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Delos Digital presenta “Il bosco dai mille occhi” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Il bosco dai mille occhi, di Davide Del Monaco, racconto uscito per la collana InnsMouth di DelosDigital, dedicata al weird. La quarta:
L’aspirante scrittore Stanley Hawking si reca ad Arkham in cerca di ispirazione per le sue storie fantastiche. In seguito a una richiesta del suo amico d’infanzia Charles Jones, si trova a dover risolvere l’inquietante mistero che circonda la moglie di Charles, accusata della scomparsa di un bambino. Stanley, assieme alla giovane professoressa Sarah Armitage, figlia del famoso professor Henry Armitage, deve svelare uno spaventoso mistero che sembra avere il suo epicentro nel terrificante bosco al di fuori della città di Arkham.
Il sentiero dello sciamano – Commuovo la via
Il terzo estratto dalla mia silloge poetica Il sentiero dello sciamano. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo.
I testi che compongono questa raccolta diventano un caleidoscopio che non va compreso, non va scomposto perché ogni frammento ha in sé un universale che rimanda ad altro e viceversa, continuamente.
Lankenauta | Poesia come arte che insorge
Su Lankenauta il ricordo di Ettore Fobo a Lawrence Ferlinghetti, l’ossatura della Beat Generation morto due giorni fa all’età di 101 anni. Mi unisco al rimpianto, ricordando come i libri di Ginsberg furono i primi elementi della mia cultura quando, giovane, cercavo ancora di capire cos’era la sensibilità artistica; il Beat fu una delle prime cose che apprezzai, prima ancora del Romanticismo, prima ancora del Fantastico. Un sincero grazie a persone come Ferlinghetti, è vero che ci ha lasciato ma la sua esistenza è stata seminale.
Tentare di definire la poesia è un compito da far tremare i polsi, Ferlinghetti, con questo libro che raccoglie alcune sue poesie, aforismi e saggi, ci prova, accostando l’orecchio ai suoni provenienti dalla terra, per stornare da se stesso il violento attacco che l’era industriale compie sulla nostra sensibilità. Se “lo status quo è tossico”, la poesia è quell’attività sovversiva, che riporta a galla la nostra individualità sprofondata nel mare dell’anonimato. Così bisogna assolutamente recuperare il residuo di quella voce antica, infantile, profonda, che bisbigliava la sua adesione a forme inconcepibili di estasi, bisogna che il dettato prosastico della nostra voce assuma la limpidezza di un canto.
Nella prima parte di questo Poesia come arte che insorge, Ferlinghetti si prodiga in consigli, dall’alto dei suoi novant’anni spesi bene (la recensione è del 2009 – ndr), stravissuti, illuminando il percorso con versi brevi, che paiono più aforismi, carichi di una saggezza e di un’esperienza che non hanno minimamente scalfito il naturale entusiasmo del poeta, che ha attraversato il secolo scorso come protagonista di una letteratura libertaria e negli ultimi anni sempre più ecologista. La poesia è quella luce che illumina, e quell’oscurità che seduce, forma di resistenza all’invadenza dei media, pensiero soggettivo che si articola oggettivamente nella scrittura. I poeti sono ora “antenne della razza”, ora quei “piccoli pagliacci … fedeli alla fiamma” della loro giovinezza, e chi più di Ferlinghetti ha il diritto di dichiarare che la poesia “è la distanza più breve fra due esseri umani”, l’intimità più straniata e straniante con il segreto dell’esistenza? La sua voce è un avamposto dell’ignoto, nel deserto senza occhi della contemporaneità, e sebbene alcuni versi siano deboli, nel complesso i consigli del poeta sono utili, e colpiscono il cuore di questa società malata, e soprattutto nei saggi su Brecht e su Yeats, Ferlinghetti ci mostra il suo acume di critico, e la sua sensibilità di letterato. Alla poesia il poeta americano affida i compiti più alti, e invita a diffidare di coloro che la spregiano, perché in fondo la temono, temono la sua potenza sovversiva, la sua capacità di guidare lo sguardo degli uomini verso felicità inclassificabili e pericolose. Perché per Ferlinghetti la poesia è sempre il cuore pulsante di ogni gesto, il ritmo del respiro, il canto degli uccelli che si oppone con la sua fragilità al metallico fragore delle automobili, al frastuono delle macchine industriali. Una poesia “come un campo di girasoli” non va spiegata pena “il fallimento della comunicazione” deve rimanere là come una statua di luce, che non necessita di alcuna didascalia, si impone come canto, nel desiderio di recuperare la purezza originaria del linguaggio, aldilà delle distorsioni quotidiane che la parola subisce. Come nei romantici, la poesia può essere il vento che ulula fra le montagne, “il bramito dell’elefante”, “il dialogo fra due statue mute”, nelle parole di Ferlinghetti è un “universo parallelo puro”, che si oppone recisamente alla “pletora folle della stampa”, è “lingua di strada di angeli e diavoli”. Non è dunque qualcosa di lontano e immobile, che sta nell’empireo, ma qualcosa di concreto, da usare, qualcosa per cui non ci sono maestri eccetto quell’”orecchio interno”così difficile da ascoltare nel frastuono di voci che compongono l’attuale mondo della comunicazione, e che per Ferlinghetti, come per Ginsberg, non è per niente rutilante.
