HyperHouse

NeXT Hyper Obscure

Archivio per NeXT-Station

Christian Death – Superficie 213, Capezzano Pianore, Camaiore, Italy, 4 feb 1990


Stralci – bellissimi, una devastazione psichica di nero appiccicoso – che sorgono dalle ombre dei miei ricordi, risvegliati dopo un oblio lungo trentatré anni. Adesso ricordo bene lo stupendo perché.

T H E : N e X T : S T A T I O N – Non avrai la mia mente


Un racconto di Lukha B. Kremo su NeXT-Station, Non avrai la mia mente, in cui l’autore mostra tutte le intensità di quello che lui conosce, di quello che lui sente. È un racconto molto potente, scorrevole, intuitivo, un piccolo capolavoro di cui tutta la scena fantastica italiana aveva bisogno. Questo è l’incipit:

Le silhouette delle montagne si stagliano su un cielo dai riflessi violacei di bizzarri cumulonembi, che si compongono e si fondono come stati d’animo, fugaci come momenti.
Poi i passi di una camminata inquieta, tra le foglie secche di alberi scossi dal vento.
Gaia sente l’aria fresca e piacevole. La luce s’inabissa oltre i costoni. Il vento canta una giga d’addio. Tutto il sipario sprofonda verso un gorgo oltremontano.
Su, nel cielo senza luna, c’è un faro che illumina la coltre buia che avanza.
Il rumore dei passi s’interrompe. L’immagine del panorama si fa più vivida, dipinta. Irreale.
Ora Gaia vede cose che non sono davanti a lei. Il braccino cicciottello, gli occhi di sua madre. Il piccolo crocifisso che penzola dalla catenina al collo. Una mano chiara e vellutata. Il contatto caldo e setoso. Il suono della voce. Tutto ciò che ricorda del mondo amniotico.

T H E : N e X T : S T A T I O N – Il destino dei sogni irrealizzati


Su NeXT-Station un racconto di Marco “pykmil” Milani, bello e inconsapevolmente restauratore dei nostri vecchi nick connettivisti: Il destino dei sogni irrealizzati. Vi incollo qui sotto l’incipit, bello come il sole di mezzanotte.

Capitolo 1 – Morte
La Luminosità sarà la mia prossima esperienza. Non posso più lottare, non ne ho più voglia. Sta sorgendo in me questo senso di trascuratezza, di caldo e freddo insieme, come se dolore e piacere si manifestassero allo stesso tempo. È un’esperienza intensa, la sento piena e potente, l’esperienza dell’unitarietà in cui gli opposti sono un’unica cosa. Lo sforzo duale per cercare di essere qualcosa di unico è totalmente confuso dalle due forze estreme: speranza e paura. I due sono così vicini da permettermi un certo rilassamento, e capisco… quando si smette di lottare la Luminosità si manifesta naturalmente. Sono pronto.
È un semplice velo, consolatorio, che lascia spazio a ogni congettura e al contempo comunica l’assoluta inutilità di qualsivoglia intento. Il messaggio è chiaro, come se l’aver vissuto fosse un istante realizzato in quella circostanza e immediatamente suggellato, cancellato. Il pensiero è unico, prima di svanire. Quando si perde, mi guardo intorno e resto in ascolto, in attesa di sensazioni.
Nebbia…
Chiudo gli occhi e mi concentro. Nebbia… Ed è un frangente quasi torrido, per una spirale travolgente che mi strappa verso l’alto. Poi è un vorticare caldo, subito caldo e quindi tiepido. Mi accompagna un sibilo brillante e crescente. Il senso finale è una scossa forte, completamente intima, e mi ritrovo a chiedermi cosa stia succedendo.
Battute di gong…
Percussioni costanti per una risonanza dapprima gravosa ma via via più familiare, bendisposta, rasserenante. Percepisco l’assenza di gravità insieme alla progressiva tranquillità e al desiderio di lasciarmi trasportare. Volare mi ha sempre fatto paura, incrociare il vuoto generato orrori psichici, la minima altitudine provocato vertigini. Sorrido ai ricordi e continuo a sentirmi come un estraneo in qualcosa di precedente insieme al nuovo cui sono avviato, volteggiando ormai in uno stato beato e strabiliante.
Battute… di gong…
La splendente luminosità della morte.

T H E : N e X T : S T A T I O N – Totalitarismi, ruoli di genere e maternità: uno sguardo alla narrativa distopica delle donne


Su NeXT-Station è appena uscito un articolo di Linda De Santi che intercetta le linee semantiche tracciate a partire dalle distopie di Margaret Atwood. Un estratto:

Da qualche tempo il panorama narrativo contemporaneo si è arricchito di distopie scritte da donne, soprattutto in seguito al successo della trasposizione televisiva di Il racconto dell’ancella. La narrativa fantascientifica e l’attenzione del pubblico si rivolgono oggi con crescente interesse ai temi dei diritti delle donne.
In realtà la narrativa distopica femminile non è un fenomeno recente: le donne scrivono distopie da decenni e già autrici come Ursula K. Le Guin, Octavia Butler, Angela Carter hanno affrontato i temi su cui oggi si sta concentrando l’attenzione di scrittrici e lettori. Tra questi troviamo i ruoli di genere e i loro vincoli, ma anche, più in generale, i temi della parità e dell’uguaglianza, e il timore che il percorso dell’umanità verso il loro pieno raggiungimento possa essere arrestato o addirittura invertito (“L’idea che la storia progredirà sempre è una fantasia”, ha detto Margaret Atwood in una recente intervista).
Su questo primo corpo di letteratura si basano anche le opere distopiche femministe più recenti, in cui, come da tradizione del genere, la lente della fantascienza viene usata per far risaltare alcune preoccupazioni che pervadono la contemporaneità. (Per approfondimenti sul genere distopico, si veda anche l’articolo di Salvatore Proietti Distopia, Andata e Ritorno.)

