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Archivio per Deliri

DANZA MACABRA – domenica 30 aprile | Presentazione “Tenebre Future” e reading “Schegge di Ossidiana” (last seal)


Domani 30 aprile, nell’ambito della magnifica rassegna Danza Macabra che si svolge dalla fine di marzo al Defrag di Roma in via Isole Curzolane 75, a cura del collettivo Crush, sarò due volte ospite (qui l’evento FB):

– alle 17.00 per la presentazione del libro Tenebre Future de La Nuova Carne Edizioni, assieme agli autori Paolo Di Orazio e Andrea Manenti, coordina Eleonora D’Agostino;

– alle 18.00 con la performance imperiale Schegge di Ossidiana, che mi vedrà protagonista accanto a Ksenja Laginja con l’accompagnamento musicale e Dj Set di Stefano Bertoli.

Ci vediamo lì?

SYD BARRETT: “HAVE YOU GOT IT YET?” – IL TRAILER DEL NUOVO DOCUMENTARIO | PINK FLOYD ITALIA


Su PinkFloydItalia l’annuncio dell’uscita di Have You Got It Yet? The Story of Syd Barrett & Pink Floyd, documentario su Syd Barrett e su cosa ha significato per lui e per noi il periodo in cui è stato con i Floyd, all’inizio della loro parabola. In basso il trailer del film:

Icona di culto, enigma, recluso… la vita di Syd Barrett, membro fondatore dei Pink Floyd, è piena di domande senza risposta. Fino a oggi.
Mettendo insieme la sua ascesa cometaria alla celebrità pop, i suoi impulsi creativi e distruttivi, l’esaurimento nervoso, l’uscita dalla band e la successiva vita solitaria, questo documentario si inserisce nel contesto sociale degli esplosivi anni Sessanta. Diretto da Storm Thorgerson (Hipgnosis) e dal pluripremiato regista Roddy Bogawa, presenta nuove interviste agli amici, agli amanti, alla famiglia e ai compagni di band di Syd, Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason. Il documentario – che prende il nome da una canzone inedita che Barrett portò alle sue ultime prove con i Pink Floyd – include anche interviste a legioni di artisti ispirati dalla breve permanenza di Barrett nella band – Pete Townshend degli Who, Graham Coxon dei Blur, Andrew VanWyngarden degli MGMT e altri ancora – oltre agli ex manager dei Pink Floyd Peter Jenner e Andrew King, al drammaturgo Tom Stoppard e alla sorella di Barrett, Rosemary Breen.
Il sito ufficiale del documentario: https://www.sydbarrettfilm.com/

DANZA MACABRA – domenica 30 aprile | Presentazione “Tenebre Future” e reading “Schegge di Ossidiana” (second seal)


Domenica 30 aprile, nell’ambito della magnifica rassegna Danza Macabra che si svolge dalla fine di marzo al Defrag di Roma in via Isole Curzolane 75, a cura del collettivo Crush, sarò due volte ospite (qui l’evento FB):

– alle 17.00 per la presentazione del libro Tenebre Future de La Nuova Carne Edizioni, assieme agli autori Paolo Di Orazio e Andrea Manenti, coordina Eleonora D’Agostino;

– alle 18.00 con la performance imperiale Schegge di Ossidiana, che mi vedrà protagonista accanto a Ksenja Laginja con l’accompagnamento musicale e Dj Set di Stefano Bertoli.

Ci vediamo lì?

DANZA MACABRA – domenica 30 aprile | Presentazione “Tenebre Future” e reading “Schegge di Ossidiana”


Domenica 30 aprile, nell’ambito della magnifica rassegna Danza Macabra che si svolge dalla fine di marzo al Defrag di Roma in via Isole Curzolane 75, a cura del collettivo Crush, sarò due volte ospite (qui l’evento FB):

– alle 17.00 per la presentazione del libro Tenebre Future de La Nuova Carne Edizioni, assieme agli autori Paolo Di Orazio e Andrea Manenti, coordina Eleonora D’Agostino;

– alle 18.00 con la performance imperiale Schegge di Ossidiana, che mi vedrà protagonista accanto a Ksenja Laginja con l’accompagnamento musicale e Dj Set di Stefano Bertoli.