La distopia del costituzionalista: Disordini di Ainis | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di un romanzo particolare, Disordini, distopia di Michele Ainis; particolare sia per l’autore sia per il plot, un’architettura di temi assai raffinati che esplodono in una deflagrazione distopica e spersonalizzante che ha dello psicotico. Ecco i dettagli:
Ne è autore il costituzionalista Michele Ainis, per la verità al suo secondo romanzo per la Nave di Teseo.
Una mattina Oscar, professore associato di Giurisprudenza, si guarda allo specchio e scopre d’essere diventato un altro. Lì per lì pensa a un’allucinazione, ma ben presto s’accorge che colleghi e conoscenti non lo riconoscono, lo trattano da estraneo, sicché adesso dovrà imparare a convivere con le sue nuove sembianze. Allora parte per il paese di mare dove trascorreva l’estate da ragazzo, cercando in questo spaventoso cambiamento un’opportunità per cominciare daccapo. Vi incontra la sua vecchia fidanzata, insieme a una galleria di personaggi fuori dalla norma, mentre attorno a lui si moltiplicano i segni d’uno stravolgimento collettivo. Oscar non è l’unico, infatti, ad aver subito la metamorfosi, diffusa come un morbo che non si può più tenere nascosto e che in ultimo disgrega la società civile, insieme alla politica. Ormai nessuno sa più qual è il suo nome, il suo destino, il suo posto nell’ordine sociale.
Michele Ainis costruisce un romanzo immaginifico, con una storia che è insieme una metafora del tempo in cui viviamo. E accompagna Oscar in un viaggio letterario tra fughe d’amore e nostalgie profonde, tra smarrimenti individuali e crisi generali, tra regole assurde e libertà promesse, in un mondo a sua volta assurdo, eppure così simile alla nostra realtà.
Delos Digital presenta “Città Senza Nome” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Città Senza Nome, di Virginio Marafante, uscito in ebook per la collana InnsMouth di DelosDigital, etichetta dedicata al weird; la quarta:
L’Isola Morta, un dimenticato lembo di sabbia in mezzo alla laguna, un luogo già noto ai pescatori locali che lo evitano come la peste. Oscar, mite architetto di provincia, dopo essere entrato in possesso di un pericoloso manufatto, decide di recarsi su quell’isola maledetta, per scoprire la verità sulle terrificanti visioni che hanno sconvolto la sua vita. Assieme ad altri tre compagni, dovrà affrontare durissime sfide per avere salva la vita e la propria sanità mentale. Finché, nelle viscere di quella terra inesplorata, si troverà faccia a faccia col il Grande Nemico. Colui che, sin da epoche remote, ha rivolto la sua brama di conquista sul nostro mondo.
Vento stregato | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di Vento stregato, racconto di Stefano di Marino in uscita per InnsMouth, la collana weird di DelosDigital. La quarta:
Fogman, l’Ispettore 41, è una leggenda nella New York degli anni Trenta. Richiamato in vita della magia cinese percorre i vicoli per raddrizzare torti. Ma un vento gelido, inspiegabile, porta cose maledette in città. Per salvare una cantante dalla voce d’angelo, Fogman deve scendere sul sentiero di caccia.
