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Le mini recensioni di Horror Magazine – L’anno delle volpi
Su HorrorMagazine una piccola recensione a L’anno delle volpi, di Cristiano Demicheli, recentemente uscito per i tipi Hypnos; un estratto:
Chi già aveva apprezzato Cronache dalla Val Lemuria troverà in questo nuovo capitolo un’atmosfera ancora più intima e rurale, molto lontana dall’horror classico, ma anche dal weird. Demicheli mette in scena un fantastico trasfigurato in una dimensione quotidiana, a tratti onirica, tanto da rendere la sua Val Lemuria un luogo – forse a tratti un po’ inquietante e popolato da leggende macabre e paurose – a noi molto familiare.
La tradizione a cui fa riferimento Demicheli è sicuramente più vicina a scrittori italiani come Tommaso Landolfi, Achille Campanile e Giovannino Guareschi che non a quella anglosassone e nordamericana in particolare. Il romanzo è diviso in dodici capitoli, uno per ogni mese dell’anno. Trascorriamo così un anno in compagnia di una serie di personaggi a cui diventa difficile non affezionarsi, non sentirli vicini.
Non c’è una trama vera e propria ma una serie di avvenimenti in cui si alternano momenti di vita prosaica e banale ad altri in cui la leggenda penetra nella scorza del reale per mezzo di creature mitiche e spaventose o più semplicemente attraverso antiche superstizioni (un po’ alla Dino Buzzati o alla Montague Rhodes James). Non mancano inoltre i riferimenti anche alla nostra storia, in particolare al periodo del fascismo.L’anno delle volpi è una lettura piacevole anche grazie allo stile particolare di Demicheli che spesso usa anche una terminologia dialettale, non sempre facile da comprendere, conducendoci per mano a visitare la Val Lemuria.
Surrealismo e Magia: perché l’occulto era fondamentale per i surrealisti | FinestreSullArte
Su FinestreSullArte la segnalazione di una bellissima mostra sulle interazioni tra magia e Surrealismo, che parte da Venezia, Collezione Peggy Guggenheim, dal 9 aprile al 26 settembre 2022 e prosegue per altre location europee: Surrealismo e Magia. La modernità incantata. Vi lascio alle note dell’articolo, assai esplicative:
“Perché il Surrealismo nutriva un forte interesse per la magia? Diversi i motivi, primo tra tutti la volontà di sottrarre l’immaginazione al controllo della ragione”.
Nel Manifesto surrealista del 1924, André Breton, il fondatore del surrealismo, sintetizzava la pratica formale del movimento sotto un capitolo dal titolo molto indicativo: Secrets de l’art magique surréaliste, ovvero “Segreti dell’arte magica surrealista”. Breton, poeta e critico d’arte, stabiliva indicazioni per gli scrittori surrealisti, ma il discorso si può estendere anche alle arti visive: “Fatti portare qualcosa da scrivere, dopo esserti sistemato in un luogo che sia il più favorevole possibile alla concentrazione della tua mente su se stessa. Mettiti nello stato più passivo o ricettivo che puoi. Ignora il tuo genio, i tuoi talenti e quelli di tutti gli altri. Di’ a te stesso che la letteratura è uno dei percorsi più tristi che portano a tutto. Scrivi velocemente senza un argomento preconcetto, abbastanza veloce da non trattenerti e non essere tentato di rileggerti. La prima frase verrà da sé, perché è vero che ogni secondo c’è una sentenza straniera che chiede solo di essere esteriorizzata […] Continua quanto vuoi. Affidati al carattere inesauribile del mormorio”. Breton definiva il surrealismo come un “automatismo psichico puro” attraverso il quale “si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia con altri mezzi, il reale funzionamento del pensiero. Dettato dal pensiero, nell’assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di qualsiasi preoccupazione estetica e morale”. Si comprende, dunque, perché per Breton il surrealismo (e in particolare la pratica surrealista) avesse un carattere magico, e la presenza della magia e dell’alchimia, oltre a essere spesso presenti nell’arte dei surrealisti, rivestono un’importanza decisiva per il concetto stesso di “surrealismo”: da un lato, la magia contribuì a formare le idee alla base del movimento, dall’altro costituì un fondamentale repertorio e indirizzò anche alcuni sviluppi del surrealismo.
Il tema del rapporto tra surrealismo e magia è stato affrontato in maniera estesa per la prima volta in Europa nella mostra intitolata Surrealismo e Magia. La modernità incantata, a cura di Gražina Subelytė, e organizzata in collaborazione con il Museum Barberini di Potsdam (sede della seconda tappa della rassegna, dal 22 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023). La nascita del surrealismo, come anticipato, viene formalizzata con il primo manifesto del 1924: all’epoca, la città di Parigi, luogo in cui il surrealismo nacque, stava vivendo (e questo almeno a partire dalla fine dell’Ottocento) un forte interesse per l’esoterismo e l’occulto (il momento storico è stato efficacemente documentato nel 2018 dalla mostra Arte e magia tenutasi a Rovigo) in risposta allo sviluppo dell’industrializzazione, del positivismo, del dominio della tecnica. Si trattava, per certi versi, di un’eredità che affondava le radici nel romanticismo e in quello che Francesco Parisi ha definito il “mito della protesta contro l’ordine sociale e il potere razionalistico-industriale”. Esoterismo come controcultura, dunque: e i surrealisti vengono individuati da Subelytė come gli ultimi eredi di questa tendenza “che propone”, scrive la studiosa, “una critica al materialismo sterile della modernità razionalizzante senza fare ricorso alla religione istituzionalizzata”.
