Sul blog di Ettore Fobo un lungo post, un avvolgente flusso di coscienza relativo a ciò che in queste settimane animerà il presente infinito della civiltà capitalistica: gli eventi consumistici da associare alle incombenti festività. Nel far ciò, l’autore esprime perplessità condite di considerazioni connettiviste sulla natura distopica del reale. Estrapolo un brano:
Le parole sono importanti. L’attuale, non il presente. Ebbene, per come va il mondo contemporaneo il presente può essere letto solo dalla lente del futuro e coloro che vivono nell’attuale non hanno ancora metabolizzato Copernico, rimangono tolemaici gli è sfuggito questo aspetto di apparentemente minima, in realtà enorme, mutazione antropologica. Dei mondi infiniti di Giordano Bruno non sanno che farsene .
Per questo scegliendo il futuro come campo d’azione i connettivisti finiscono per intercettare il presente, laddove ai poeti tocca invece addirittura l’immediato. Vale a dire: se io dico una metafora questa fondendo due termini diversi per analogia finisce per sintetizzare l’universo come una formula di fisica. Esempio: “quell’uomo è un leone” opera una sintesi estrema che rende inutili mille discorsi per descrivere quell’uomo. Leone è sufficiente, è intuitivo. Cos’è un poeta connettivista? È un poeta che mette in connessione il sapere scientifico con quello letterario, quello religioso quello biologico. Quello esoterico con quello informatico etc..
Connessione è la parola del nostro tempo. In ogni campo dalla psicologia all’informatica, dalla etologia alla meccanica quantistica. Tutto è relazione, interazione, rapporto.
Nel pensiero avviene la germinazione occulta della nuova realtà che si sta preparando per la Specie umana, questo idolo obsoleto in via di… estinzione? guerre, tumulto distruzione dell’ambiente naturale?) oppure di un ‘imprevedibile, per quanto insolita., guarigione? Ricordiamo Nietzsche: ”La malattia chiamata uomo”.
Ahimè con l’umano tutto volge al peggio, noi esseri umani creeremo solo distopie, mondi da incubo. È lo sfondo antiumano del mio pensiero, foraggiato da opportune letture sull’asse Leopardi –Cioran– Caraco. Per questo la spirale eternoritornante ha evocato un altro spazio tempo. Ci sono le avvisaglie di un futuro promettente ma riguarderà l’umano solo in parte.
Impadronendosi del concetto di connessione i connettivisti hanno dimostrato di vivere nel cuore del presente, mentre altri annaspano dietro alle beghe da cortile dello spettacolo politico televisivo, quello che Nietzsche chiamava ”il mercato”, linguaggio televisivo che comunque internet ha esautorato. Ma già si profila un Google quantistico. Che ne sarà della nostra visione del mondo? Di noi stessi? Delle nostre primitive e fossili considerazioni sulla natura del Tempo. La cosa in sé si alzerà e parlerà per noi il linguaggio dei delfini? “Meccanica quantistica per poeti “ è il titolo di un libro che oggi comprerò.
Soffio sulle distanze in modo che shiftino un po’ più in là, per lasciarmi respirare lontano da ogni disgustoso momento tracciante delle idiozie, e delle oppressioni.
Il passo sottostante è preso dall’introduzione di Carl Gustav Jung agli I Ching, il libro cinese dei Mutamenti, un modo di praticare la divinazione con un procedimento che sfrutta la matematica booleana, avendo come base 8 bit e portando le proiezioni del possibile a 64 bit – gli attuale sistemi operativi dei computer operano proprio con 64 bit.
A parte ciò, mi pare interessante notare, dalle righe sottostanti, l’invito di Jung ad abbandonare il metodo galileiano, che ha portato a risultanze valide in laboratorio ma che nella vita comune, essendo depurate da ogni sfumatura del reale, tendono a diventare ideali. Intendiamoci, Galileo ha sviluppato tali metodologie in momenti in cui un potere temporale orribile come quello della Chiesa di Roma operava una vera e propria censura totale, oggi lo chiameremmo un regime totalitario; in questo Galileo è riuscito a togliere i fondamenti alle assurdità dottrinali cristiane, ma ha costruito involontariamente un’altra chiesa in cui i dati statistici assurgono a verità assolute, ovvero le nuove verità assolute. Su questa base, i moderni sistemi totalitaristici del Liberismo operano sistematicamente, credendo ciecamente nei modelli imperfetti da laboratorio o stocastici e opprimendo l’umanità con regole inumane, che possono benissimo essere i riflessi di qualcosa presente ben oltre le nostre dimensioni.
Leggete attentamente le righe sottostanti, e non meravigliatevi quando gli I Ching si apriranno ineffabilmente la strada nella vostra consapevolezza.
