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Archivio per gennaio 14, 2023

Inside Out – La prima autobiografia dei Pink Floyd – Recensioni – SENTIREASCOLTARE


La segnalazione di questo articolo che avevo perso, su SentireAscoltare: InsideOut, la biografia dei Pink Floyd visti da Nick Mason, il loro batterista. Vi lascio alla segnalazione:

Inside Out, ovvero la prima autobiografia dei Pink Floyd, è un libro scritto da Nick Mason, batterista della band britannica nonché – a tempo perso – pilota di auto sportive. Il testo è uscito in origine nel 2004, ma la versione di cui vi parliamo in questa sede è quella pubblicata in inglese – aggiornata con gli eventi occorsi successivamente a quell’anno – nel 2017, e poi ristampata in italiano da EPC Editore a novembre 2018. Tanto per dire che nonostante di questo libro si sappia già molto, rimane comunque una lettura assai piacevole sia per i fan del gruppo che per i meno addentro alle questioni pinkfloydiane.

Pur essendo una “fonte diretta”, Inside Out non è un libro caratterizzato da un approccio enciclopedico: dentro non ci troverete ogni minuto vissuto – nemmeno troppo pericolosamente – dalla formazione britannica. Crediamo volutamente, visto anche l’aplomb tipicamente british con cui Mason tratta soprattutto le questioni più spinose legate alla storia dei Floyd (due su tutte: l’estromissione dal gruppo di Syd Barrett e la separazione conflittuale tra Roger Waters e il trio Mason/Wright/Gilmour più o meno da The Wall in avanti), evitando così di mettere in piazza troppi dettagli – del resto è lui stesso a informarci che una volta finito di scriverlo, il libro ha passato il vaglio e le aggiunte/correzioni dei compagni di lungo corso. I pregi di Inside Out stanno altrove, per esempio in una scrittura ironica e fluente capace di raccontare le fasi salienti dell’ascesa di uno dei gruppi più seguiti al mondo con una verve degna d’un romanziere, e come se fosse la storia di una formazione emergente qualsiasi salita alle cronache quasi per caso: sembra di vederlo, il buon Mason, mentre al pub, tra una pinta e l’altra, ti racconta sghignazzando di quando si spezzarono i tiranti che tenevano fermo il maiale gigante gonfiato a elio che si doveva fotografare per la copertina di Animals, e il suddetto viaggiò autonomamente per i cieli britannici evitando solo per pura fortuna di causare possibili incidenti aerei. Un po’ come se fosse stata una bravata da ragazzini, e non un evento che dimostra l’intraprendenza, il coraggio artistico di un gruppetto di inglesi interessato alla tecnica applicata a ogni campo – del resto i Nostri studiavano architettura – almeno quanto alla musica.

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Sargo / Posidonia (CSR317LP) | Sleep Research Facility / Llyn Y Cwn | Cold Spring


Storie di uno spazio profondo, sterile, concentrato su dettami non antropocentrici. Ascoltane il suono, e fluisci nell’inumano.

Strani giorni: Una poesia di Charles Simic


Ettore Fobo segnala sul suo blog la scomparsa, avvenuta il 9 gennaio, di Charles Simic; lo fa pubblicando una sua poesia, e penso non ci sia modo migliore di ricordare un artista che far parlare la sua opera. Mi unisco al dispiacere comune per questa perdita…

Scena di strada

Un ragazzino cieco
con un cartello fissato al petto.
Troppo piccolo per stare fuori
da solo a mendicare,
ma tant’è.

Questo secolo strano
con la sua strage degli innocenti,
e il volo sulla luna-
ora mi sta aspettando
in una città strana,
nella via in cui mi sono perso.

Mi sentì avvicinare
e si tolse un giocattolo
di gomma dalla bocca
come per dire qualcosa
ma non fu così.

Era la testa, la testa di una bambola,
tutta masticata,
la tenne alta per farmela vedere.
Il duplice sogghigno era per me.

Inventarium – Collettiva a Barcellona | Daniele Cascone


Un bell’evento attende Daniele Cascone, dal 2 febbraio a Barcellona: una mostra collettiva, Inventarium, in cui figura accanto a nomi prestigiosi e intriganti. Segnalo anche la presenza di Fabio Timpanaro, artista particolarissimo e sempre sull’orlo di un’affilata e disturbante realtà alternativa.

Matmos – Regards​/​Ukłony dla Bogusław Schaeffer | Neural


[Letto su Neural]

Anche un oscuro compositore come Bogusław Schaeffer (ma non così oscuro da essere confuso con Pierre Schaeffer, il teorico della musica concreta) può assurgere a raffinato espediente per le manipolazioni elettroniche dei Matmos, ovvero Drew Daniel e Martin C. Schmidt, duo di Baltimora che negli anni ha imposto un’operatività sempre in bilico fra ricerca e piacevolezza, concettualismo e groove, rigore (a particolari vincoli autoimposti nella produzione dei loro album) e disinvoltura. In questo caso l’ispirazione è arrivata da un sample pack della musica di Schaeffer realizzato dal Polish Radio Experimental Studio (PRES), una delle prime istituzioni nell’Europa del blocco orientale dedicate alla musica sperimentale ed elettronica, particolarmente specializzata, a partire dalla fine degli anni cinquanta, nel fornire materiali per quelle che erano le nuove esigenze di cinema, radio e televisione. Nel tentativo di far conoscere più ampiamente la storia dello studio sperimentale radiofonico polacco, l’Instytut Adama Mickiewicza (IAM), ha commissionato la produzione di una libreria di campioni da alcune delle opere realizzate in quegli studi. Al giorno d’oggi, la creazione di campioni è il modo più semplice per dare una seconda vita alle registrazioni d’archivio e i Matmos hanno pensato bene di servirsene assecondando anche la tendenza imperante – in epoca post-techno – di andare alla ricerca delle radici analogiche del suono digitale contemporaneo. A livello tecnico poi, le pratiche di un centro come il PRES, proprio per la sua vocazione “commerciale”, erano piuttosto simili a quello che oggi fanno molti degli artisti elettronici ed anche i Matmos, campionare opere proprie o di altri compositori, attingere al pop (o se preferite alla musica popolare), riutilizzare lo stesso materiale in diverse composizioni in modo “simile a un remix”, aggiungendo impulsi ritmici regolari a suoni e trame sperimentali. Anche Bogusław Schaeffer, come molti altri compositori polacchi della sua generazione, si muoveva fra modernismo piuttosto classico e sperimentalismo, dando però vita a seminali suoni elettronici e partecipando all’attività del Gruppo di Cracovia guidato dal regista teatrale e pittore Tadeusz Kantor, un’assoluta icona delle scene d’avanguardia internazionali. Il risultato di questo leggiadro recupero dei Matmos, adesso, scevro da ogni velleità critica rispetto agli originali ed essendo estremamente libero ogni utilizzo dei materiali scelti, è nel complesso godibilissimo. Il ricercato taglia e cuci conferma l’abilità del duo, imbattibile in studio così come nell’inventare per le proprie uscite relazioni e teorie sempre accattivanti ed esteticamente coerenti.

 

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