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Piani di riferimento
Sorprese di un gusto esterno, movimentazioni del reale che sembrano scorte di un piano di riferimento mai più usato, mai più reso sterile.
Esce per la collana eAvatar Lo sfasciacarrozze, di Alessandro Pedretta | KippleBlog
[Letto su KippleBlog]
Kipple Officina Libraria presenta Lo sfasciacarroze, romanzo di Alessandro Pedretta disponibile su www.kipple.it e nelle principali librerie online in formato digitale.
Nel fascino macabro della decadenza industriale di uno sfasciacarrozze, Alessandro Pedretta ambienta una storia surreale, ricca di minimalismi incastonati nell’illustrare un piccolo delirio da cui sembra impossibile uscire. Cosa sono, cosa fanno i personaggi che si muovono in quell’ambiente degradato alla periferia di una città che potrebbe essere la nostra? La risposta quale sorpresa ci porterà?
Sinossi
A cavallo tra il cyberpunk e le suggestioni delle realtà adiacenti, tra il weird e la fantascienza più concreta, il romanzo di Alessandro Pedretta si articola su pochi scenari degradati, come se la periferia contenesse l’intero mondo conosciuto; non conforta i ricordi e le percezioni di una normalità che sembra raggiungibile, posta appena dietro l’angolo…
Lo sfasciacarrozze vi accompagnerà pagina dopo pagina in un delirio senza nome, dove l’evoluzione del narrato porta piccole incertezze in aggiunta alle altre, fino a raggiungere una massa critica: come potrà, il protagonista, sfuggire all’assurdo momento senza fine in cui sente di essere prigioniero?
Estratto
Si dice che tutto abbia un tempo prestabilito. Si dice che tutto in qualche modo nasca e poi muoia. È inevitabile. È il percorso degli uomini, delle storie, delle cose.
Un’ape vive al massimo due mesi, un daino dieci anni, un cellulare di ultima generazione tre anni, un cavallo venticinque, una lavatrice fino a dieci, uno spazzolino da denti tre mesi, un uomo ottant’anni, una farfalla quindici giorni; la rabbia può durare più di una vita, come l’amore, come la gastrite, come il vento sulle scogliere del Galles.
I muri si sgretolano e creano nuove prospettive di osservazione, nuovi manufatti artistici, nuove visioni moderne corroborate dal disfacimento.
Ogni cosa, uomo, animale, ha una durata d’esistenza o presunta tale, correlata a diversi fattori.
Questo si dice, della vita. In verità, dopo la presunta esistenza primaria ne subentra una seconda, e poi una terza, e via così, fino a una moltitudine di vite che s’incastrano con altre, creando felici ibridazioni, muscolose fecondazioni con diversi organismi, materiali, sistemi di respirazione, di essere, d’interagire. Poi ci sono frantumazioni, sgretolamenti, esistenze gassose, vite che gradualmente divengono sempre più minute e intangibili fino a tramutarsi in fantasmatiche composizioni di quasi-nulla.
Il 12 ottobre la mia Volvo famigliare si ferma improvvisamente nel bel mezzo di una rotonda. I fanali balbettano una danza ipnotica di luce allo xeno. Dai bordi di lamiera del cofano ingobbito fuoriescono delle lingue di fumo opaco, come macchie quasi indistinguibili dalla foschia della sera buia. Più in là, oltre la rotonda, lungo la strada a due corsie che s’immette tra i campi desolati dell’hinterland, scorgo lampeggiare un semaforo. Ai bordi della strada c’è un capannone grigio il cui tetto di lamiera sembra sibilare nell’aria. Più in là ci sono un altro capannone, una piccola fabbrica, una macchia di rovi che s’infila in un’area di sosta, i rampicanti che s’intrufolano oltre il guardrail da cui sbocciano delle lattine stritolate, alcuni preservativi, giornali spiegazzati. Una bambola di pezza unta d’olio e appiccicata da foglie umide mi guarda con i suoi occhi opalini. La sua vita ora è al bordo di una strada, in questa composizione postmoderna d’immondizia con glabra natura suburbana e le luci di scena dei fari; vedo anche i pali catarifrangenti e una puttana giocattolo, senza richiesta, senza clienti. Da aggeggio per il gioco ha preso vita nuova: decorazione del progresso, accessorio di una scenografia di apocalisse autostradale. La sua seconda esistenza, o terza, o quarta, avviene prima di polverizzarsi e assumere connotati sempre più caotici, imprevedibili, indecifrabili. Ogni cosa è innesto e innestabile, germoglia arte e patologie, e anche nuove guarniture delle strade, nuove trame di pensiero.
