HyperHouse

NeXT Hyper Obscure

Globale è bello? Su “Capitale Mondo” di Robert Kurz – Carmilla on line


Come il riccio di Archiloco anche Robert Kurz conosce una sola cosa ma è grande. Il sistema sociale che indichiamo comunemente in una prospettiva storica con il nome di modernità o società moderna e in una prospettiva socio-economica come società capitalistica o capitalismo tout court è giunto a fine corsa e minaccia di schiantarsi. Buone notizie per gli oppositori del sistema? Non tanto. Il capitalismo ha già imboccato la strada che porta verso il cimitero dei pachidermi della storia. Il guaio è che a sotterrare il capitalismo non saranno audaci schiere di lavoratori organizzati, o qualunque surrogato sulla piazza, ma le sue stesse contraddizioni, che Kurz condensa nel concetto del “limite interno”. Il corollario di questa concezione è però che non è affatto detto che il capitalismo venga seguito da una nuova società più stabile e giusta, da un nuovo ordine coerente; al momento l’alternativa più probabile è che il capitalismo entri in una nuova “era delle tenebre”, caratterizzata dall’implosione delle istituzioni sociali e delle strutture economiche. Come ha detto altrove il nostro autore, “la prigione è in fiamme ma qualcuno ha serrato le finestre e i prigionieri sono bloccati al suo interno”.

Questo è il brano che condensa, su CarmillaOnLine, la recensione a Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sistema produttore di merci, di Robert Kurz. Che continua, analizzando il regime sociopoliticoeconomico di questo nostro scorcio temporale (non solo “nostro”, ma anche parecchio passato, non sappiamo ancora “quanto” futuro) fino a giungere a una sorta di amara (ma ovvia) interpretazione: non c’è possibilità di sfuggire questo regime senza uno stravolgimento epocale dell’intera società, come avvenne per esempio in Europa alla caduta dell’imperium romano; però, d’altro lato, in questo modo finiremo per mangiarci a vicenda, e così il Mercato sarà il più potente e inumano dei virus mai visti, talmente potente da sterminare il suo stesso business, l’umanità.

La storia del capitalismo è quella di una dinamica irreversibile con le sue fasi. Quella analizzata da Kurz in questo saggio è l’apogeo della fase neo-liberale, iniziata alla fine dei Settanta, poi traumatizzata dalla crisi del 2008. La narrazione assembla l’analisi storica con la critica dell’ideologia, alterna capitoli in cui la natura della globalizzazione viene sviscerata sulla base di una grande quantità di dati economici (il cui filo non è sempre agevole da seguire) ad altri in cui si esaminano le conseguenze della frammentazione sociale, la crisi del denaro e della politica. Da sottolineare, in particolare, la disamina del capitale finanziario e del suo ruolo nel meccanismo dell’economia moderna. La ricchezza di temi è amplissima e Kurz ama dialogare, generalmente in termini polemici, con una moltitudine di voci presenti e passate, da Ulrich Beck a Joseph Stiglitz, da David Ricardo a Rudolf Hilferding, da Michel Aglietta a Peter Sloterdijk. Sarà possibile solo un breve excursus sul carattere generale dell’opera cui uniremo alcuni spunti critici circa numerose convinzioni diffuse oggi tra i contestatori del sistema.
Cosa turba l’apparente imbattibilità del sistema? La sua stessa logica. Nella prospettiva di Kurz la globalizzazione non è il sintomo dello stato di salute del capitale, che abbandona le mura nazionali per propagarsi con le sue catene produttive in tutto il globo ma una chiara conseguenza del fatto che il ristagno della produzione di valore, dovuto all’intervento della tecnologia informatica, della robotica – cioè della Terza Rivoluzione industriale –, costringe le imprese a una concorrenza disperata e cannibalesca, disperdendo le loro fasi produttive per il globo per approfittare del divario dei costi e delle condizioni sociali e giuridiche messe a disposizione degli Stati. Gli investimenti oggi non sono più investimenti per l’espansione ma per la razionalizzazione. Ma se le imprese se la passano male, per gli Stati va anche peggio, costretti dalla crisi delle finanze pubbliche a indebitarsi sempre più sui mercati finanziari, a privatizzare e a tagliare le infrastrutture sociali.
In quest’ottica un effetto salutare del libro potrebbe essere quello di fare piazza pulita di tutta una serie di false idee sulla crisi del sistema e sulla possibilità di venirne a capo. Il primo punto lo si potrebbe intitolare “Com’era verde la mia nazione!” E qui entra naturalmente in gioco la categoria del “sovranismo”, la testa di turco preferita dell’establishment politico-finanziario-mediatico neoliberale. Il problema del sovranismo è che i suoi apostoli più riflessivi, per la maggior parte, non sono né ottusi campanilisti, né irriducibili fustigatori della contaminazione multiculturalista, né fanatici nazionalisti, adusi a esterofobe campagne aggressive. Il loro errore consiste invece nel credere in ciò che un tempo si chiamava il “primato della politica”, cioè nella convinzione che uno Stato-nazione, ben radicato nelle sue istituzioni, guidato da una classe dirigente volenterosa, sia in grado di controllare, governare, correggere la propria economia di mercato, dirigendola verso obiettivi consoni agli interessi nazionali e della popolazione. Questa idea, che predica l’autonomia dello Stato nei confronti dell’economia o addirittura uno status gerarchico superiore, viene però sconfessata da Kurz. Lungi da essere il nocchiero del mercato, lo Stato e con esso, in generale, la sfera politica, dipende dall’accumulazione di capitale al suo interno, da cui esso preleva ciò di cui abbisogna per le sue “politiche” (sostanzialmente allocazioni di denaro in favore di obiettivi più o meno “democraticamente” prefissati). Ma una volta che il modello dell’accumulazione fordista entra in crisi, anche lo Stato manifesta la sua natura “secondaria” rispetto alla base economica. Di fronte alla transnazionalizzazione e alla razionalizzazione dell’economia, lo Stato, come osserva argutamente Kurz, non può “transnazionalizzarsi” a sua volta, né tantomeno “licenziare” i propri cittadini ma solo operare una “razionalizzazione” distruttiva, rinunciando gradualmente a finanziare le proprie infrastrutture sociali, indebitandosi fino al collo sui mercati finanziari e arrangiandosi così da attirare la quantità maggiore possibile di investimenti.