I Premi letterari che vedono protagonista il poeta Ettore Fobo | KippleBlog
[Letto su KippleBlog]
Ettore Fobo è un autore che pubblichiamo da lungo tempo, i suoi titoli usciti con Kipple Officina Libraria contengono poesie che rivelano ai lettori le sue qualità liriche e così Sotto una luna in polvere, Diario di Casoli e l’audiolibro Poesie allo stato brado, in cui Ettore declama se stesso, rappresentano l’apice espressivo di un poeta non comune. A testimonianza di ciò c’è il lungo elenco dei Premi in cui Fobo è stato vincitore o protagonista, cui si aggiungono questi recenti riconoscimenti:
– È fra i vincitori della seconda edizione del Premio Besio 1860.
– Vincitore del Gran Premio Speciale della Giuria a l Premio Ossi di seppia 2021.
– Classificato al Primo posto al Premio Residenze Gregoriane 2020.
Ci sono anche altri risultati che il poeta definisce minori, come una Segnalazione al Premio Luzi, e anche in virtù di questi risultati la redazione della Kipple, che conosce bene l’intensità interiore ed espressiva di Ettore, desidera congratularsi pubblicamente con lui per tutto il lavoro che svolge ogni giorno sulla sua poetica e sulla sua arte.
Con Estasi e tormento a Montmartre torna Ulysse Bonamy | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione della quarta puntata della saga, scritta da Ivo Torello, dedicata a Ulysse Bonami e i suoi strani casi, edita da Edizioni Hypnos: Estasi e tormento a Montmartre.
Con Estasi e tormento a Montmartre, ambientato nel medesimo universo narrativo de La casa delle conchiglie, Ivo Torello ci trasporta in un mondo di stregonerie e malavita, equivoci e spaventi, un’intricata matassa di segreti e sotterfugi che solo Ulysse Bonamy, figura a metà tra Arsenio Lupin e Simon Templar, investigatore suo malgrado, potrà risolvere.
La Ville Lumière è sull’orlo della guerra! Una misteriosa catena di suicidi, preludio di guai ben peggiori, insanguina le intricate strade della Parigi segreta. Artisti decadenti, modelle procaci e potenze occulte si fronteggiano e s’inseguono in una corsa sfrenata che sembra condurre a un baratro di follia e distruzione. Per Ulysse non sarà facile tenere testa a nemici senza volto e insidie letali.
La mezzaluna occidentale – Carmilla on line
Su CarmillaOnLine la recensione a un testo di saggistica che “è uno studio sul problema delle origini. Intendo le origini della civiltà “occidentale” sui cui il cristianesimo ha impresso un’orma profonda. L’Islam, benchè possa spiacere a molti, è parte integrante di questa civiltà. L’Islam è pienamente “occidentale”. Si parla di L’Islam, religione dell’Occidente, di Massimo Campanini.
La recensione tocca alcune verità storiche, misconosciute ma innegabili, ma la cosa che più mi ha colpito è il passo sottostante, che rende perfettamente l’idea della truffa cristiana per eccellenza, la Donazione di Costantino, che fa da base a un bluff smisurato in cui si provava a vendere qualcosa di cui non si aveva diritto in nome di una potestà terrena che il mistico e l’ascetismo non dovrebbe nemmeno concepire, in nome di una rivalità che alla fine ha visto vincitrice la Chiesa Cattolica di Roma e che, tronfiamente, festeggia sui cadaveri di altri cristiani; mi viene il vomito…
Ed è nota la lettera che papa Pio II scrisse nel 1460 – sicuramente mai spedita ma fatta circolare tra le corti europee a scopo polemico – nella quale il Pontefice invitava al battesimo Mehemet II, fresco conquistatore di Costantinopoli, condizione soddisfatta la quale il capo della Chiesa sarebbe stato disposto anche a conferire al Sultano il titolo di Imperatore Romano, in quanto legittimo padrone della “seconda Roma”. Un paradosso colossale, in cui il conquistatore ottomano avrebbe potuto acquisire il soglio più alto della regalità d’Occidente. Una idea di prossimità, oggi inconcepibile.