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NeXT Hyper ObscureArchivio per Arnaldo Pontis
Due anni di “Schegge di ossidiana”
Oggi cade il secondo anniversario dell’uscita di Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo, un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, di uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
L’intero disco, nato dalle stupende realizzazioni sonore di Stefano Bertoli, Lukha B. Kremo (Krell) e Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab) è ascoltabile qui sotto, mentre sulla pagina BandCamp di HyperHouse potrete reperire altre info; parole e voci su “Flaminae suit” sono mie e di Ksenja Laginja, mentre la cover è opera di Ksenja Laginja.
Il carnet dei brani è acquistabile a 5€, un singolo brano a 0,99€, il CD a 7€.
YouTG.NET – È morta Christina Moser, l’altra metà dei Krisma
Arnaldo Pontis dà notizia della morte di Christina Moser, che col marito Maurizio Arcieri (morto qualche anno fa) hanno costituito per lunghissimo tempo il duo dei Krisma, sperimentatori elettropunk e newwave indimenticati e rimpianti. Un estratto dall’articolo, con in coda un loro video rivisitato dai Machina Amniotica di Arnaldo, insieme hanno collaborato più volte:
È morta all’età di 70 anni Christina Moser, cantante e compositrice di origine svizzera del duo new wave/synth pop Krisma, che formava insieme al marito Maurizio Arcieri, scomparso nel 2015. Moser e Arcieri, come riporta RumoreMag, si sono conosciuti nel 1966 e hanno formato i Chrisma, un acronimo nato dall’unione delle prime lettere dei loro nomi. Il gruppo nel 1980 è stato rinominato Krisma. Con loro, per un breve periodo nel 1980 si unì anche il noto compositore tedesco Hans Zimmer.
Il primo brano dei Chrisma dal titolo Amore, prodotto da Niko Papathanassiou – fratello di Vangelis – è presentato al Festivalbar 1976. Il primo album arriverà nel 1977, Chinese Restaurant e tre anni dopo, dopo il cambio di nome e per la prima volta come Krisma, la pubblicazione del loro terzo lavoro, Cathode Mamma. Un disco importante e seminale nello scenario della musica elettronica del tempo, osannato dalla critica musicale italiana e internazionale. A cui faranno seguito numerosi altri dischi di altissimo livello sonoro. In totale i Krisma pubblicheranno dieci album in studio spaziando dalla new wave al synth pop e all’elettronica di stampo più techno sempre con uno spirito irriverente e un’attitudine punk che rendeva i loro lavori immediatamente riconoscibili nel panorama musicale italiano. I Krisma sono stati, a detta dei molti estimatori, una delle coppie musicali più provocatrici e allo stesso tempo pionieristiche e di avanguardia degli anni ’80, con un sound potente frutto della loro costante ricerca di sonorità elettroniche particolari e di matrice mitteleuropea delle quali loro, come ben pochi altri alle nostre latitudini, riuscivano a intuire le potenzialità. Sonorità che sono, ancora oggi a distanza di tanti anni, moderne e attuali e che hanno costituito il vero e proprio marchio di fabbrica di un gruppo musicale rimpianto da molti fan.
La nave dei folli – la società cibernetica globalizzata che procede verso l’inevitabile naufragio
Qualcuno ricorderà questa mia segnalazione di un po’ fa in cui una cover di The End dei Doors è eseguita in uno scenario mozzafiato dai Machina Amniotica di Arnaldo Pontis e Roberto Belli; questa versione è inserita ora in un podcast critico e analitico sulla cibernetica e sul mondo modellato su essa, reperibile su LaNaveDeiFolli, da cui estraggo sotto un abstract significativo.
Ritornando sul brano, la produzione è dei ragazzi di Nautilus; e come poteva essere altrimenti?
Altro importante contributo di Heinz von Foerster all’edificazione della Seconda cibernetica è di aver dimostrato la necessità di includere l’osservatore nel sistema osservato – posizione che, oltre a porre le basi del costruttivismo, è stata anche uno dei fulcri dei lavori di Bateson e del gruppo di Palo Alto. Rispetto a una prima cibernetica che si basava sui “sistemi osservati”, durante il corso tenuto nel 1973 all’Università dell’Illinois Foerster propone il passaggio ai “sistemi osservanti”.