Ci vediamo lì?

Ricchi in fuga – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la recensione di Gioacchino Toni a Solo i più ricchi, saggio-diario di Douglas Rushkoff  edito da Luiss University Press. Intrigante, interessante, istruttivo, fa riflettere a fondo – come, devo dire, gran parte della produzione di quest’inaspettata casa editrice, da cui ti aspetti ben altro che la feroce critica al sistema cognitivo che la sostiene.

Cinque tra gli uomini più ricchi del pianeta invitano un massmediologo marxista in una località segreta nel deserto per ricevere una consulenza circa l’efficacia dei piani di fuga a cui stanno pensando in vista di quello che chiamano l’Evento, una non meglio definita catastrofe che prevedono si stia per abbattere sulla Terra.
Non si tratta di un romanzo o di un film. Questo è quanto è realmente accaduto a Douglas Rushkoff, docente di teoria dei media e di economia digitale presso il Queens College di New York, divulgatore sui temi dell’innovazione e dell’hi-tech e conduttore del celebre podcast “Team Human”.

Il volume si apre con lo stupore dell’autore per la bizzarra proposta ricevuta di raggiungere un lussuoso resort situato in una imprecisata località nel deserto al fine di fornire un suo parere sul “futuro della tecnologia” a un gruppo si uomini di affari. Trattandosi di un’offerta economicamente importante, lo studioso accetta pur attendendosi la classica raffica di domande volte unicamente a comprendere se vale o meno la pena investire su questa o quella trovata tecnologica nel totale disinteresse circa l’impatto che avrebbero avuto sulla società. Dopo un viaggio aereo in prima classe, proseguito poi in limousine, raggiunto un lussuoso resort in mezzo al nulla, il “massmediologo marxista”, come egli stesso si definisce, scopre di non dover tenere una conferenza a una platea di invitati ma bensì dialogare con soli «cinque tipi ricchissimi» appartenenti «alla più alta élite nel campo degli investimenti tecnologici e dei fondi speculativi» (p. 10).
Cosa diavolo vogliono da lui costoro? Qualche dritta su ove conviene investire in ambito tecnologico? Ed eccoci alla vera sorpresa: a costoro interessa capire quale zona del mondo subirà di meno la futura crisi climatica, se la minaccia principale deriverà dal cambiamento climatico o da una guerra biologica, quanto si potrà resistere isolati senza aiuto esterno e come potranno continuare ad esercitare la loro autorità sulle forze di sicurezza che dovranno difenderli nei loro bunker da razzie o ammutinamenti dopo l’evento. «L’Evento. Era il loro eufemismo per il collasso ambientale, le rivolte nelle strade, l’esplosione nucleare, la tempesta solare, il virus inarrestabile o l’hack informatico in grado di bloccare ogni cosa» (p. 11).

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WestWorld: la valle della disrupzione / 3 – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la terza disamina sul mondo degli androidi, sulle loro evocazioni umane, sui significati semantici che nascono dal brodo politicoeconomico da cui sono stati concepiti. Un estratto significativo:

Diventando oggetti presenti nel processo comunicazionale, gli hosts, chiara allusione alle tecnologie digitali, sono diventati cose. Sono diventati cioè parte del processo percettivo del soggetto e, in questo modo, hanno cominciato un’opera di codificazione constante dei comportamenti umani. In quest’opera – identificabile nel modo in cui i motori di ricerca, i social media, o alcune società di marketing politico maneggiano i dati generatesi nel processo comunicativo di ogni singolo individuo – l’illusione transumanista, così come lo sviluppo di entità tecnologiche intelligenti a tutti gli effetti, rappresenta solo una scusa perfida e perfetta per portare avanti la mappatura dei più intimi pensieri e dei più profondi desideri di ogni individuo. E, a mio avviso, è proprio questa la denuncia che sembra evidenziarsi nella terza stagione di WestWorld, una denuncia capace di rendere noto e ricordare chiaramente che il capitale non è altro che una forza di produzione di desideri. E forse non è mai stato altro. Questa natura del capitale ben si palesa nella forza egemonica di Hollywood, forza magistralmente analizzata e criticata da Horkheimer e Adorno nel loro fondamentale Dialektik der Aufklärung (1947)2.