L’abnorme crescita del capitale finanziario, favorita con ogni mezzo sul piano giuridico e normativo dalle classi dirigenti di ogni paese (anche se naturalmente non dappertutto con la stessa prontezza e la stessa rapidità) era dunque necessaria per simulare una crescita economica in totale assenza di una valorizzazione reale del capitale. La soppressione di tutte le catene che ostacolavano la libera circolazione del capitale finanziario era indispensabile, non solo perché lo esigevano gli interessi soggettivi degli attori interessati, ma soprattutto per una imperativa esigenza sistemica: il salvataggio, in ultima analisi illusorio, del sistema di mercato.

2 commenti»

  Enri1968 wrote @

Magari…

"Mi piace"

[…] ho scoperto grazie a quest’articolo, contenente paradossalmente nozioni che sono contenute in quest’altro articolo preso da CarmillaOnLine: L’ultimo della classe. Mi riferisco a questi passi del noto […]

"Mi piace"


Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Krysalisound

Contemporary resonances of calm and slow music

©STORIE SELVATICHE

C'ERA UNA VOLTA, UNA STORIA SELVATICA...

my low profile

Vôla bas e schîva i sas

Komplex

Galdruxian Actions for Galdruxian People

Pomeriggi perduti

quasi un litblog di Michele Nigro

maurizio landini

poesia e scrittura

Architetture Minimali

Blog di Stefano Spataro

Myrela

Art, health, civilizations, photography, nature, books, recipes, etc.

A Cup Of History

Storia e Archeologia... nel tempo di un caffè!

Axa Lydia Vallotto

Un giorno dominerò la galassia. Nel frattempo scrivo.

LES FLEURS DU MAL BLOG

Benvenuti nell'Altrove

The Sage Page

Philosophy for today

Sobre Monstruos Reales y Humanos Invisibles

El rincón con mis relatos de ficción, humor y fantasía por Fer Alvarado

THE DARK MATTER

This world doesn't exist anymore. This blog is only a memory.

Gerarchia di un’ombra

La Poesia è tutto ciò che ti muore dentro e che tu, non sai dove seppellire. ( Isabel De Santis)

A Journey to the Stars

Time to write a new Story

Rebus Sic Stantibus

Timeo Danaos et dona ferentes

The Paltry Sum: Detroit Richards

Culture, Music, Reviews, Poetry and More . . .

chandrasekhar

Ovvero come superare l'ombra, la curva della luna, il limite delle stelle (again)

AUACOLLAGE

Augusta Bariona: Blog Collages...Colori.

The daily addict

The daily life of an addict in recovery

Tiny Life

mostly photos

SUSANNE LEIST

Author of Paranormal Suspense

Racconti Ondivaghi

che alla fine parlano sempre d'Amore

The Nefilim

Fields Of The Nephilim

AppartenendoMI

Ero roba Tua

Creative T-shirt design Mart

An Online Design Making Site

Sanguinarie Principesse

E del viaggio nulla mi resta se non quella nostalgia. (N. Hikmet)

ADESSO-DOPO

SCIVOLO.

Unclearer

Enjoyable Information. Focused or Not.

Free Trip Downl Hop Music Blog

Free listening and free download (mp3) chill and down tempo music (album compilation ep single) for free (usually name your price). Full merged styles: trip-hop electro chill-hop instrumental hip-hop ambient lo-fi boombap beatmaking turntablism indie psy dub step d'n'b reggae wave sainte-pop rock alternative cinematic organic classical world jazz soul groove funk balkan .... Discover lots of underground and emerging artists from around the world.

boudoir77

"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.

Stories from the underground

Come vivere senza stomaco, amare la musica ed essere sereni

Luke Atkins

Film, Music, and Television Critic

STAMPO SOCIALE

Rivista di coscienza collettiva

La Ragazza con la Valigia

Racconti di viaggi e di emozioni.

simonebocchetta

Qui all'ombra si sta bene (A. Camus, Opere, p. 1131)

TRIBUNUS

Duemila anni di Storia Romana

Alessandro Giunchi

osirisicaosirosica e colori

Dreams of Dark Angels

The blog of fantasy writer Storm Constantine