«Che c’è di nuovo negli sforzi dei cibernetisti di oggi? La novità è che ci siamo resi conto che per enunciare una teoria sul cervello, ci vuole un cervello. Ne consegue che se una teoria sul cervello pretende di essere completa, deve spiegare la sua stessa scrittura… Trasposto nel campo della cibernetica: i cibernetisti devono rendere conto della loro attività, la cibernetica diventa la cibernetica della cibernetica o cibernetica di secondo ordine.» (Ethics and Second-Order Cybernetics)
Prendendo spunto dai biologi cileni Humberto Maturana e Francisco Varela che, ispirati a loro volta dai precedenti lavori del fisico austriaco, da poco hanno sviluppato la teoria dei sistemi autopoietici (Autopoiesis: The Organization of the Living), secondo Foerster «Nel mio linguaggio da computer, direi che l’autopoiesi è quell’organizzazione che computa la sua stessa organizzazione. (…) I sistemi autopoietici sono termodinamicamente aperti, ma organizzativamente chiusi.» (Disorder/Order: Discovery or Invention?)
Per Maturana e Varela ogni sistema vivente è come una macchina che continuamente produce, rigenera e mantiene sé stessa, in ogni sua parte e in tutti i suoi processi, in base a un’organizzazione auto-diretta. Questo punto di vista controbilanciava la tendenza della biologia molecolare di allora ad assegnare massima centralità al processo informatico operante nel DNA e nella riproduzione cellulare, anche se in fin dei conti condivideva lo stesso approccio concettuale: i sistemi viventi sono delle macchine.
Questa autonomia interna dei sistemi, però, non ha più nulla a che vedere con l’autonomia soggettiva, nel senso che le attività cerebrali non rappresentano che una frazione dei processi autopoietici, di cui la coscienza è a sua volta soltanto un’infima parte. E malgrado le riserve espresse da Varela circa l’ampliamento di questo modello biologico al sociale, come vedremo alcuni pensatori non esiteranno a estenderlo all’insieme della vita umana.
Rivisitando “Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo”
Continua la carrellata di fine anno sulle ultime novità editoriali che mi riguardano; oggi vorrei ricordarvi Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo, progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo:
L’album trae ispirazione dalla personale saga imperiale, composta da decine di racconti e circa dieci romanzi; nel progetto musicale si fa riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” reperibile sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Gli artisti coinvolti in questo progetto musicale sono: Stefano Bertoli, Lukha B. Kremo (Krell) e Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab). Parole e voci su “Flaminae suit” mie e di Ksenja Laginja. Cover di Ksenja Laginja.
L’intero carnet di brani è acquistabile sul Bandcamp di Hyperhouse a 5€, un singolo brano a 0,99€, il CD a 7€.
Ecco il CD di “Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo”
Novità per la pagina HyperHouse su BandCamp: è disponibile il CD della produzione musicale di Stefano Bertoli, Lukha B. Kremo (Krell) e Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab), ispirati dalle dinamiche sfuggenti dell’Impero Connettivo.
Scaricare digitalmente l’intero album equivale a un’azione monetaria illusoria di 5€; un brano singolo digitale è quotato 0,99€ mentre l’ordine del CD equivale a 7€ (spese spedizione per l’Italia comprese), mentre per il resto del mondo si va dai 9 ai 10€, sempre spese spedizione comprese.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
L’album trae ispirazione dalla saga imperiale che ho ideato, composta da decine di racconti e circa dieci romanzi; in particolare si fa riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” reperibile sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Parole e voci su “Flaminae suit” mie e di Ksenja Laginja. Cover di Ksenja Laginja.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo | HyperHouse @BandCamp
Vi ricordo che potrete trovare le pagine di HyperHouse anche su BandCamp, in cui il progetto Schegge di ossidiana prende vita musicale grazie a Stefano Bertoli, Lukha B. Kremo (Krell) e Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab); parole e voci su “Flaminae suit” di Ksenja Laginja e Sandro Battisti, cover di Ksenja Laginja.
L’album, con me e tutti i musicisti, è al centro del panel di oggi alla The Abbey Experience, evento fiume che in questo momento è in svolgimento a Genova – info maggiori qui.
“Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo” è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
L’album trae ispirazione dalla saga imperiale scritta da Sandro Battisti, composta da decine di racconti e circa dieci romanzi; in particolare si fa riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” reperibile sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Poème électronique – The Abbey Experience (last seal)
Oggi 20 novembre dalle ore 16.00, a Genova presso l’abbazia di S. Bernardino (sconsacrata, state tranquilli), si terrà l’evento The Abbey Experience, una sei (6!) ore principe degli appuntamenti di Poème électronique in cui avanguardia musicale, elettronica e poesia si mescolano dando vita a esperimenti inusuali e innovativi. Ci saranno tanti artisti, tanti performer, tanti poeti, tanti musicisti, tanti autori; tra questi figuro anch’io con Schegge di Ossidiana, il progetto personale di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, dove in particolare faccio riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” comparso sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Alle 19.30 sarò quindi on stage per PRESENTAZIONE & LIVE Reading del progetto e sonorizzazione musicale con Stefano Bertoli, Krell (Lukha B. Kremo), Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab) e Ksenja Laginja.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
Ringrazio Ksenja Laginja e Stefano Bertoli per l’organizzazione dell’altrimenti impossibile evento di contaminazioni. Sull’evento FB c’è l’elenco completo dei partecipanti, davvero corposo e incredibile, con nomi che vedere tutti insieme è assai difficile – il limite sperimentale ed emozionale di molte discipline artistiche si dissolve nel loro stesso cross-over.
Poème électronique – The Abbey Experience (second seal)
Sabato 20 novembre dalle ore 16.00, a Genova presso l’abbazia di S. Bernardino (sconsacrata, state tranquilli), si terrà l’evento The Abbey Experience, una sei (6!) ore principe degli appuntamenti di Poème électronique in cui avanguardia musicale, elettronica e poesia si mescolano dando vita a esperimenti inusuali e innovativi. Ci saranno tanti artisti, tanti performer, tanti poeti, tanti musicisti, tanti autori; tra questi figuro anch’io con Schegge di Ossidiana, il progetto personale di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, dove in particolare faccio riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” comparso sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Alle 19.30 sarò quindi on stage per PRESENTAZIONE & LIVE Reading del progetto e sonorizzazione musicale con Stefano Bertoli, Krell (Lukha B. Kremo), Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab) e Ksenja Laginja.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
Ringrazio Ksenja Laginja e Stefano Bertoli per l’organizzazione dell’altrimenti impossibile evento di contaminazioni. Sull’evento FB c’è l’elenco completo dei partecipanti, davvero corposo e incredibile, con nomi che vedere tutti insieme è assai difficile – il limite sperimentale ed emozionale di molte discipline artistiche si dissolve nel loro stesso cross-over.
Poème électronique – The Abbey Experience
Sabato 20 novembre dalle ore 16.00, a Genova presso l’abbazia di S. Bernardino (sconsacrata, state tranquilli), si terrà l’evento The Abbey Experience, una sei (6!) ore principe degli appuntamenti di Poème électronique in cui avanguardia musicale, elettronica e poesia si mescolano dando vita a esperimenti inusuali e innovativi. Ci saranno tanti artisti, tanti performer, tanti poeti, tanti musicisti, tanti autori; tra questi figuro anch’io con Schegge di Ossidiana, il progetto personale di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, dove in particolare faccio riferimento al racconto “Tre colonne di ossidiana” comparso sui numeri 2 e 3 di Molotov Magazine, edito da Independent Legions.
Alle 19.30 sarò quindi on stage per PRESENTAZIONE & LIVE Reading del progetto e sonorizzazione musicale con Stefano Bertoli, Krell (Lukha B. Kremo), Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab) e Ksenja Laginja.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione.
Ringrazio Ksenja Laginja e Stefano Bertoli per l’organizzazione dell’altrimenti impossibile evento di contaminazioni. Sull’evento FB c’è l’elenco completo dei partecipanti, davvero corposo e incredibile, con nomi che vedere tutti insieme è assai difficile – il limite sperimentale ed emozionale di molte discipline artistiche si dissolve nel loro stesso cross-over.