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Continua la Guerra globale di Claude Lalumière | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di Il fronte utopista, racconto lungo di Claude Lalumière che ci porta in una Francia alternativa; la quarta:
Il mondo rotola verso la Seconda Guerra Globale. La situazione in Europa sembra calma, ma è una calma apparente, pronta a essere ribaltata da una serie di attentati terroristici. La colpevole, almeno secondo le autorità di Utopia, lo stato francese, è una ex amante del protagonista, che viene convocato proprio per mettersi in contatto con lei. Ma le cose non stanno come sembrano, e la situazione sembra precipitare.
BANDO PREMIO SHORT-KIPPLE 2021 | KippleBlog
[Letto su KippleBlog]
Kipple Officina Libraria bandisce per l’anno 2021 la XI edizione del Premio Short-Kipple per il miglior racconto di genere fantastico
1) Sono ammesse solo le opere in lingua italiana inedite, mai pubblicate su carta, digitale e/o sul web, nemmeno parzialmente. I racconti devono avere la lunghezza minima di 5 cartelle dattiloscritte e massima di 20 cartelle (per cartella s’intende, all’incirca, una pagina da 60 battute di 30 righe, cioè 1800 caratteri spazi inclusi). Sarà tenuta conto una tolleranza del 10%.
2) Il contenuto deve essere esclusivamente fantastico.
I generi ammessi sono:
– Fantascienza e distopia (hard science-fiction, ucronia, cyberpunk, steampunk, bio-punk, anticipazione, ecc.)
– Weird (new weird, neo-noir, horror, urban fantasy, ecc.)
Testi di qualsiasi altra natura non verranno presi in considerazione.
3) È possibile partecipare con più opere.
4) La scadenza è fissata per il 15 settembre 2021.
5) La quota di partecipazione è fissata in 6 € per ogni opera, da accreditare entro il 15 settembre 2021:
a) tramite paypal, all’indirizzo: kol@kipple.it
b) con accredito sul conto corrente postale n° 43103274 con causale “Premio Short-Kipple 2021”
c) con bonifico alle coordinate bancarie: IBAN IT95W 07601 01600 000043103274 intestate a Gianluca Cremoni Baroncini con causale “Premio Short-Kipple 2021”
6) I racconti devono essere spediti in allegato all’indirizzo: kol@kipple.it indicando nel titolo dell’e-mail “Premio Short-Kipple 2021”.
Nel corpo della mail dovrà essere presente: il Titolo (o i titoli) dell’opera, l’Autore e la dicitura: “dichiaro che l’opera allegata non deriva da plagio e di essere in possesso di tutti i diritti a esso connessi; ai sensi del d.lgs. 30 giugno 2003 n.196” e “acconsento al trattamento dei dati personali da me forniti”.
In allegato dovrà esserci il testo salvato preferibilmente come “titolo opera” di “nome autore” (con nome dell’autore, il titolo dell’opera e un indirizzo email sul frontespizio della prima pagina) e deve essere presentato in formato elettronico .doc, .rtf, .odt o .docx e, sempre in allegato, la ricevuta del pagamento (o screenshot).
7) Il vincitore del Premio avrà diritto alla pubblicazione del racconto in formato digitale nella collana “Capsule”, distribuito su tutti i portali online (Amazon, Kobobooks, IBS, ecc.).
Riepilogo:
Lunghezza: min 5 max 20 cartelle
Scadenza: 15 settembre 2021
Invio a: kol@kipple.it in formato .doc, .rtf, .odt o docx
Quota di partecipazione: 6 € ogni racconto
Lankenauta | Il Dio Degli Incroci
Su Lankenauta la recensione a Il Dio Degli Incroci, saggio di Stefano Cascavilla che esplora l’affascinante mondo del genius loci, l’anima – o lo spirito – di un determinato luogo.
