HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Versi
Sorpreso oltre
Sorpreso oltre la staccionata da un fortunale
non riesco a tornare e mi lascio attraversare da onde di nero
male e tempo
strutturati in un abisso di emozioni surreali.
Inno funebre
Rispecchiano nei miei occhi i riflessi di un mare azzurro
complesso
inumano;
quando le foglie vi si adagiano sopra
muoiono di un bellissimo inno funebre.
Momento acido
Nella discendenza che io sono
ritrovo semiotiche dell’irreale
armi subliminali e frante
per uccidere la metafisica,
lontano ricordo di religioni.
Ho dichiarato guerra alla corruzione
alla lontananza del momento acido,
vesto le armi affilate nel sangue antico.
* Grazie ad Alex Tonelli per il suo fantastico labor limae sulla mia silloge poetica sciamanica, che spero uscirà tra un po’ di tempo e di cui questo brano è un piccolo estratto; la parte più corposa del lavoro è ora completata.
Il dottore psichico
Posso restare se mi disegno distanze ematiche sul corpo
una mappa interiore visibile a me e me soltanto
istantanee di un percorso psichico verso il siderale.
Ti lascio libera l’interpretazione
hai bisogno di illuminazioni sacre e perciò
tira le fila della comprensione, sei il dottore psichico.
Vie inverse
I sentieri si ribaltano nella mia visione
mostrano le vie verso le specularità inverse mentre il cielo si capovolge
io mi abbarbico alle mie stesse idee.
Le albe divengono riferimenti
Tu sembri una perfezione navale a solcare i flutti siderali
mi appari nel tuo momento culminante per essere poi
l’essenzialità che mi conquista psichica,
la necessità di non essere più il chiarore di un’alba perfetta e corrotta.
Questi ascolti
Ti ascolto in questa rappresaglia dei sensi
come se tutto fosse una recrudescenza dell’incarnato
un movimento reazionario delle inutilità divenute ancora una volta vive
ma vive di quell’inutilità animale.
L’ipercasa
Provo a rendermi inesistente
a lasciarmi andare sulle onde mefitiche dei flutti dimensionali
mentre le stanze della mia casa si rimpiccioliscono
e rimangono bagnate di universo quantico.
Il tempio in attesa
Ho un’estrusione onirica
sul dito, da una distanza dal cielo
che misura me e le infinite occorrenze che non conosco
che abbaglia col suo lastricato di visioni
e di piccoli dolori
lì dove esiste il punto di selezione di sogni catturati nel vortice
negli strani attrattori psichici.
Simboli, certo
allegorie,
eppure ora misuro la distanza tra lì e la mia forma inumana
e sono soggiogato e affascinato
come un tempio della mia vastità che attende me.