Mi divincolo dalla cintura di sicurezza che, come una serpe elastica, si ritira rigida nella sua posizione sul fianco della portiera. Esco dall’autovettura e mi rovisto nella tasca della giacca alla ricerca del pacchetto di sigarette. Le dita colgono l’ultima paglia, me la stringo con forza tra le labbra e con un moto di stizza torco il pacchetto e lo getto in strada. Quella scatolina incartapecorita rimbalza sorda sull’asfalto e assume una connotazione azzurrognola alla luce dei lampioni curvi. Un silenzio desertico mi solletica le viscere. Accendo la sigaretta ed esalo una sbuffata che subito si disintegra nell’aria rarefatta. Portandomi al cofano non posso far altro che assicurarmi che quel motore non potrà più funzionare. Ci appoggio una mano sopra e un brivido di caldo mi parte dai polpastrelli e sale sul polso, fino all’avambraccio. Il dio delle auto non mi ha elargito…
La quarta
Al concetto di postumano è associato un senso di concreto, di ipertecnologico; e se invece fosse il fiorire di deliri, visioni e mancanza di punti di riferimento spaziotemporali?
L’alieno che sbuca da una dimensione inaspettata porta all’estremo il paradosso di una società che plasma la materia e la rende vivente: trova le differenze col nostro attuale mondo…
L’autore
Alessandro Pedretta nasce nel 1975 e cresce nella periferia milanese. Operaio, poeta e narratore. Si alimenta fin da giovanissimo di filosofie controculturali, di letteratura underground, di autori della beat generation e del cyberpunk, dei grandi scrittori russi, inframezzando la poesia di Ungaretti, Rimbaud, Campana ai cut-up di William Burroughs, l’immaginario di Ballard e la disintegrazione sintattica di Céline.
Tra le sue ultime pubblicazioni: il romanzo Golgota souvenir – apostrofi dal caos (Golena Edizioni, 2014), la silloge poetica Dio del cemento (Edizioni Leucotea, 2016), il romanzo breve illustrato È solo controllo (Augh! Edizioni, 2017).
Nell’ottobre del 2018 fonda con altri soggetti poco raccomandabili la rivista web di cultura estrema “La nuova carne” e viene pubblicato il libro Carnaio – antologia di narrativa novocarnista, un’antologia con il meglio della rivista.
La collana
Avatar è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai romanzi e grandi capolavori prettamente italiani del Fantastico e della SF, opere contraddistinte dalla cura meticolosa dei testi e dalle ampie visioni autoriali. Il logo della collana sintetizza perfettamente il circolo del tempo, delle conoscenze, degli eventi nascosti; l’iperbole del Fantastico per spiccare il volo nella fantasia più sfrenata e meravigliosa.
Alessandro Pedretta | Lo sfasciacarrozze
Copertina di 3quarks
Kipple Officina Libraria
Collana Avatar — Formato ePub e Mobi — Pag. 148 – € 3.95 — ISBN 978-88-32179-17-0
Link
- su Kipple Officina Libraria: https://bit.ly/2X4DlFM
- su Amazon: https://amzn.to/33FOz6q
Patrol
Poderosi e riconoscibili sono i ricordi che si affacciano sulle ali dell’estero psichico, spacciandosi per nostrani.
Strani cortocircuiti
Raccolto nelle mistiche aliene ti inginocchi verso l’aleph dei tuoi orizzonti e preghi surrealmente la tua stessa energia affinché si accresca in uno strano e inspiegabile cortocircuito dimensionale.
Desiderii Marginis — Land of Strangers
Quello struggente senso di umano, ospite degli elementi alieni…
Necronauti, quasi un The Expanse con astronauti morti | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione della prima parte di La corporazione dei Necronauti, una saga SF ambientata nel Sistema Solare e scritta da Maico Morellini. Il volume, cartaceo e digitale, è in uscita per DelosDigital; conoscendo l’autore, non faccio fatica a pensare che il tutto sia di una bellezza estrema, un’altra opera in coda di lettura sul mio comodino…
Dall’arrivo degli alieni nel sistema solare, nessun essere umano ha più potuto viaggiare nello spazio e arrivare vivo a destinazione. Le colonie sui pianeti e le lune sono rimaste isolate per secoli, fin quando qualcuno è riuscito ad aggirare il blocco: i necronauti, la corporazione proveniente da Saturno che ha ripristinato le comunicazioni nel sistema. Non tutti, però, sono disposti a concedere loro questo potere.
Alcune resistenze
Resistono i simboli attraverso le bandiere delle nazioni psichedeliche, mostrando le perversioni incuneate sotto i riverberi della luce aliena di Orione.