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NeXT Hyper ObscureArchivio per febbraio, 2023
La piega degli eventi
Il crash sistemico dei tuoi sensi è una parallela verso l’orizzonte, piegata dagli eventi.
Il bestiario di Lovecraft, nuova edizione estesa | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di “Il bestiario di Lovecraft”, saggio uscito per i tipi DelosDigital a cura di Antonella Romaniello. La quarta:
H.P. Lovecraft è senza dubbio il più grande autore di letteratura fantastica del XX secolo, colui che ha trasformato la potenza visionaria in Mito, creando una cosmologia inedita che non risponde a nessuna delle leggi naturali conosciute dall’uomo. Una mitologia nuova, popolata da dei, uomini e creature di ogni sorta descritte in maniera vivida e allo stesso tempo vaga.
Questo Bestiario cerca di mettere ordine in una mitologia spesso caotica, raccontando solo le creature nate dall’immaginifica mente di Lovecraft o entrate a far parte del canone attraverso il lavoro del “circolo Lovecraft” formato da Robert Bloch, Clark Ashton Smith, Robert E. Howard, Frank Belknap Long e Derleth, con il quale intratteneva un fitto carteggio. Un lavoro che si sforza quindi di dare una caratura scientifica al Mito, tra dei e creature che non hanno nessuna valenza simbolica ma che vengono descritte attraverso le parole di Lovecraft e, solo in rari casi, facendo ricorso alle descrizioni dei suoi contemporanei. Un Bestiario abitato da creature inconsuete e lontane dalle logiche degli uomini, ma che ci piace pensare siano reali.
Abissi contagiosi
Rimasugli di polvere cosmica sui tuoi vestiti, come un abisso che si dimena feroce e contagioso.
Landscape dilatato
Gli schieramenti si evolvono sotto i tuoi occhi, ma con movimenti talmente lenti da apparire stasi; dopo certi lassi d’entropia, trovi che il landscape non sia per niente mutato, ma ti manca la profondità dello spaziotempo dilatato.
Emersione e olografie
Potresti emergere dai meandri di un abisso senza nome, mostrando la complessità del suono e del suolo, ma non è ciò che serve quando sei alla base di partenza, quando il fuoco è solo un’olografia di comodo.
La morte ride – Omaggio a Georges Bataille- di Paolo Spaziani e Letizia Corsini – BIBBIA D’ASFALTO
Su BibbiaAsfalto – felice sia tornata, o che sia tornata a farsi prepotentemente sentire – una recensione di Ettore Fobo allo spettacolo teatrale “La morte ride”, un omaggio a Georges Bataille di Paolo Spaziani e Letizia Corsini. Un estratto dell’intensa relazione di Ettore:
Personalmente sono stanco – e penso di non essere il solo – di questa poesia edificante, consolatoria, decorativa, di questa onesta pedagogia del niente. Dopo Baudelaire la trovo datata, stucchevole, superflua. Non bisogna dare il peso di un senso alla vita, questo la schiaccia. Piuttosto bisogna celebrarne la tremenda e meravigliosa fugacità. Lo stesso teatro, servile al Testo, alla sua presunta Verità, mortifica l’attore che diventa nient’altro che un impiegato della messa in scena.
Per questo è così importante l’operazione fatta da Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini, in questo suo monologo bilingue (francese e italiano) “La morte ride”, presentato al teatro Argomm di Milano il 23 febbraio di questo 2023. Si parte dal poemetto “L’arcangelico” di quel filosofo anomalo che fu Georges Bataille, in una traduzione che, benché fedele all’originale, sembra al tempo stesso e paradossalmente quasi una riscrittura operata da Spaziani stesso. Qui, più ancora che altrove, Bataille scrive con quella crudeltà trasognata che è segno del suo genio consacrato alla dépense. Questo nella voce di Spaziani, che percorre come un brivido nero la pelle degli spettatori, modulandosi dal soffio al grido, si rivela parola detta e non più parafrasata o raccontata, parola scagliata fuori come un incubo, parola di rovesciamenti fatali, di fatali aporie dense di una potenza sconcertante. L’informe, il caotico, l’incongruo, ci liberano da tutto ciò che codificandoci, organizzando il peso del nostro caos, ci intrappola in un corpo di concettosità alienanti. Lo spettacolo è la cronaca minuziosa di un trauma di derive, la scoperta di un tempo, di un ritmo, di un’estasi, di una trance, che Spaziani condivide con il suo pubblico, sempre pietrificato, sempre turbato. Ecco uno spettacolo che si segue con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. La tensione, sin dal mutismo iniziale dell’attore, sin dalla scenografia essenziale, è massima. La catastrofe arriva con melodie dolcissime, strazianti, ”dolorose come il cuore”.
La recensione di “Zothique n.13”, numero speciale dedicato a Thomas Ligotti | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni al numero 13 di Zothique, dedicato interamente a Thomas Ligotti; un estratto:
Il nuovo numero della rivista Zothique, dedicato allo scrittore horror di culto Thomas Ligotti, ha tutte le caratteristiche per diventare un oggetto da collezione da custodire gelosamente.
Ligotti, da qualche critico considerato l’erede di Poe e Lovecraft, non è sicuramente un autore facile e, ultimamente, è stato oggetto di accese critiche riguardo il suo nichilismo estremo. E sicuramente il suo horror nichilista non è adatto a tutti i palati, ma certo siamo in presenza di una voce originale che meritava sicuramente di essere approfondita. Il volume è quindi imperdibile per i fan dello scrittore di Detroit.Troviamo molto suo materiale, fra cui le poesie provenienti dalla leggendaria antologia Death Poems (pubblicata per la prima volta dalla Durtro di David Tibet in sole 333 copie) e qui tradotte da Pietro Guarriello. Si tratta di poesie in cui traspare l’essenza del suo nichilismo anche se non manca, in alcuni casi, una certa ironia macabra come in Genetliaco. L’impressione è quella di leggere una Spoon River scritta da un Edgar Lee Masters in acido.
In definitiva siamo di fronte a un volume monografico che fin d’ora risulta indispensabile per comprendere il genio di questo autore.