alle 18:02 · Filed under Cultura, Passato, Storia and tagged: Costantinopoli, Impero Romano, Militare, Ridefinizioni alternative
Su Tribunus un interessante articolo che narra l’evoluzione finale dell’esercito imperiale romano, fino alla caduta di Costantinopoli del 1453. Un estratto:
Spesso si dice che la Storia di Roma sia la Storia del suo esercito. E indubbiamente ciò contiene un buon nucleo di verità.
Anche considerando quanto è conosciuta e presa in considerazione. In genere, infatti, se per esempio la Storia e l’esercito del Principato sono grosso modo molto noti, ciò non è altrettanto vero per gli altri periodi. E questo è particolarmente ben visibile per quanto riguarda la parte finale della Storia dello Stato romano.
Dalla Quarta Crociata alla caduta di Costantinopoli, infatti, almeno a livello divulgativo sembra esserci un grande buco (quando non vero e proprio disinteresse) per la Storia dell’impero e, di pari passo, per il suo esercito.
Seppure bisogna affrontare il fatto che spesso le fonti degli ultimi due secoli e mezzo dell’impero non sono affatto chiare – e questo in particolare dopo il XIII secolo – queste ci permettono tuttavia di tracciare un quadro di chi fossero i soldati a difesa dell’impero romano nell’ultimo periodo della sua Storia e del sistema militare dietro di essi. Per parlare di loro, tuttavia, bisogna prima fare un breve passo indietro all’XI secolo, quando furono poste le basi che portarono alla definizione degli eserciti dell’ultimo periodo imperiale.
Fino alla metà dell’XI secolo, l’esercito imperiale è organizzato per temi (themata) e tagma (pl. tagmata): i primi sono le circoscrizioni territoriali (che potremmo definire “province”) dalle quali venivano tratti i soldati dell’esercito regolare. I themi, che prima definivano l’esercito vero e proprio e solo col tempo vanno a indicare il territorio, nel tempo si moltiplicano, spezzano e modificano fino ad arrivare, già nel X secolo, a circa una trentina. Questo cambia radicalmente nel corso del periodo tra il 1025 (morte di Basilio II) e il 1081 (ascesa di Alessio Comneno al trono), quando il governo di Costantinopoli è rappresentato dall’aristocrazia cittadina, in aperta opposizione a quella rurale, costituita da grandi magnati e possidenti terrieri – nonché esponenti di una vera e propria “aristocrazia militare”.
Per limitare la forza di quest’ultima, che si avvia del resto sempre di più a inglobare lotti di terra appartenenti ai piccoli proprietari e può diventare una minaccia per l’autorità centrale, il governo dell’aristocrazia cittadina e “burocratica” nel corso del tempo non solo limita gli effettivi dell’esercito tematico (affidandosi sempre di più ai tagma e a forze mercenarie), ma permette anche di sostituire il servizio militare con un’apposita tassa.
In poco tempo l’esercito tematico, di fatto, cessa di esistere. Questo viene fatto anche nella convinzione che l’impero possa stare al sicuro grazie ai risultati lasciati da Basilio II, che hanno fatto dell’impero romano nuovamente (e per l’ultima volta) una potenza militare mediterranea al vertice, di tutto rispetto. Ma è una pia illusione, anche perché tali cambiamenti arrivano nel momento più sbagliato: proprio nel corso dell’XI secolo, nuovi e potenti nemici si affacciano sullo scacchiere internazionale (in particolare i Normanni e i Selgiuchidi), e una volta sotto attacco l’impero ora non ha la forza per fermarli o per creare un’efficace difesa in profondità – cosa che l’esercito tematico avrebbe permesso.
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9 giugno 2022 alle 15:44 · Filed under Cognizioni, Sociale, Storia, Tecnologia and tagged: DNA, Globalizzazione, Infection, Malattia, Medicina, Pompei
Sul Foglio un articolo che narra e traccia considerazioni sulla recente scoperta di un pompeiano morto nel 79 d. C., che era affetto da tubercolosi. Un estratto:
L’accentuarsi dei contatti tra persone diverse dovuto all’espandersi della popolazione, all’incrementarsi dei viaggi e degli scambi su lunga distanza e ai flussi migratori fra paesi lontani è alla base del rischio epidemiologico. Abbiamo osservato più volte come sia il nostro stile di vita, la nostra numerosità e la nostra invadenza nell’ambiente circostante ad aver preparato le condizioni per la pandemia attuale, e abbiamo detto come questo rischio è aumentato recentemente a causa dell’incrementarsi rapido di queste condizioni; tuttavia, il fenomeno in sé non è nuovo, e la conferma dell’importanza di questi fattori ci giunge, sorprendentemente, da un lavoro di ricerca recente.
I batteri della tubercolosi sono suddivisi in sette gruppi originatisi, attorno al 3000 a.C., da un antenato comune in Africa occidentale. Tre di tali gruppi si trovano ancora oggi solo in Africa; gli altri sono gradualmente diventati cosmopoliti. Guardando ai dati ricavati dal genoma dei batteri, la principale ondata di espansione si verificò nel primo secolo dopo Cristo e interessò innanzitutto il bacino del Mediterraneo, proprio quando visse il povero pompeiano trovato nella casa del fabbro.
In questa epoca, anche gli studi del Dna umano degli antichi romani piazzano l’arrivo di un imponente flusso umano dal Medioriente, insieme con altri minori da altre parti del nascente impero romano: l’espansione demografica, dei viaggi e degli scambi provocò naturalmente l’arrivo sia di persone che di malattie, entrambi provenienti particolarmente dai più popolosi centri conquistati dai romani – che si trovavano in Nordafrica e nell’est del mediterraneo, non certo nell’Europa nordoccidentale. Allora come oggi, con la globalizzazione si diffusero le prime pandemie, compresa la tubercolosi che affliggeva il cittadino di Pompei appena esaminato, e che ha continuato a uccidere fino ad arrivare al mio bisnonno e alla sua giovane figlia negli anni ’30 del secolo scorso. Senza vaccini, farmaci e conoscenza scientifica, saremmo presto sopraffatti dai parassiti, perché oggi viviamo in un mondo epidemiologicamente peggiore del suo, e perché virus e batteri, come insegna la tubercolosi, non sono diventati più rispettosi della vita umana in 6000 anni.
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