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Archivio per marzo 9, 2023

Simenon: la maschera e il vuoto – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la recensione a L’orsacchiotto, opera di Georges Simenon uscita per i tipi di Adelphi. Vi lascio alle parole del recensore, Sandro Moiso:

“Sarebbe stato un errore, però, sostenere che la sua segretaria avesse preso il posto di sua moglie. Non aveva preso il posto di nessuno. Aveva riempito un vuoto. Quanto alla causa di quel vuoto…” (L’orsachiotto, G. Simenon)

Prosegue, con l’uscita di questo romanzo, la pubblicazione da parte delle edizioni Adelphi dell’opera integrale di Georges Simenon (1903-1989). Autore sicuramente tra i più importanti del ‘900 di lingua francese che troppo spesso, grazie a una critica abituata a ragionare per generi e sottogeneri, è stato ricordato e/o celebrato soltanto per i 75 romanzi e i 28 racconti (scritti e pubblicati tra il 1931 e il 1972) che vedono come protagonista il celebre commissario Jules Maigret.
In realtà Simenon, autore tra i più prolifici, ha scritto, spesso utilizzando numerosi e svariati pseudonimi per poter pubblicare in contemporanea presso differenti editori, centinaia di romanzi e racconti che fuoriescono dal ciclo del commissario francese. Romanzi che spaziano tra storie d’ambiente piccolo borghese, se non proletario, e altre ambientate tra la ricca borghesia, sia della ville lumière che della provincia profonda della Francia del XX secolo. Con qualche deviazione spaziale verso il Belgio, in cui Simenon era nato, e altre parti del mondo.
Storie che, come vedremo anche a proposito del romanzo qui recensito, sono ascrivibili nella maggioranza dei casi al noir più classico, senza per forza con ciò voler definire un genere specifico di appartenenza. Piuttosto l’uso del termine serve, in questo caso, a delineare un ambiente psicologico e morale, prima ancora che sociale.

Simenon ci guida a comprendere che il male del noir pur essendo, come del resto tutto, un prodotto sociale, può annidarsi ovunque. Come capita in questo romanzo, pubblicato originariamente nel 1960, che narra le vicende e l’inverno dello scontento di Jean Chabot: ginecologo di fama, comproprietario di una clinica per puerpere benestanti e responsabile della Maternità di Port-Royal, un appartamento di dodici stanze al Bois de Boulogne, una moglie, tre figli e una segretaria-amante, Viviane, che si è assunta il compito di «evitargli ogni minima seccatura».
Eppure, eppure…
Lo scontento e l’amarezza sono filtrati nella sua vita. Un goccio alla volta oppure per vaste crepe che sono andate aprendosi sempre più nel suo animo, soprattutto dopo l’aver appreso della morte per suicidio di una giovanissima inserviente della clinica, “l’orsacchiotto” del titolo, di cui lui aveva approfittato sessualmente diverse volte durante i lunghi turni di notte nella stessa, tra l’urgenza di un parto e quello successivo.
Ma non è un rimestamento morale legato al senso di colpa quello che accompagnerà il protagonista fino alle ultime, drammatiche pagine delle vicende narrate. No, sarebbe troppo semplice, soprattutto per un autore come Simenon, attento osservatore dei vizi privati e pubblici, altrui e propri.
Al massimo la scomparsa della giovane affogatasi nella Senna, dopo aver saputo di essere incinta e dopo esser stata cacciata dalla stessa clinica rimanendo senza lavoro, può costituire per Chabot una lieve riverniciatura di moralità e un blando senso di colpa destinati a mascherare il ben più profondo malessere che si annida nell’animo di un uomo che pur si è autenticamente fatto da sé.

Funziona la scrittura di Simenon, sia sul piano narrativo, secca e spogliata di qualsiasi banalità o parola non necessaria, ma soprattutto come “guida” al noir, di cui rivela implacabilmente come il male, che può nascondersi in ognuno e in ogni vicenda umana, non ha bisogno di complicate trame e complotti per esplodere e manifestarsi. E neppure ha bisogno di esser compreso attraverso descrizioni minuziose di ambienti degradati che finiscono col giustificarne le azioni e le esplosioni. No, per Simenon basta la vita di ogni giorno.
E questa è la sua lezione più importante, dai romanzi di Maigret a tutti gli altri.
Compreso, naturalmente, quest’ultimo.

Libri da Yuggoth: torna l’evento milanese dedicato al weird | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine la segnalazione di Libri da Yuggoth, una ‘Strana’ fiera del libro, evento che si svolgerà alla Casa dei Giochi di Sesto San Giovanni, Milano, il 26 marzo.

Dalle 9.30 alle 19.30 di domenica 26 marzo i cancelli di Yuggoth riapriranno non solo agli appassionati del genere weird, ma anche al grande pubblico dei lettori che ancora deve scoprire questo movimento fatto di autori, editori, bookblogger e … fantastiche storie!
L’ingresso alla manifestazione è libero e gratuito, con registrazione consigliata sul sito unaghirlandadilibri.com.