Io non conosco il cinese e non sono mai stato in Cina. Posso assicurare il lettore che davvero non è molto facile trovare il giusto accesso a questo monumento del pensiero cinese, così infinitamente diverso dai nostri modi di pensare. Per capire in generale di che cosa tratti un simile libro è imperativo buttare a mare certi pregiudizi della mentalità occidentale. È curioso che un popolo dotato e intelligente come i Cinesi non abbia mai prodotto ciò che noi chiamiamo “scienza”. La nostra scienza, però, si basa sul principio di causalità, e la causalità è considerata verità assiomatica. Ma un grande cambiamento è ormai avviato. Ciò che la Critica della ragion pura di Kant non ha potuto fare, lo sta facendo la Fisica moderna. Gli assiomi della causalità sono scossi nelle loro fondamenta: ora sappiamo che quelle che noi chiamiamo leggi di natura non sono altro che verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Non abbiamo tenuto abbastanza conto del fatto che, per dimostrare la validità invariabile delle leggi di natura, abbiamo bisogno del laboratorio con le sue incisive restrizioni. Se lasciamo che la natura faccia da sé, vediamo un quadro ben differente: ogni processo subisce interferenze parziali o totali a opera del caso, e in misura tale che in circostanze naturali un corso di eventi che si conformi in tutto e per tutto a leggi specifiche, rappresenta quasi un’eccezione.
La mentalità cinese, quale io la vedo all’opera nell’I Ching, sembra preoccuparsi esclusivamente dell’aspetto accidentale degli eventi. Ciò che noi chiamiamo coincidenza sembra essere la cosa della quale questa peculiare mentalità s’interessa principalmente, mentre ciò che noi adoriamo come causalità passa quasi inosservato. Dobbiamo ammettere che qualche cosa si possa dire in favore dell’immensa importanza del caso. Una quantità incalcolabile di sforzi umani è rivolta a combattere e limitare i danni o i rischi rappresentati dal caso. Spesso le considerazioni teoriche su causa ed effetto appaiono pallide e polverose a paragone degli effetti pratici del caso. Va benissimo dire che il cristallo di quarzo è un prisma esagonale; è proprio vero – fintanto che si immagina un cristallo ideale. Ma in natura non si trovano due cristalli esattamente uguali, benché tutti siano palesemente esagonali. La forma reale, tuttavia, sembra sollecitare il saggio cinese ben più di quella ideale. La confusa congerie di leggi naturali che costituisce la realtà empirica contiene per lui un significato ben più importante che non una spiegazione causale degli eventi, che poi di regola devono essere separati l’uno dall’altro prima che si possa discuterne in maniera appropriata.
Su Repubblica una bella intervista di Roberto Saviano a Edward Snowden, che ci racconta come Internet sia il posto meno indicato per nascondere un segreto, un’idea, la nostra attività, ciò che pensiamo o facciamo, ciò che siamo insomma. Siamo continuamente spiati, i nostri profili continuamente aggiornati, non abbiamo segreto alcuno per coloro che gestiscono la rete di controllo mondiale: Internet si è rivelata come la più grossa trappola per il genere, altro che distopia… Per quanto mi riguarda nulla di nuovo, ma per molti è un’amara sorpresa. Leggete, leggete.
Ti racconti in un complesso di idee e distopie aliene. E il risultato è invece un distinguo di idee, e regolamenti insulsi di altri che non comprendono.
Su Ondamusicale una stupenda recensione all’album Animals, dei Pink Floyd, pagina che sottoscrivo in toto e in ogni sfumatura analizzata; ne incollo qui sotto una cospicua parte – magnifico disco:
Il disco consta di cinque brani. Il primo e il quinto sono la stessa traccia, sorta di parentesi “privata” in un disco fortemente “pubblico”. La parentesi privata è Pigs On The Wing, che vede Waters in versione chitarra acustica come non accadeva dai tempi di If. Nella prima parte Waters, dialogando con la moglie, la ammonisce su quanto sarebbe pericoloso non prendersi cura l’uno dell’altra, unica maniera per salvarsi dalla pochezza venefica dei porci con le ali.
È, questa, la versione watersiana dello “shelter from the storm” di Bob Dylan. Nella seconda parte di Pigs On The Wing, che chiude Animals,Waters è felice di constatare come lui e la moglie siano davvero riusciti a creare un riparo privato dalle storture del mondo. La tecnica della parentesi, ovvero dello stesso brano che inizia e chiude il disco, era già stata usata nel precedente Wish You Were Herecon la sensazionale Shine On You Crazy Diamond.
I brani effettivi di Animals sono tre: Dogs, Pigs (Three Different Ones) e Sheep. Sono tutti brani superiori ai dieci minuti. Il primo e il terzo, in versione embrionale, erano nati nel ’74 ed erano stati anche eseguiti dal vivo. Gotta Be Crazy sarebbe divenuta Dogs e Raving And Drooling sarebbe divenuta Sheep. Entrambe le canzoni dovevano far parte di Wish You Were Here.
Poi il Magnifico Despota Waters ebbe l’idea di spezzare Shine On You Crazy Diamond e creare un concept album sull’assenza, “scartando” i due brani e creandone di nuovi (Welcome To The Machine, Have A Cigare la title track). Gilmour, come quasi sempre, non era d’accordo. Waters, come quasi sempre, aveva ragione e vinse lui con una votazione interna al gruppo (3 a 1). I “vecchi” brani furono poi aggiornati da Waters per adattarli alla concezione animalesco-orwelliana dell’album. Nacquero così Dogs e Sheep. Animals è uno dei dischi preferiti da Waters, mentre Gilmour e Mason – a tale domanda – hanno più volte risposto: “Wish You Were Here“.
Si erano accorti immediatamente del cambio del vento, del freddo inumano che si stava affacciando alle porte dell’illusione, del sogno infranto, del nero asettico che sta dietro alle Corporazioni e che era pronto per inondare ogni iato dell’universo…
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)