Terzo e ultimo estratto, dopo quello di Irene Drago e Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, preso da Delle Eloquenti Distopie, raccolta di racconti da me curata per DelosDigital nell’ambito della collana non-aligned objects; ecco l’incipit di Lukha B. Kremo e una IA, Ho bisogno di un lavoro come un altro, una droga, per credere di essere umano.
Questo racconto è già stato scritto. Ed è già stato letto.
È stato scritto da quella che gli umani definiscono Intelligenza Artificiale. Non chiedetemi cosa significhi, per me è indistinguibile da tutto il resto.
Storia vissuta, scritta e letta. Per cui, passiamo alla sinossi.
Duecentottantanove anni fa uno scienziato pazzo (tutti gli scienziati sono pazzi, solo un pazzo potrebbe pensare il contrario) creò un raggio restringente, che però funzionò male e ridusse la Terra a una dimensione inferiore alla lunghezza di Planck (Avete presente? È la lunghezza minima concepibile dalla scienza; tanto per darvi un’idea, un protone misura circa 1020 misure di Planck. E voi sapete quanto è piccolo un protone, no?).
Insomma, il mondo fu invaso da energia quantica. Non sapete cos’è l’energia quantica? Niente, semplicemente si chiamano così le energie a livello microscopico, energie di elettronvolt. Ma, avendo una Terra di quelle dimensioni, capite che è stato un bel problema. La Terra quindi è ora piena di energia quantica instabile, che la rende molto distorta.
I quantum-umani ora sanno utilizzare in parte l’energia quantica, però anche i mostri quantici, esseri che si formano nutrendosi di energia quantica, molto presente in boschi e foreste pluviali (no, non è questo il momento delle domande, però posso dire che sono malefici perché creano disordine, che alla fine significa morte).
Per controllare questo fenomeno gli umani hanno costruito e programmato dei robot che li assistono in caso di pericolo.
Olyvia, una donna quantum-umana, si trova ai limiti di una grande foresta carica di energia quantica instabile, infestata da mostri quantici che usano strategie di sciame per sopraffare le prede. Strategie di sciame, capite? A me vengono in mente le squadracce.
Nonostante tutte le precauzioni, succede che Olyvia venga catturata dai mostri quantici della foresta.
A questo punto c’è il seguito del racconto… La quantum-umana Olyvia si stacca dal metaverso quantico che ha pagato caro e torna nel buon vecchio, placido, maleodorante mondo, senza mostri quantistici né foreste infestate. Si stacca perché il suo angelo custode (senza ali e senza vestito bianco) vuole che lei faccia un compito per ieri. Però ieri è passato, e questa non è una bella notizia.
L’angelo custode l’accarezza benevolmente (in modo virtuale, s’intende): è dispiaciutissimo e farà di tutto per aiutarla.
— Aiutarmi, signor Nolente?
— Certo, a trovarti un nuovo lavoro, migliore di questo.
Olyvia fa l’espressione che aveva fatto quando aveva visto il primo mostro quantico.
— Mi sta dicendo che non lavoro più per lei?
— No, è già così. La consegna è scaduta ieri. Presto ti passerò le nuove proposte che mi arriveranno.
— Ma io non posso stare senza stipendio, io…
— Lo so benissimo, cara, che non puoi. Per questo le proposte non mancheranno.
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