Il programma della Mostra è assai nutrito, potrete rendervene conto andando sull’articolo di HM, il mio invito quindi è “chi può vada”. E che Yuggoth sia con voi.

Presente…


I racconti di un momento passato, antico, arcaico.

Estratto del racconto di Irene Drago in “Delle Eloquenti Distopie” vol. 1


Pochi giorni fa è uscito per DelosDigital, nella collana non-aligned objects, l’antologia Delle Eloquenti Distopie, il primo volume di una serie di indagini distopiche; in questa prima iterazione tre autori si sono misurati col tema, in particolare voglio presentarvi un estratto di Irene Drago che ho preso dal suo racconto Diapason, così, giusto per parlare ancora di quest’opera che ho amato curare:

— Io piaccio alla gente. Si fidano di me. Anche senza ID, precedenti…
— A me non piaci — precisò lei. — Semmai mi incuriosisci.
Ah, certo.
CoccolARe aveva memorizzato il loro rifiuto e questa volta proponeva l’atmosfera autunnale di un cottage standard, odore di torta di mele, tisane calde, libri di carta e il sollievo artificioso di non essere come gli altri.
Perlomeno non rischio di venire sul divano.
Quanto vorrei non essere così.
— Cosa fai davvero nella vita? — inclinava la testa da un lato e lui sentì pizzicargli il polso. Prese consapevolezza del suo odore sotto il profumo, e crebbe a poco a poco la necessità di affondare un’altra volta dentro di lei. L’odore era qualcosa che si imponeva di non ricordare mai, negli incontri estemporanei che affrontava distrattamente, pensando ad altro.
— La relazione poliamorosa, perdonami, non me la bevo — continuava lei. Il pouf grigio scuro le stringeva le spalle.
Per ricomporti e tenerti insieme.
— Sono un ingegnere, ho messo su qualche progetto.
— Faccio cose, vedo gente — citò lei.
Il legno finto, le pietre delle pareti smussate da ombre artificiali, la registrazione della pioggia ogni tanto aveva un glitch e scrocchiava. L’idea che fossero osservati e venduti in qualche sottocategoria pornosentimentale gli era rimasta appiccicata al cervello. Corinna di certo li teneva d’occhio, pronta a intervenire se lei avesse avuto bisogno di qualcosa, perché il legame che aveva intuito andava oltre il lavoro, ma solo da una parte, come nelle più tragiche storie d’amore.
— Stavolta vieni con me? Anche con uno sciame di FLO, se vuoi.
Il bosco finto della finestra socchiusa ebbe un’increspatura e dall’altra parte si sentì un tonfo. Una fessura sibilava nella stanza l’odore di pioggia – qualche miscuglio di ozono e foglie morte che ammucchiate in un secchio olezzavano malinconie.

A casa, il parquet scricchiolava come al solito, e insinuarsi al buio per le scale del seminterrato, orientandosi solo con i gemiti del legno, lo aiutava a lasciare indietro gli altri e pensare solo a lei.
Alessandra.
I nomi sono un costrutto sociale, l’insieme di suoni e balbettii che ti impongono i tuoi genitori per iniziare a incasellarti fin da subito nel mondo, segnalando dove finisci tu e dove inizia il resto.
— Bentornato.
Lo schermo della porta blindata era un saluto severo e impersonale, per andare oltre erano necessari dati più complessi delle aberranti stronzate richieste agli Adulti Registrati. Le altre porte erano spente, da una sola, dall’altro lato del corridoio, filtrava la luce violetta che usavano i manutentori per occuparsi della macchina.
È passato del tempo da quando siamo venuti qui.
— Lasciami stare, Freddi, non sei neanche qui davvero. — di nuovo il suo anello, ma questa volta non era un caso: immergersi nella vasca di galleggiamento lo obbligò alle solite contorsioni mentre la macchina attorno a lui si risvegliava. Strinse l’anello come se ne andasse della sua vita e in parte era davvero così. Il diapason sopra di lui era una colonna di articolazioni e fasci metallici che poco avevano a che vedere con l’idea iniziale, l’idea geniale, quella che capita una sola volta nella vita, quella che devi perseguire altrimenti sarai per sempre un fallito come gli altri.

Il libro digitale è in vendita sul DelosStore e su tutti gli altri market online al prezzo di 1.99€; qui tutti i libri della collana.

L’Avenir – La Ville


Distopia che intesse il tessuto del reale.

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Sobre Monstruos Reales y Humanos Invisibles

El rincón con mis relatos de ficción, humor y fantasía por Fer Alvarado

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Gerarchia di un’ombra

La Poesia è tutto ciò che ti muore dentro e che tu, non sai dove seppellire. ( Isabel De Santis)

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