HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per dicembre 10, 2022
Plasticoso
Non prendono vita le tue parole, nemmeno quando fai ogni sforzo per renderle vere perché tu, tu, non sei tra coloro che percepiscono il magma sotto la materia.
Fuori da ogni contesto
Ti addobbi come un albero pasquale di dubbia importanza, di dubbia legittimità, d’inesistente senso.
Strani giorni: Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana
Sul blog di Ettore Fobo è stata pubblicata un’intervista all’autore, realizzata in concomitanza con l’entrata tra i finalisti del “Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana” della sua silloge Canti d’Amnios. Vi lascio a un breve stralcio della chiacchierata:
Il taglio filosofico esistenzialista Le è connaturato o trova anche influenze e solleciti da parte di Autori letti e condivisi?
Penso che molti autori abbiano segnato la mia vita in maniera profonda, in qualche caso forgiandola. Mi considero soprattutto, più che uno scrittore, più che un lavoratore, più che un consumatore, forse persino più che un poeta, un lettore.
Fra gli autori che mi hanno segnato sin dall’adolescenza e che hanno avuto un’influenza sulla mia vita, non seconda a quella che hanno avuto i miei genitori e il contesto sociale in cui siamo immersi, cito due nomi su tutti: Charles Baudelaire e Friedrich Nietzsche. Perché esiste in me questa rottura radicale, originaria, fondante, con gli enunciati discorsivi dominanti, direi nella nostra intera civiltà occidentale, non solo di questa società particolare che ne è un’espressione.
La poesia è questa rivolta linguistica, silenziosa, non appariscente, invisibile, ma non vana perché rinnova il linguaggio, lo mette davanti ai suoi buchi neri, ne ritrova la musica segreta. Come ha mostrato Rimbaud, è una rivolta contro il Tempo, contro la Morte, contro Dio. Rivolta per ciò stesso destinata a un terribile scacco. Forse l’intero Novecento ne è testimonianza.Ci parla del Suo stile colloquiale, scegliendo una lirica che lo esemplifichi?
La poesia, almeno per come la vivo io, è la manifestazione di un’intersoggettività enigmatica, un colloquio tra le voci che ci abitano nel senso di una molteplicità di maschere che alludono, non possono fare altro, a ciò che profondamente siamo, aldilà di ciò che ci raccontiamo coscientemente. La poesia quindi come insieme di voci che colloquiano, anche attraverso il tempo e lo spazio, anzi mettendo in crisi, come ha fatto la fisica contemporanea, queste stesse categorie.