L’autore ha viaggiato parecchio intorno al globo, sempre alla caccia di questi spiriti e nelle pagine del libro ci sono molteplici riferimenti a luoghi, culture, popolazioni e tradizioni di tutti i continenti: Mali, Pakistan, Perù, Europa, ovviamente non manca l’Italia e in particolare Roma, la cui cultura fu una delle più ricche in termini di spiritualità legata ai luoghi. Insomma sembra quasi una sorta di viaggio attorno al mondo che ci fa scoprire come tutti gli esseri umani durante la storia abbiano cercato in qualche modo di spiegare quel legame che sentiamo in certi posti.
Questi brevi reportage di viaggio durano in genere un paio di paragrafi da cui l’autore poi prende spunto per argomentare un concetto specifico o un aspetto particolare riguardante gli spiriti dei luoghi. Forse queste sezioni del libro avrebbero potuto essere sviluppate un po’ di più, in modo da alternare meglio il “vissuto” con la “teoria”.
La parte teorica, infatti, assume l’aspetto di spiegazioni del pensiero di numerosi pensatori come, uno su tutti, il tedesco Jung, passando poi per Plotino, Goethe e molti altri. Alcune pagine sembrano in effetti un ripasso della filosofia imparata al liceo e hanno quindi il limite di poter risultare sia molto interessanti che molto noiose, dipende dal lettore.Il sottotitolo forse ci rivela il messaggio alla base del libro, si tratta di una frase di Servio Mario Onorato, retore del IV secolo “nessun luogo è senza genio”, concetto ribadito anche alla fine del libro: “Potremmo comprendere finalmente che anche la collina, l’albero, il campo hanno un’anima e che, alla fine, quell’anima è anche la nostra.”
Un libro che spazia dal reportage di viaggio al manuale di filosofia, passando per molteplici altre materie tra cui storia, architettura, geografia, antropologia e psicologia.
Cut-Up Publishing presenta “Guida ai migliori 150 libri horror” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Guida ai migliori 150 libri horror, saggio curato da Alessandro Manzetti; è una completa e ragionata pubblicazione immancabile per chi ha la passione dell’Horror e, certamente, di tutto il Fantastico. In uscita per Cut-Up.
La quarta:
Dal due volte vincitore del Bram Stoker Award una guida essenziale ai 150 migliori libri di narrativa horror, dark fantasy e weird pubblicati dal 1986 al 2020, con schede commentate e a punteggio per singola opera, con preziosi contributi di grandi autori, editor e critici internazionali.
Una Guida che non ha precedenti, un libro essenziale da tenere sul comodino, per tutti gli appassionati del genere e per chi vuole andare alla scoperta delle migliori opere del fantastico mondiale.
Negli oscuri meandri di Carcosa – A X I S ✵ m u n d i
Su AxisMundi un lungo articolo che setaccia, attraverso la pubblicazione Carcosa svelata, di Marco Maculotti, la serie TV True detective, fonte di letture e riletture del reale che affondano nella trascendenza e nel kernel attuale del Fantastico. Un estratto:
In un’era in cui la produzione di serie tv è continua, persino asfissiante, ce ne sono poche che si prestano a essere analizzate a fondo. La prima stagione di True Detective è una di queste. Che il serial di Nic Pizzolatto sia strutturato su una profonda base filosofico-letteraria dal 2014 a oggi l’hanno capito in molti. Eppure, pochi hanno osato penetrarvi all’interno.