ABEditore presenta “Il Gioiello dalle Sette Stelle” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine una recensione a un romanzo che lessi decadi fa, che mi lasciò l’amare in bocca proprio per le ultime due pagine; ora so perché: Il Gioiello dalle Sette Stelle, di Bram Stoker, riproposto ora da ABEditore.
Il signor Trewlany viene misteriosamente aggredito nel suo studio e cade in una strana catalessi di cui non si comprendono le cause. L’avvocato Malcolm Ross, la figlia Margaret, il medico di famiglia e un detective di Scotland Yard si adoperano fin da subito per capire cosa sia accaduto e ben presto scoprono che vi è una connessione tra quanto sta accadendo e la professione di egittologo della vittima. Tra diari di viaggio e resoconti dal passato, Ross scopre che Trewlany e un collega hanno dedicato gran parte della loro carriera a indagare sulla tomba e sulla figura della regina Tera, una sovrana egizia probabilmente dedita alle arti magiche. Dopo quattro giorni di sonno, l’egittologo si risveglia e rivela di voler mettere in atto un “grande esperimento” per ricongiungere lo spirito della regina con il suo corpo, conservato in un sarcofago a casa Trewlany. Durante lo svolgimento del rituale, però, qualcosa va storto…
È proprio il finale la particolarità del romanzo di Stoker: quando Il gioiello dalle sette stelle venne pubblicato per la prima volta nel 1903, l’epilogo proposto dall’autore irlandese, aperto e drammatico, aveva sconcertato e deluso i lettori portando a uno scarso gradimento dell’opera. Nel 1912 uscì poi una seconda versione del romanzo, che presenta un finale alternativo scritto da Stoker a seguito delle forti pressioni del suo editore. In questa edizione la storia si conclude con un lieto fine. ABEditore propone una nuova edizione dell’opera, che dà la possibilità al lettore di scoprire entrambe le versioni dello scritto di Bram Stoker.
L’incipit delle “Radici dell’orrore” @InnsMouth, Delos Digital
In esclusiva, ecco l’incipit del mio racconto lungo Radici dell’orrore, pubblicato pochi giorni fa nella collana weird “InnsMouth, per i tipi di Delos Digital; buona lettura!
Era comparso all’improvviso, come se svoltando l’angolo ci si ritrovasse davanti il suo viso affilato, il respiro del male come una zaffata di alitosi. Ma non c’erano angoli visibili, lì, non c’era nessuno spigolo di un qualche fabbricato o d’incroci stradali. Davanti a me c’era la via aperta, dritta, il giorno era pieno e nessuno mi era intorno; eppure lui era improvvisamente sbucato dal nulla, guardando aquilino alla mia sinistra: nemmeno mi aveva visto, né sembrava interessato a me.
I suoi baffetti erano inequivocabili, ma il suo vestiario e il cappello verde militare erano sobri e borghesi, come quello indossato dalla gente comune negli anni ’30; il colorito del volto era terreo e nemmeno il suo sorriso più solare avrebbe reso lieve il momento. Hitler era spuntato fisicamente da una sacca del reale che non potevo definire in nessun altro modo che quantica, e si dirigeva verso il centro del paese sopra Trento, dove mi trovavo per lavoro. Lui doveva essere morto da cent’anni almeno, calcolai, ma il viso che vedevo era quello di un uomo che si approssima alla mezz’età; la vertigine del reale mi toglieva il respiro, però la falcata della sua camminata era caratteristica e altrettanto reale: cosa stava succedendo?
— Ehi! — gridai. I passanti dell’altro marciapiede si voltarono bruschi verso di me, chiedendosi cosa volessi. — No, guardate, non dicevo a voi… — proferii a mo’ di scusa — è che…
“È che cosa?” mi dissi, prima di finire la frase. Cosa potevo dir loro, che “Dal nulla è sbucato fuori Adolf Hitler”?
L’ebook è acquistabile qui a 1.99€, mentre la quarta suona così:
In un borgo a nord di Trento, nel prossimo futuro, potrà davvero capitare di veder camminare un giovane Hitler, appena scampato alla Grande Guerra, diretto verso la birreria dove pronuncerà il suo primo discorso politico?
In un vortice di rimandi e ricordi, di populismi e di teorie indimostrabili sul passato arcaico terrestre, la storia di due antiche città romane riemerge dall’oblio e narra dell’energia mai sopita di due suoi anonimi abitanti, legati dal colore verde e perpetuati nel tempo dal gorgo occulto che governa l’economia postmoderna: il loro ruolo sarà davvero il collante di una speranza capace di bucare le illusioni dello spaziotempo?
