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NeXT Hyper ObscureArchivio per agosto 3, 2022
Ordini di entropia
Mi sembra di essere un corpo crivellato di collassi quantici e la poesia dell’essere colpito mi distrugge la psiche, facendola rinascere in un altro ordine di entropia.
L’Italia dei barbari (Audible 2022) | nonquelmarlowe
Lucius Etruscus segnala un audiolibro (media che non amo, ma non importa) sul tema dell’invasione barbarica al termine dell’Impero Romano d’Occidente: L’Italia dei barbari, di Claudio Azzara.
Mi preme sottolineare il passaggio sottostante, perché indice dell’odio feroce che si scatenò in seguito tra Occidente e Oriente, tra Costantinopoli (anch’essa in qualche modo barbara, ma ancora pregna di tutto l’orgoglioso e legittimo apparato imperiale) e Roma, il Sacro Romano Impero, annacquato dalle identità barbare e ormai altro. Conflitto che si trascina identico fino ai nostri giorni.
In questo delizioso racconto dell’Italia barbarica, Azzara ci mostra come anno dopo anno, secolo dopo secolo, la filosofia di inclusione dell’Impero, da sempre attanagliato dalla carenza di popolazione autoctona e quindi sempre in cerca di “rinforzi” esterni, aveva reso la divisione tra “romano” e “barbaro” decisamente diversa da come la intendiamo noi. Un barbaro che entrava nell’Impero, ne sposava la filosofia, ne assumeva lingua, culti e usanze, non aveva più senso chiamarlo “barbaro”, termine usato per quelli che vivevano fuori dal limes, dal confine. Come si fa quindi a definire “barbari” quelli che hanno abitato l’Italia una volta crollato l’Impero, visto che erano romani a tutti gli effetti?
Mi diverto a fare una dimostrazione per assurdo. Immaginiamo che un domani l’ennesima variante del Covid o il vaiolo delle scimmie o la peste suina o la tosse caprina o qualche altro malanno che ci piove addosso colpirà solo gli italiani: nel 2122 saranno estinti gli italiani e rimarranno solo gli “stranieri” nella Penisola. Dovremmo chiamarli barbari? E perché? Vivono qui da una vita, spesso ci sono pure nati, qui, spesso parlano italiano molto meglio degli “autoctoni”, seguono le usanze italiane, hanno vizi e virtù italici, perché mai dovremmo chiamarli “barbari” quando non fanno che preservare l’eredità italica?
Premettendo che questo è un mio esempio, non voglio attribuire pessime idee al professor Azzara, i barbari che ho trovato in questo saggio non fanno nulla di “barbarico”, visto che nella loro mente si sentono romani, nel senso di successori dell’Impero appena crollato.
Frivolezze
Frivole visioni sul ciglio delle supposizioni, tu sei soltanto un esposto rilevante in virtù della tua facezia, perché sei un passaggio assai rapido…
Il corteo è atteso
Il corteo si è arrampicato sulle cordate impervie della mente, e non accenna a disfarsi degli orpelli relazionali; più in alto, attendono i portantini del Fantastico e regalano coriandoli dimensionali a chi non è ancora contaminato dal reale.