Svelare Carcosa, attraverso uno studio profondo dei misteri che le gravitano attorno, approfondendo simboli, influenze e richiami (più o meno espliciti) presenti nell’opera di Pizzolatto. Maculotti parla di appunti, ma il suo lavoro è molto di più: tredici capitoli, suddivisi in tre parti e accompagnati dalle perturbanti illustrazioni di Marco Sabbatani, in grado di trasportare il lettore all’interno della città perduta e nella mente dei suoi personaggi principali. Una lettura da compiere tutta d’un fiato, come se si partecipasse a un rito o si guardasse una serie tv. Ci sarà tempo poi per ritornare sulle singole parti, rimarcare i richiami interni e delineare nuove connessioni.La struttura del libro è organica, ben articolata, ma anche sorprendente. Parlando di True Detective, ci si sarebbe potuti aspettare che la prima parte fosse incentrata su Thomas Ligotti, lo scrittore statunitense fonte di ispirazione principale del regista. Invece Maculotti stupisce, prendendo le mosse dai legami della serie con fatti reali e di rilevanza sociale. Parliamo dei parallelismi tra la Setta della Palude e il Bohemian Grove californiano, tra il «posto dove uomini ricchi vanno ad adorare il demonio» e i casi di cronaca nera avvenuti prima dell’uscita del serial, tra True Detective e altri prodotti cinematografici, da Rosemary’s Baby di Roman Polanski a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Un primo capitolo agghiacciante, che presenta il sostrato narrativo e solleva inquietanti interrogativi sulla realtà.
Da qui la narrazione prosegue seguendo due filoni tra loro complementari: uno fantastico-letterario e un altro mitico-filosofico. Il primo viene trattato nella seconda parte. Qui Maculotti ripercorre le origini di Carcosa, la città perduta menzionata per la prima volta da Ambrose Bierce nel suo racconto del 1885 An Inhabitant of Carcosa e dieci anni dopo da Robert W. Chambers nella sua celebre raccolta The King in Yellow. Proprio nel racconto che apre l’opera, il narratore introduce il volume maledetto, di cui non si riesce a liberare, con queste parole:Lessi e rilessi quelle pagine e piansi, risi e tremai in preda a un orrore che a volte mi assale ancora oggi. Ed è questo che mi turba, perché non posso dimenticare Carcosa, dove nel cielo risplendono stelle nere e dove le ombre dei pensieri degli uomini si allungano nel pomeriggio, dove i Soli gemelli affondano nel lago di Hali: la mia mente conserverò per sempre il ricordo della Maschera Pallida.
Elementi che troviamo, in forma rielaborata, in True Detective. Sia nei racconti di Bierce e Chambers che nella serie di Pizzolatto, Maculotti sottolinea come «chi sperimenta Carcosa durante una visione […] sembra improvvisamente condotto mentalmente a una preter-esistenza al di fuori del tempo, il cui ricordo causa un vero e proprio trauma emotivo». Una forma di pazzia derivata da un’esperienza estatica, tanto irresistibile quanto terrificante.
Oltre ai due autori di fine Ottocento, la trattazione spazia tra le innumerevoli connessioni letterarie con l’universo mitopoietico derivato dalla città perduta. In questo senso vengono richiamati, tra gli altri, i maestri del fantastico Howard Phillips Lovecraft e Abraham Merritt, ma è nel rapporto con Il grande dio Pan di Arthur Machen (di cui Maculotti è grande conoscitore) che l’analisi è particolarmente sottile. La pazzia estatica derivata dal Re in Giallo di Chambers sarebbe paragonabile, infatti, alla regressione protoplasmatica dovuta alla visione del Pan di Machen: entrambe esperienze che conducono al disfacimento fisico e psichico dei disgraziati beneficiari. In True Detective la tematica viene riproposta nell’ultimo capitolo, quando Rust Cohle rivela al collega Martin Hart la sua discesa abissale durante il coma:
C’è stato un momento in cui ho iniziato a scivolare nell’oscurità. Era come se fossi diventato un essere senza coscienza con una vaga consistenza nell’oscurità e sentivo che quella consistenza svaniva. Sotto l’oscurità c’era un’altra oscurità, un’oscurità che era più profonda, calda. Era come se fosse tangibile.
Atti creativi in trascendentale
Affermi di essere la distanza stessa e le parole che pesano se stesse in un contesto artistico e cerebrale; poi divieni muto, poi divieni divino, e il passaggio dall’ordinario allo straordinario si trasforma in un atto creativo unico, surreale, seminale e trascendentale.
Alvei creativi
Ruberie lasciate andare sulle onde virali di un’idea divengono subito atti geniali, piste da seguire negli alvei della creatività.