Teodora. Dal circo alla porpora. – TRIBUNUS
Su Tribunus un dettaglio storico che riguarda Teodora, la moglie di Giustiniano I, in qualche modo l’archetipo più potente e strisciante del potere femminile a Costantinopoli e, direi, in tutto l’Impero Romano. Un estratto:
La Storia Segreta di Procopio di Cesarea è forse la fonte più completa sulla giovinezza di Teodora, e come sappiamo lo storico non va molto per il sottile nel descrivere aspetti scabrosi (veri o fittizi che siano) della gioventù dell’imperatrice.
Da una parte però è ragionevole, dato che l’opera, destinata a restare inedita, era rivolta agli oppositori della coppia imperiale, e il passato burrascoso di Teodora ben si prestava a un tale scopo diffamatorio. Anche i suoi contemporanei a lei favorevoli, non si facevano scrupoli a definirla come l’imperatrice “venuta dal bordello”, senza però sminuire il suo operato, o la sua moralità, che non fece alcun scandalo per ben venti anni di regno. Fonti tarde siriache parlano della donna come originaria di un villaggio in Siria, e figlia di un sacerdote da cui sarebbe stata cresciuta nelle fede monofisita. La fama della sua bellezza sarebbe poi giunta a Costantinopoli e Giustiniano, desideroso di incontrarla, si recò in Siria dove si sarebbe innamorato di lei a tal punto da chiederla in moglie. Teodora avrebbe accettato chiedendo però di non abiurare il proprio credo, ma anzi di essere aiutata a difenderla.La realtà tuttavia è ben diversa: Teodora nacque con molta probabilità attorno al 500 a Costantinopoli, figlia di un certo Acacio, guardiano di orsi all’ippodromo per conto della fazione dei Verdi, e di una donna, di cui non conosciamo nemmeno il nome, ma sicuramente legata all’ambiente del circo.
Acacio morì di malattia durante il regno di Anastasio I, lasciando tre figlie: Comitò, Teodora, e Anastasia. La vedova di Acacio, caduta in miseria, si risposò con un uomo dello stesso ambiente, ma che non aveva lo stesso status del defunto marito. Così, la donna un giorno, che l’ippodromo era gremito, si presentò in pubblico con le figlie. Alla loro vista, la fazione degli Azzurri, per far un dispetto ai rivali, diede lavoro al marito. Nulla si sa più di quest’uomo, ma sulla scena restò la madre, che una alla volta, introdusse le figlie al mondo del teatro. Teodora, dunque, una volta adolescente, divenne attrice, una professione legata all’ippodromo e considerata infamante. Attrice e prostituta allo stesso tempo, ma di bassa lega, priva di grandi doti artistiche e dotata di infinita bellezza (le fonti la descrivono come una donna minuta con un bel viso, la carnagione chiara e lo sguardo severo). Si dedicò all’arte dei mimi, molto in voga a Bisanzio nel VI secolo.
Le mini recensioni di Horror Magazine – Notte di nozze | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la piccola recensione a Notte di nozze, di Marco Spelgatti, edito da Edizioni Hypnos; un estratto:
Si racconta L’Orrore di Dunwich di H.P. Lovecraft dal punto di vista del personaggio Lavinia Whateley. Spelgatti non vuole certo imitare o fare il verso al buon HPL, anzi se ne allontana e scava nei sentimenti, rimesta nella rabbia e nella tristezza e nelle speranze tirando fuori tutto quanto di non detto c’è in Lovecraft. Perché sono le cose taciute che creano aspettativa e sciupano il presente. E così Lavinia ci racconta com’è essere diversi e soli, cosa vuol dire non essere abbastanza per gli altri, quello che si prova a non avere posto in nessun luogo e in nessun tempo. Ma allo stesso tempo racconta che è possibile bastare a se stessi e che la vita risiede anche nel compromesso. Con Notte di nozze, Marco Spelgatti ci racconta una storia che da conosciuta si fa inedita con uno linguaggio che è carezza e furia.
Radici dell’orrore @ InnsMouth, Delos Digital
Reitero la segnalazione di Radici dell’orrore, mio racconto lungo uscito nell’ambito della collana weird di DelosDigital, InnsMouth, diretta da Luigi Pachì. Questa è la quarta:
In un borgo a nord di Trento, nel prossimo futuro, potrà davvero capitare di veder camminare un giovane Hitler, appena scampato alla Grande Guerra, diretto verso la birreria dove pronuncerà il suo primo discorso politico?
In un vortice di rimandi e ricordi, di populismi e di teorie indimostrabili sul passato arcaico terrestre, la storia di due antiche città romane riemerge dall’oblio e narra dell’energia mai sopita di due suoi anonimi abitanti, legati dal colore verde e perpetuati nel tempo dal gorgo occulto che governa l’economia postmoderna: il loro ruolo sarà davvero il collante di una speranza capace di bucare le illusioni dello spaziotempo?
L’ebook è acquistabile qui e su altri store online al prezzo di 1,99€.