HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per ottobre 26, 2022
Retoriche e dinamiche
Non ci sono momenti predisposti alla complessità anarchica del tuo Io, è un continuo fluire delle retoriche e delle dinamiche figlie del momento torcente che vivi, un travisare, un relazionare, un escogitare vie d’uscita prima che la via d’uscita escogiti te.
Lansdale e le poetiche osservazioni | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine la segnalazione di Lo Stregone Apache. E altre poetiche osservazioni, di Joe R. Lansdale che, così, si mette in una certa relazione col mondo della poesia, nel senso che i suoi racconti brevi qui esposti hanno un approccio poetico:
“Ezra Pound, Robert Frost e quasi tutti gli altri poeti che potresti nominare sono al sicuro. Non ho alcuna intenzione di spostare il pianeta terra o cambiare il modo in cui le persone scrivono poesia. Quello che ho fatto è divertirmi.” Così scrive l’autore nella sua prefazione. Si è voluto divertire, e magari riuscirà a divertire anche voi.
Ci spiega Stefano Fantelli, curatore e traduttore in italiano della raccolta: “Le poesie di Lansdale sono in realtà dei piccoli racconti, che potremmo chiamare “bonsai”. Brevi storie narrate in versi, ma sempre con il suo inconfondibile stile. È quindi Lansdale al 100% quello che scoprirete qui, alle prese con i suoi generi preferiti, affrontati con quello spirito tipicamente pulp che è il suo marchio di fabbrica. E ognuna di queste poesie è una fucilata che esplode sulla pagina, le parole sembrano voler stracciare il foglio, emettono suoni, sono chiare e spavalde e colme di umorismo e allo stesso tempo farcite di un’oscurità incombente e quasi quotidiana, orrori a volte grotteschi, con cui i protagonisti di queste fulminanti storie paiono essere abituati a convivere. E sullo sfondo, sempre, quell’atmosfera tipica del Texas orientale, come solo Lansdale ha la capacità di dipingere, che sembra di riuscire a respirarne l’aria, di quel profondo Sud, a volte anche solo nello spazio bianco tra un verso e l’altro.”
Halloween 2022: “L’altare dei morti” di Henry James | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di L’altare dei morti, opera di Henry James uscita per Adelphi che non conoscevo e che credo sia qualcosa alla sua altezza; vi lascio ad alcune note dell’articolo:
Che cosa crea intimità tra un uomo e una donna che non si conoscono?
Uno sguardo malizioso?
Un brillante scambio di battute?
No, i morti.
Sono i morti con la loro aurea spirituale a creare sul loro altare un luogo esclusivo, sono loro a richiamare a loro due anime affini.George Stransom ha un rapporto speciale con i suoi morti, in troppi lo hanno lasciato ma un posto speciale va a sua moglie Mary Antrim che ricorda ancora quotidianamente con tenerezza e trasporto. Il suo ricordo è talmente vivo da sentirla presente, ospite puntuale nelle sue stanze e nelle malinconie serali. Il solo pensiero di potersi risposare lo riempie di disgusto e ripugnanza dal punto di vista personale, così come da quello formale e burocratico, non si possono avere due mogli.
“A poco a poco egli aveva preso l’abitudine di soffermarsi sui suoi morti ad uno ad uno, e piuttosto presto nella vita aveva cominciato a pensare che andasse fatto qualcosa per loro. E loro erano lì, accanto a lui, forti di quell’essenza semplificata, più intensa, di quell’assenza consapevole, di quella pazienza eloquente, così corporei e presenti che pareva avessero soltanto perduto l’uso della parola”.
La solitudine del suo salotto diventa però troppo stretta per le sue necessità spirituali. Casualmente si ritrova in una chiesa e qui realizza un altare da dedicare a tutti i suoi defunti, in questo luogo di preghiera permeato dal silenzio e alimentato dalla preghiera, Stransom trova la sua dimensione.
Le visite alla chiesa diventano assidue, qui di solito è solo, solo una compagna dimostra la sua stessa dedizione, una donna vestita a lutto, con lo sguardo piegato dalla sofferenza e l’andatura retta della dignità. Il nobiluomo intuisce l’origine semplice e nota la sua fine bellezza, quella data più dall’espressione virtuosa che dalla dote fisica e pian piano ne resta affascinato.
L’altare dei morti diventa luogo di condivisione, momento di intensità e trasporto, spazio di intimità dove i due si riconoscono uniti dalla stessa necessità di aggrapparsi al passato. Nel momento in cui Stransom comprende che la presenza della donna è preferibile a quella dei suoi morti, smette per un periodo di frequentare la chiesa, non può tradirli. La donna è diventata una distrazione e lui sta perdendo la purezza della sua abnegazione.
Ma cosa lo lega ai defunti?
Da Leng | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di Da Leng, di Claudio Foti, in uscita per la collana InnsMouth, diretta da Luigi Pachì per DelosDigital. La quarta:
Roma oggi: Massimo, giovane avvocato di una Ong e la sua compagna Eva si recano in uno strano ristorante orientale chiamato “Da Leng”. Qui durante la cena scoprono “segreti cannibalistici” che li costringono a una fuga disperata. La fuga termina nel sotterraneo del ristorante dove sprofondano in un mondo onirico, parallelo al nostro, dove incontreranno Nyarlathotep sotto mentite spoglie e i ghast.