HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Arthur C. Clarke
Immanente
Nei residui di una parola detta in estensioni aliene c’è la possibilità di trascendere l’immanente. Come se fosse antica magia.
DAVID GILMOUR: SPECIALE “THE COLOURS OF INFINITY” – 1995
[Letto su PinkFloydItalia]
The Colours Of Infinity è un documentario di Nigel Lesmoir-Gordon con Arthur C Clarke del 1995. È interessante sapere che la colonna sonora, a detta dei crediti, è a cura di David Gilmour, ma la realtà è che contiene alcune outtakes dall’album The Division Bell, quindi di fatto, è stata registrata nel 1993 da David, Rick e Nick. Tra queste, (come è possibile ascoltare all’inizio del documentario postato in fondo all’articolo) è presente ad esempio “Calling“, che sarebbe stata inclusa poi in The Endless River.
Se non volete guardare tutto il video, è possibile ascoltare anche solo alcuni dei pezzi strumentali della colonna sonora: 16 minuti e mezzo di musica accompagnati solo da alcuni brevissimi momenti di dialogo. Qui sono presenti 4 tracce, alcune delle quali compaiono nel documentario stesso e altre no. Il primo pezzo è un blues, dello stile di ‘Blues 1’ (contenuto nelle ‘Unreleased Track’ di ‘The Later Years – 1987-2019’), il secondo uno strumentale del tutto improntato a seguire la parte visuale del documentario, il terzo è simile a ‘Sum’ di ‘The Endless River’, e il quarto pezzo è stato presentato nel documentario del 1991 della BBC “Ruby Takes a Trip”.
2001 tra Kubrick e Clarke | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine la segnalazione di una pubblicazione molto interessante, che spiega cosa è successo dietro le quinte del capolavoro 2001 Odissea nello spazio. Un estratto:
La storia della realizzazione di “2001: Odissea nello Spazio” è tanto epica quanto gli eventi narrati dal film – e finora altrettanto misteriosa.
Nel 1964, concluso “Il Dottor Stranamore,” Stanley Kubrick era incerto su come bissare il successo appena ottenuto e stava considerando i temi più caldi del momento; solo quando incontrò Arthur C. Clarke si decise per un film di fantascienza. Occorsero tuttavia più di quattro anni perché “2001: Odissea nello Spazio” arrivasse sugli schermi: un titanico sforzo produttivo e creativo, costellato di ripensamenti, esperimenti, colpi di genio, debiti, litigi, minacce, esaurimenti nervosi e prove di forza.
Attingendo a fonti inedite, tra cui i documenti di produzione del film e il carteggio tra lo scrittore e il regista, 2001 tra Kubrick e Clarke di Filippo Ulivieri e Simone Odino racconta, per la prima volta in modo completo, l’odissea tecnica e artistica dei due autori, getta luce sulla loro relazione altalenante e rivela particolari finora sconosciuti sulla nascita e la realizzazione del “proverbiale buon film di fantascienza” il primo e il più grande film sullo spazio, l’origine della specie umana e il suo destino tra le stelle.
La sesta volta di Arthur C. Clarke | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’Urania di questo mese: La sesta volta, di Arthur C. Clarke. Parliamo di una storia ormai classica della SF, ma non per questo meno intrigante; la quarta è un compendio di mitologia e teorie di archeoastronomia, reminiscenze di un passato talmente arcaico di cui si hanno notizie, forse, soltanto tramite i miti.
Per sei giorni le immense astronavi, silenziose e immobili, restano sospese sulle metropoli della Terra, poi arrivano gli ordini e ai terrestri non resta che obbedire. Ma per anni e anni nessuno potrà vedere gli esseri venuti con le astronavi, nessuno potrà scoprire chi siano. Per quale misteriosa ragione non vogliono essere conosciuti? Forse perché (ma nessuno lo sospetta) non vogliono essere “ri-conosciuti”? Arthur C. Clarke è uno degli scrittori di fantascienza in cui risuona più intensa la nota metafisica: il suo tema è l’avventura della razza umana fra i misteriosi fondali dell’universo, l’enigma del nostro destino nello spazio. È da lì, a pensarci bene, che viene il brivido dei brividi: Clarke ce lo dimostra con questa calata dal cielo di invisibili angeli del bene o del male.