Ecco un altro estratto dal mio romanzo breve Radici dell’orrore, recentemente uscito per i tipi DelosDigital nella collana InnsMouth, diretta da Luigi Pachì; buona lettura!
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Sono subissato dal verde. È ovunque, noto con un sussulto di sorpresa e meraviglia mentre precipito in me stesso, attirato da connessioni con qualcosa che non conosco, ma che percepisco; i brividi mi sommergono, è come aver freddo stando nelle campagne arse dal sole agostano.
I riverberi sono anch’essi verdi.
Le foglie sono verdi, e spandono al loro volta la vibrazione nel continuum in cui sono.
Il tavolo di fronte a me è invaso da una tovaglia verde.
Le vibrazioni di questo reale sono verdi.
I suoi occhi erano verdi.
Ricordo improvviso della donna mora di Fidene. Ma non voglio farmi fuorviare, perché ora ho una visione lancinante di Hitler che conduce i suoi ospiti nella Cancelleria di Berlino, proprio come uno scorpione porterebbe le sue prede nella tana; il Fuhrer gioca amabilmente e sorride gelido come uno squalo, è pronto a dilaniare le carni dei suoi ospiti. O a pungerle, avvelenandole.
Scosto il verde dai miei occhi e osservo ciò che ho intorno con lucida obiettività: vedo nitidamente che l’inumano è dietro ogni logica mercantile dell’iperliberismo globale; le strategie commerciali hanno una forma prossima al militare e a un concetto trascendente di Male, qualcosa che danneggia l’umanità e ipoteca la sua discendenza postumana. Ho la sensazione che l’aura nera di romanticismo decadente, che ha aleggiato nella Germania del periodo che va dal ’30 al ’45 del XX secolo, si sia evoluta in una vomitevole plastica scintillante e consumistica: tutto ora è diventato furbo, le intuizioni distopiche di Huxley si sono rivelate esatte e così ogni appello o messaggio importante è rivolto solo ai consumi, al Mercato, all’accrescimento del potere immateriale di chi o cosa è dietro al Capitalismo di questo scorcio temporale; solo che il nero orrendo e mefitico spirituale che si respira oggi, in ogni accadimento sociale, è assai prossimo a quello tedesco del Terzo Reich.
Quale ruolo rivesto, allora, in tutto ciò? In un continuum alternativo, ma non per questo meno reale, La RACHE imperversa ovunque, e l’Euroforce indossa i panni del progresso; ma sono due facce della stessa medaglia, entrambe figliocce di quel nazismo che ben abbiamo conosciuto nel passato e che è rimasto vivo sotto mentite spoglie, vitale e vibrante sotto una maschera di allegra festa del consumo: Cthulhu agita i suoi tentacoli e l’orrendo romanticismo nero vissuto in Germania, che si è allungato fin quasi alla metà del ‘900, nasconde i fetori di una logica inumana che è nemica e incompatibile, immensamente più grande, delle razionalità e bisogni antropomorfi. Intravedo in questo presente, scostando la tendina verde intorno a me che racconta brandelli di occultismo, la dittatura del profitto, dei numeri vuoti: è lo stesso tipo di tirannia agitato dalle forze occulte dietro al nazismo, oscurità che avevano spesso visitato gli incubi di Hitler e dei suoi accoliti dando vita a un nero delirio sfociato poi nella Seconda Guerra Mondiale, nell’ordine nefasto che ancora si trascina, con protervia, tramite i meandri oscuri dell’Iperliberismo…
Mi volto e mi vedo ancora a Carnuntum; il verde è sempre ovunque, è accanto a me e ricopre ogni mia percezione.
Io so cosa significa il colore verde. Conosco le regole dell’occulto, le ho introiettate in me durante i miei viaggi astrali.
— Signor Rol, ancora un po’ del nostro liquore nazionale?
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