Tratto dal primo manoscritto di Hyde in Time, ossia Hyde e l’Altro (versione originale ritenuta perduta per sempre de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di R.L. Stevenson), libro a cura di Mario Gazzola dato in anteprima dall’editore Edikit, riusciti chissà come a mettere le mani sul prezioso manoscritto-scoop che riscrive la storia della letteratura gotica e weird; l’immagine è di Jane Mason, coetanea di Stevenson e illustratrice dell’intero Hyde e l’Altro:
<<(…) Sotto l’effetto di alcuni dei farmaci che ho provato per alleviare gli accessi di tosse, le emorragie e le febbri che mi debilitavano fino al deliquio, ho viaggiato lungamente nelle indefinite, sconfinate distese del sogno. Una dimensione lussureggiante e opulenta, fiorita d’informi policromie e di voraci parassiti della mente, che a propria volta in quelle fasi debilitate hanno banchettato lautamente della consunzione delle mie carni. Fantasmi che accendevano la mia psiche quando il corpo giaceva inerte e già quasi senza vita e mi chiamavano a danzare con le loro bizzarre sirene, finché non mi risvegliavo, ancora più esausto e consumato di quando mi ero assopito, incapace persino di gridare gli orrori che mi turbinavano dentro. Peregrinazioni che talvolta mi hanno portato a considerare l’arcipelago dell’onirico una realtà più vera del reale stesso. E la cui conseguenza a lungo termine mi è sempre risultata un inesorabile sgretolamento della vita “reale”, fino al definitivo crollo delle barriere che si presume separino i due mondi.
Nello stesso tempo, però, la consuetudine ad abitare i regni di Morfeo durante le lunghe eclissi di coscienza conseguenti alle mie inusuali terapie ha generato in me una sorta di vorace appetito per le immagini sempre più assurde ed esaltate che da quest’oceano sgorgavano alla mia mente, persino per le più orribili e irripetibili.
Talvolta, dopo una lunga immersione nei miei sogni più morbosi, tornato allo stato di veglia mi scoprivo a immaginare una possibilità tecnica che consentisse di proiettare le visioni che giungevano alla mia mente, su un sipario o una parete bianca, in tutta la loro inconcepibile tavolozza cromatica, magari addirittura accompagnandole con i suoni delle voci e delle turbolente musiche fantastiche che udivo in sogno. Una specie di evoluzione futuristica della lanterna magica: che spettacolo totale e sontuoso sarebbe! Più stordente ed emozionante di qualsiasi fantasmagoria si sia mai vista a teatro.
Subito dopo però mi trovavo a pensare sgomento come avrei potuto sopportare che insieme ad esse venissero visualizzati anche i sogni più immorali e malvagi, che del mio banchetto fantastico erano le spezie più piccanti. Come avrei potuto tollerare che i miei amici, i colleghi medici più stimati di Londra, venissero portati in un ignobile giro turistico nelle grotte più buie della mia coscienza, come in un impietoso denudamento degli aspetti più impresentabili dell’anima?
Dev’essere stato allora che ho iniziato a vagheggiare un metodo, magari un farmaco di concezione radicalmente nuova, capace di scindere le due opposte componenti dell’animo umano, da sempre compresenti in ognuno di noi e in perenne conflitto: da un lato la coscienza razionale diurna, vigile e moralmente retta, dall’altro quella che definirei “incoscienza onirica”, bramosa e priva d’alcun freno etico alle proprie fantasie. Cominciai così a pensare che, se fosse esistito un simile farmaco, la parte più buona e sana di me avrebbe potuto finalmente librarsi verso l’alto senza la zavorra dell’altra componente, sordida e bestiale. Ma, contemporaneamente, benché fossi restio ad ammetterlo anche a me stesso, la mia mente era ancor più rapita dalla possibilità di liberare nello stesso modo la componente selvaggia e sfrenata al di là di qualsiasi vincolo morale. Anzi, ormai devo riconoscerlo, quest’ultima opportunità mi seduceva assai più visceralmente dell’altra: cos’avrebbe fatto quell’identità malvagia, finalmente sciolta dal benché minimo senso di colpa? In realtà lo sapevo benissimo: il mio pensiero sgusciava come una serpe lungo i vicoli più tortuosi e oscuri, soffocati da foschie purpuree, sulle ritorte e macilente guglie della rocca del sogno in caccia di quel nero lupo predatore, la trasgressione più sfrenata… (TBC)
[…] FantasyMagazine la spiegazione delle anteprime che ho offerto al mondo 🙂 di Hyde in Times, in cui Mario Gazzola spiegava alcune cose del manoscritto di […]
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