HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Ricordi
Nino Sable – Allordieside
Attraverso la memoria i brandelli del dolore salgono a tratti, brevi informazioni, estensioni di una storia che ha tagliato le anime in te.
CHTHONIA – Asphodel
Attraverso lo spazio o il tempo, attraverso le dimensioni, rimane il tuo infinito spleen abissale di ricordi.
Il sentiero dello sciamano – Il limite della percezione psichica
Un’altra poesia della silloge poetica Il sentiero dello sciamano, libro che ho dedicato al mondo mistico vicino alle entità disincarnate, che non è mediato da alcun ordine gerarchico politico. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo e, come spiegato nell’introduzione…
…i testi che compongono questa raccolta diventano un caleidoscopio che non va compreso, non va scomposto perché ogni frammento ha in sé un universale che rimanda ad altro e viceversa, continuamente.
Circo Massimo
Muovi col freddo attraverso il tempo che rimane subsidente nel presente, fino alle complesse architetture dello spaziotempo psichico.
La inumanità del potere
Scendo nei sotterranei di un’antica villa a respirare le angosce e le inumanità del potere, fino a disturbarmi con le trascendenze inumane.
Il fisico, ogni altra energia, ma non la dissimulazione abbandonavano Tiberio. Identica la freddezza interiore; circospetto nelle parole e nell’espressione, mascherava, a tratti, con una cordialità manierata il deperimento pur evidente. Dopo spostamenti più frenetici, si stabilì da ultimo in una villa, vicino al promontorio di Miseno, appartenuta in passato a Lucio Lucullo.
Si trovava là un dottore valente, di nome Caricle, il quale, pur non occupandosi direttamente dello stato di salute del principe, era però solito offrirgli tutta una serie di consigli. Costui, fingendo di accomiatarsi per badare a questioni personali, presagli la mano, come per ossequio, gli tastò il polso. Ma non lo ingannò perché Tiberio, forse risentito e tanto più intenzionato a nascondere l’irritazione, ordinò di riprendere il banchetto e vi si trattenne più del solito, quasi intendesse rispettare la partenza dell’amico.
Ciononostante Caricle confermò a Macrone che Tiberio si stava spegnendo e che non sarebbe durato più di due giorni. Da allora tutto fu un rapido intrecciarsi di colloqui tra i presenti e un susseguirsi di missive ai legati e agli eserciti. Il sedici di marzo Tiberio rimase privo di respiro e si credette concluso il suo corso terreno; arrivò poi la notizia che gli tornava la voce, che aveva riaperto gli occhi e che chiedeva che gli portassero del cibo, per rimettersi dallo sfinimento.
Si diffuse il panico in tutti, e si dispersero gli altri, fingendosi ognuno affranto oppure sorpreso; Macrone, senza perdere la testa, fece soffocare il vetusto sotto un mucchio di coperte e allontanare tutti dalla soglia. Così finì la vita di Tiberio a settantotto anni
Il nome segreto delle donne romane – TRIBUNUS
Su Tribunus una curiosa consuetudine degli antichi Romani che ha attinenze col mondo magico, e che è legata anche al famigerato nome segreto di Roma: il nome segreto delle donne romane. Un estratto:
Nella Roma antica, trascorsi otto giorni dalla nascita di una bambina, questa doveva essere sottoposta a un rito di purificazione (lustratio). Quello stesso giorno, nel quale i parenti portavano doni, la neonata avrebbe ricevuto anche il suo nome proprio, il praenomen.
Il nome della bambina, anche una volta divenuta una donna adulta, sarebbe dovuto rimanere segreto, e utilizzato solo ed esclusivamente tra le mura domestiche.
Varie sono le interpretazioni di questa consuetudine, quasi certamente di origini remote. In epoca arcaica, il nome proprio aveva un potere magico e una connotazione sacrale – secondo la concezione per la quale dire il nome di qualcosa equivaleva a crearla – ed era considerato una parte vera e propria della persona. In questo senso, se un uomo avesse pronunciato il nome proprio di una donna, sarebbe stato come avere un contatto fisico con lei.
Ancora, forse conoscere e pronunciare il nome di una donna sarebbe equivalso ad avere pieno potere sulla persona.
Vivendo il ricordo
Sulle derive di un ricordo, a riprendere contatto con le abitudini che erano la tua vita.
Il bosco sacro dei Parioli e il capodanno nella Roma antica – TRIBUNUS
Conoscere questi luoghi, quelle empatie, quei piccoli segni che lasciano filtrare il contatto trascendentale… Su Tribunus qualche nota sul bosco sacro dei Parioli.
A Roma, nell’area dove sorge l’attuale quartiere di Parioli, nell’antichità vi era un Bosco Sacro, che i Romani credevano fosse abitato dalle Ninfe. Quest’area verde era intoccabile, le distese di arbusti erano come templi, e tutto ruotava attorno a una sorgente naturale (Piazza Euclide, ndr). Intorno a quest’ultima era stata costruita un’enorme vasca, che raccoglieva l’acqua della polla: questa sacra sorgente era dedicata a una divinità molto antica: Anna Perenna, che presiedeva allo scorrere del tempo, e del suo continuo rinnovarsi.
Non a caso, uno degli auguri che i Romani si scambiavano era: “Annare Perreneque commode”, cioè “Trascorrere un ottimo anno da capo a coda”. Un buon auspicio, pronunciato soprattutto in occasione del Capodanno.
In epoca repubblicana, questa festa era celebrata attorno alle celebri Idi di Marzo (15 del mese), mentre in età alto imperiale vennero anticipate al primo di Gennaio.
In migliaia si radunavano attorno alla sacra fonte per banchettare, divertirsi, e cantare. Lunghi tavoli erano posti lungo la via Flaminia, e l’alcool scorreva abbondante.
Secondo il poeta Ovidio, la festa era molto giocosa e a chiaro sfondo erotico, poiché la celebrazione aveva un carattere iniziatico, e molto donne avrebbero perso la verginità in tale occasione. Nella fonte, inoltre, i Romani gettavano molte offerte, tra le quali uova (simbolo di fecondità e fertilità) o pigne (simbolo di fertilità, ma anche di castità).
La fonte di Anna Perenna continuerà a esser il fulcro del culto legato alla fertilità, al buon augurio, e alla festa per il nuovo anno almeno fino al III secolo d.C. Intorno al IV-V secolo sarà usata solo per pratiche oscure legate soprattutto alla superstizione popolare. L’imperatore Teodosio ne vorrà la definitiva chiusura, per via della proibizione dei culti pagani.