Come già sottolineato nel dibattito sulla produzione nell’era post-fordista, il lavoro si è spostato progressivamente verso la generazione e lo scambio di informazione. Questo fenomeno non solo permette di evidenziare l’affermarsi del capitalismo cognitivo, oggi – nel nostro contesto digitale – ormai sotto gli occhi di tutti, ma offre qualche indizio circa la nuova capacità del capitale di inglobare l’informazione in tutte le sue manifestazioni. Vale a dire, come sembra possibile evincere da una (ri)lettura attuale del testo (degli anni Novanta) di Paolo Virno, Virtuosismo e rivoluzione, la forza del capitale finisce per assorbire e scambiare il lavoro con l’attività, inclusa l’attività politica. Questo fenomeno mette in luce la capacità del capitale, soprattutto nella sua fase post-fordista, di assorbire e posizionare nel flusso reificante lo scambio d’informazione del processo quotidiano di comunicazione con l’altro e cioè, di assorbire anche il semplice scambio comunicazionale, la semplice relazione con il prossimo.
Quando Baudrillard delinea la trasformazione del lavoro, che da forza diventa segno tra i segni, permette proprio di identificare questa nuova capacità del capitale attraverso la nozione di ‘scambio’ (échange):

“Poiché il lavoro non è più una forza, è diventato un segno tra i segni. Si produce e si consuma come tutto il resto. Si scambia con il non-lavoro, il tempo libero, secondo un’equivalenza totale, è commutabile con tutti gli altri settori della vita quotidiana. Né più né meno “alienato”, non è più il luogo di una “prassi” storica singolare che genera singolari relazioni sociali. Non è niente più, come la maggior parte delle pratiche, di un insieme di operazioni di segnalazione. Rientra nel disegno generale della vita, cioè nell’inquadramento da parte dei segni3.

Tuttavia, benché la nozione di scambio permettesse di intuire che il capitale avrebbe potuto inglobare ogni forma di informazione, lo scambio quotidiano compreso, non sembrava possibile che questa forza inglobante e reificante sarebbe stata in grado di sviluppare la capacità tecnologica di includere nella mercificazione azioni apparentemente al di fuori del processo produttivo. Come ci insegna la figura dello host, la forza reificante oggi trova terreno fertile anche nei gesti quotidiani, nella frase fatica e nella sua intonazione, in ogni piccolo gesto, smorfia e frammento del puzzle infinito, mutante e collettivo che costruisce il desiderio individuale. Ed è proprio qui, in questo fenomeno su cui si fonda l’attuale capitalismo cognitivo, che gli hosts diventano classe.
Gli hosts sono individui, ma allo stesso tempo sono forza collettiva, e per questo la figura dello host si posiziona tra la figura tradizionale dell’automa e quella del robot. Tuttavia, lo host presenta una forte componente di robot che emerge solo nel momento in cui si accetta la natura del capitalismo cognitivo. Infatti, l’esistenza degli hosts si fonda sul loro sfruttamento: essi sono lavoratori, schiavi la cui forza viene impiegata nella produzione immateriale. A differenza del robota ideato da Čapek, gli hosts sono schiavi della produzione dell’informazione, non della produzione materiale4.

Disforie


Mostri i ricordi come una disforia di specie, ne apprezzi i contorni ma non ne capisci i contenuti: pensi davvero basti ciò per avere un’idea empatica di cosa si sta prospettando davanti a te?

Vacue realtà


Niente da respirare, perché nulla è finalizzato al tuo essere: vuoi davvero continuare a far parte di quest’universo di vacue realtà legate al business?

DANZA MACABRA – 30 aprile | Presentazione “Tenebre Future” e reading “Schegge di Ossidiana”


Domenica 30 aprile, nell’ambito della magnifica rassegna Danza Macabra che si svolge dalla fine di marzo al Defrag di Roma in via Isole Curzolane 75, a cura del collettivo Crush, sarò due volte ospite (qui l’evento FB):

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Void Stasis – Alien Threat feat Atrium Carceri


La matematica dei deliri siderali.

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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.

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