HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Progetti
Albergare
Torme di forme allergiche alla complessità inumana albergano nelle stanze dei grimori psichici.
Feel you
Lo sento arrivare nella lanugine dei pioppi, di questi giorni, e se da un lato essa è un mio simulacro, dall’altro è il ricordo di quando lui scivolò via, mentre l’aria diveniva più temperata.
Sormontato che addolora
Il fiume di aspettative si raccoglie attorno a un concetto di flusso, quando l’idea è sormontata da uno stato di prostrazione che addolora.
How to…
Come impattare con nuovi orizzonti, che ancora non si scorgono? Come rendere uno spazio che ha e continuerà ad avere una sua specifica impronta, nuovamente nuovo?
Riprogettazione, nuovo e passato in costruzioni simbiotiche
Nella riprogettazione degli spazi si avvia il discorso interiore su cosa e come fare, da una nebbia cognitiva uscirà fuori l’idea giusta e lo spazio così com’è sarà trasformato in una nuova infrastruttura, che ricorderà intrinsecamente la vecchia.
Essenze imperiali
Il cielo imperiale si colora di strani impulsi psichici, una binaria concettuale che traduce per difetto ciò che è inumano.
…e atterri in una landa inaspettata, unica di te stesso…
Va dove ti porta il flusso dei pensieri, partendo da un fatto poco conosciuto il ragionamento ti accoglie nella trascendenza di un universo surreale, potente, arcaico ed estremamente futuribile, meravigliosamente immorale perché inumano e postumano.
Vertigine epifanica
La vertigine di una visione proiettata verso la condensazione del reale per farla uscire da un’altra parte del buco nero, trasformata, schiacciamento dei significati, mi sorprende come un’epifania.
Sfrondare la barriera
Sfrondare la barriera oltre la quale non sei più andato, perché è salutare andare oltre, perché il tuo motivo di esistere è lì, è qualcosa da scolpire sui neuroni modificati del tuo essere.
Il regno del limite
Traccio il mio dolore attraverso i marker psichici endogeni, quello che ho imparato a riconoscere nello svolgere entropico del tempo. Mi accompagnano suoni e suggestioni, perché l’abisso in cui sono caduto è una trappola che non genera, ma distrugge; però, dal buco nero fuoriescono saltuariamente raggi di luce, così come dal mattatoio ogni tanto un essere vivente riesce a fuggire dall’olocausto: ho ancora qualcosa da dire quando capto raggi inumani parlarmi, la comunicazione quantica con l’insondabile costituisce il mio regno del limite.