Anteprima del nuovo numero di NeXT-Station


Tornano gli interventi su NeXT-Station. Un lauto antipasto del numero nuovo che presumibilmente uscirà a settembre, con una splendida sorpresa, ma solo per chi non la conosceva già: un magnifico racconto sul concetto di memoria scritto da Linda De Santi; poi il mio contributo per la rubrica Pulse, che racconta dei concerti del passato (quindi anche qui si va sul filo della memoria). Infine, un grandioso contributo di Roberto Paura che racconta di Nils Aall Barricelli e dei suoi modelli di machine learning.

Buona lettura, e vacanze, da parte di NeXT-Station, dai suoi curatori Giovanni De Matteo e Salvatore Proietti.

L’incanto di Bambola pubblicato in Giappone | KippleBlog


Su KippleBlog la segnalazione della pubblicazione in Giappone di un racconto di Lukha B. Kremo. Complimenti, caro Luca, complimenti bellissimi!

Il racconto “L’incanto di Bambola” di Lukha B. Kremo, già uscito in italiano nella raccolta “Supernova Express” e in inglese su “NeXT International”, è uscito in Giappone su “SF – Fanzine of Science-Fiction and Facts”.

T H E : N e X T : S T A T I O N | Dove eravamo rimasti?


È online il numero 4 della webzine NeXT-Station.org, curato come sempre da Giovanni De Matteo e Salvatore Proietti. In effetti, come dice Giovanni stesso nell’editoriale, è passato un po’ di tempo dal numero precedente della zine, che non vuol dire che si è stati fermi, ma tutt’altro. Il risultato è in calce all’editoriale, con una serie di articoli e rubriche (qui e qui i miei contributi) che appianano un po’ l’abisso del tempo passato, e dopo che NeXT è in stasi forzata da un eone più o meno simile a quello di NeXT-Station, ritrovare la voglia di fare informazione organizzata sulle volumetrie di una rivista è qualcosa che ci mancava, che mancava pure a me. Datevi da fare, leggete le novità che abbiamo disseminato nel tempo e preparatevi al salto quantico connettivo, si prevedono emancipazioni cognitive notevoli.

Tuxedomoon – The Waltz


Ricordo di averlo visto l’8 agosto 1984, al Circo Massimo, durante un loro concerto. Altri tempi, altri media, altre suggestioni e meraviglie. Tra l’altro, questo brano è stato a lungo la sigla finale del mio Tersicore, ma questa è un’altra storia (ciao Peter…).

T H E : N e X T : S T A T I O N – Francesco Trulli – L’Universo Finito


Su NeXTStation.org un altro intervento per festeggiare il decennale del Connettivismo: parliamo della poesia di Francesco Trulli – L’Universo Finito, a cura di Alex “Logos” Tonelli.

Versi dirompenti a avvolgenti, vi lascio all’antipasto qui sotto e vi invito a leggere l’articolo:

l’universo finito

mi sono permesso di bussare alla tua porta una volta di più
una volta ancora
una volta in più

mi sono osservato consumare
in balia di sussidi e ciotole di cibo secco
convinto che una seconda alba potesse di me
dipingere solo ornamenti

mi sono poi chiuso in gabbie sempre più strette
in stanze sempre più vuote
e dal fruscio delle cose ho ascoltato le sole apparenze
senza reagire alla curvatura dei pianeti
e ho sentito scricchiolare l’universo
collassare le vie parallele
udito la lava colare dai satelliti della parzialità

interi asteroidi scollati e disuniti
vibravano al cospetto
di fuochi e fatui riflessi

inconsistenti friabili
eppur poetici

ho dato ascolto allo scricchiolio della terra
immagazzinato i rumori lontani
e fissato il tempo nei quadri appesi
nelle cantine degli inascoltati
dove l’umiltà delle amanti si nasconde nell’ignoranza della strade

e ho consolato il crollo delle anime
giustificato il senso compromesso della spontaneità
creato equazioni impossibili
che potessero risolvere enigmi isterici

…e ho perso il suono incantevole del fiato leggero…

vedo
ora
le gocce cadere
scivolare lisce
scendere piano
posarsi lente

chiudersi amorfe

T H E : N e X T : S T A T I O N – I nuovi articoli


Nuove proposte per festeggiare i dieci anni del Connettivismo sulla e-zine del Movimento, NeXT-Station.org: Giovanni “X” De Matteo propone uno splendido articolo su Istanbul, a cura di Fernando “BlackHoleSun” Fazzari, un piccolo saggio sullo scrittore giapponese Murakami, a firma di Alex “Logos” Tonelli, e due miei interventi riguardo un vecchio gig dei Death in June (Roma, 1991) e una mia considerazione socio-economica (non aspettatevi discussioni sui massimi sistemi) relative al costo dei beni commerciali, già comparsa su HyperNeXT.

Questo è solo l’antipasto della ricorrenza decennale, KeepTalking!

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