HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Experimental
‘til the end
Nel trasporto dei tuoi voleri, la Volontà degli elementi trascende ogni cosa del tuo dominio e tu, lo sai, sei soltanto una sensazione quantica che fluttua senza sosta, fino al termine.
Qualcosa nell’aria
Ora che tutto è finito c’è un sentore di residuo quantico, qualcosa che continua a frullare nell’aria, e nelle tue cellule frattalizzate.
Raving and drooling /pink floyd. live at wembley 1974
Da SlowForward questa bellissima chicca floydiana, più tardi nota come Sheep ma, nel ’74, suonata live come Raving and drooling. Vi lascio alla meraviglia (ascoltate il basso all’inizio…).
Impero Connettivo: A sort of homecoming | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’uscita di una mia nuova puntata per l’Impero Connettivo: A sort of homecoming, racconto edito nella collana L’orlo dell’Impero per i tipi di DelosDigital. La copertina, come sempre, è di Ksenja Laginja.
In un indeterminato momento dell’Impero Connettivo, in antitesi a qualsiasi incoerenza temporale, il plenipotenziario postumano Sillax si reca sul pianeta Turiya e atterra nello sconfinato deserto di Sommaria. Lo scopo del viaggio è medico, ma la successione degli eventi diviene caotica e il processo medico cui si sottoporrà il postumano sarà istoriato di volti e azioni propri del caos quantico; la lady che tempesta le sue visioni renderà migliore il suo ringiovanimento quantico?
L’ebook è acquistabile a 1,99€ sul DelosStore e sugli altri store online.
Objects to do
Sorprese inserite in contesti inappropriati, restano da incasellare le emozioni collaterali, i ricordi divenuti olografie, le preferenze mai accordate al suone delle stelle siderali.
Rabdomanti
La mappa ti porta nei pressi delle feritoie quantiche, lì dove respiri odori tra i tempi e le opportunità, come un rabdomante dimensionale.
Camuffamenti
Un compendio di premure e mimiche interpretabili più volte, fino alla completa inedia mentale, per dare la sensazione di attività.
Due parole sull’antologia novocarnista “Tenebre future”
Ho terminato in questi giorni la lettura dell’antologia Tenebre future, curata da quello che potrebbe essere identificato come l’ensamble novocarnista (Alessandro Pedretta e Stefano Spataro su tutti) e che suppongo sia intimamente collegato a realtà editoriali e ideologiche nascoste, ben conosciute nel fantastico italiano.
Due cose vorrei precisare subito. La prima: benché io sia presente all’interno della raccolta, non parlerò assolutamente del mio contributo, sarà come se non ci fossi; due, è un’antologia davvero da urlo, una perla rara nel panorama editoriale e autoriale, nonché creativo, italiano.
Sedici (anzi, quindici) gli autori presenti, e non esagero se dico che quattro quinti delle storie pubblicate nel libro sono di livello eccelso, e che le rimanenti hanno comunque una qualità molto più che accettabile; si spazia da un violento e disturbante horror splatter a varianti cyberpunk e decadenti verso una fisicità organica, anticamera della putrefazione biologica, mentre inserti SF più o meno eterei e a volte di matrice connettivista – oh yes, dopo vent’anni di militanza il connettivismo ha lasciato eccome il segno nel fantastico italiano – si coniugano con deliri disumani che si rifanno alle convenzioni del vivere quotidiano, senza che spazino in una lotta sociale: infatti, non c’è un vero messaggio politico nell’antologia, ed è forse questo ciò che manca nella raccolta, però c’è comunque un devastante senso d’impotenza, di annichilimento, di ricerca di vie alternative d’esistenza che sfociano poi nella devastazione organica, nella ricostruzione vomitevole di corpi dilaniati dalla mutazione biologica, in un brodo rivoltante di liquami vivi che finisce per riportare tutta l’umanità – o postumanità – nel limbo disperato del nulla più totale.
Nessuna speranza in Tenebre Future – non ne avremmo comunque, anche se il caos sa trovare vie impensabili per la mutazione – perché vi si respira una disperazione di cieli plumbei e modificati, ibridati verso un tempo dimensionale che fatichiamo a riconoscere come il nostro, che in fondo sappiamo essere proprio così.
Il Novocarnismo è quindi il Movimento (attivissimo) di questo scorcio temporale, così come il connettivismo lo fu poco dopo l’inizio del millennio? A suo modo sì: non esiste dalle nostre parti un’altra novità dissonante, creativa e furibonda come la loro; la bellezza di tale consapevolezza è che questi autori ci sono, che scrivono senza sosta come delle bestie e che hanno dalla loro la freschezza creativa, mentre narrano della bruttezza che è insita nell’ibridazione di un orrendo mondo figlio delle mutazioni e che – questo lo dico io – si è originata con l’apoteosi mondiale asfissiante e senza spiragli del paradigma liberista, vero orco dell’umanità postumana.
Lunga vita ai novocarnisti e alle iniziative editoriali come questa: c’è vita fantastica in Italia.
Machina amniotica – East jinx_live!
Un’altra cover dei Machina Amniotica, che coprono i Tuxedomoon in un modo che non posso che ammirare.