Sul blog di Alessio Brugnoli un post che riguarda la storia di Roma, un piccolo angolo, un episodio marginale che contiene, però, aspetti politici che si risolvono in una sorta di religione, qualcosa che per acquisire prestigio si trasforma in una forma messianica, lo stesso passaggio che utilizzano ora le multinazionali attraverso lo strumento dell’epica aziendale, così da acquisire un incedere mistico, inattaccabile, illuminato.
Nell’epoca tetrarchica (dell’Impero Romano, ndr) i palazzi assolvono sempre più il compito di celebrare la sacra persona dell’imperatore e preparare il suo culto post mortem e, in maniera simile a quanto avvenuto due secoli prima sul Palatino a Roma, le residenze si dotano di peculiari complessi architettonici, che ricorrono analoghi di Capitale in Capitale, diventando strumenti di affermazione e autocelebrazione: il circo costituisce il luogo dove preferenzialmente l’imperatore, ottenendo applausi e consensi, si rapporta al popolo, mentre nell’aula palatina riceve l’omaggio-adorazione della sua corte (proscinesi). Infine l’unione di palazzo e mausoleo nell’ambito di complessi residenziali imperiali testimonia la nuova condizione del princeps, ormai divenuto dominus et deus: il mausoleo ha funzione di anticipare e preannunciare la prossima divinizzazione di chi l’ha costruito e assicura al divus la prosecuzione degli stessi onori a lui riservati, in vita, nel circo.
Bella intervista di Fabrizio Catalano a Mariano Equizzi sul tema, sul progetto tecnologico e culturale di realtà aumentata 6 1 mito. Ascoltatela attentamente: sviscerare il tessuto urbano delle nostre città italiche – Roma, nel caso in questione – in funzione dei miti ancestrali che in età classica si sono condensati in divinità è cultura, e che oggi sono diventati supereroi e altre amenità americane varie.
Dovresti comprendere che le personificazioni dei caratteri comportamentali sono archetipi di divinità, esposizioni di quello che non siamo né saremo mai.
Su FantasyMagazine la segnalazione di un nuovo romanzo per Rick Riordan che si muove in una saga, di cui questo La nave degli scomparsiè la chiusura di una trilogia norrena. Ecco la sinossi:
Loki è riuscito a liberarsi dalle catene con cui Odino lo teneva prigioniero e marcia verso l’impresa che consacrerà per sempre il suo dominio: distruggere i Nove Mondi e scatenare il Ragnarok, il Giorno del Giudizio. Un’eternità trascorsa con un serpente sulla testa non ha certo mitigato l’ira del malvagio dio, e Magnus Chase dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per impedire che Loki salpi con la diabolica Nave dei Morti prima del solstizio d’estate. Nella sua missione più decisiva, però, Magnus dovrà affrontare Loki sul suo stesso terreno, in un duello in cui non serviranno mazze e spade quanto spirito e arguzia: una gara di dialettica, da combattersi a suon di fantasiosi insulti! Solo bevendo il prodigioso Idromele di Kvasir Magnus potrà sperare di battere il dio, ma dovrà poi misurarsi con il suo terrificante vascello di zombie a bordo di una nave dall’aspetto non esattamente minaccioso, la Big Banana…
Sul blog La misura delle cose un post articolato che riesuma, o meglio storicizza (e purtroppo ce n’è bisogno) la spiritualità per noi pagana dei tempi arcaici di Roma, di quei tempi repubblicani; lo fa attraverso tre preghiere perlopiù appartenenti ai culti privati in cui si evidenzia una dignità e una forza interiore che oggi ci è sconosciuta, persi come siamo nelle supplichevoli e umili esortazioni del noioso culto cristiano.
A Roma i sacerdoti erano organizzati in confraternite o collegia, divisi in base alle attività e ai compiti a cui erano preposti; durante le cerimonie innalzavano agli dèi inni e preghiere per propiziarne la benevolenza. Accanto al culto pubblico, del quale erano destinatarie le maggiori (pochissime) divinità, esisteva un culto privato, una “religione domestica” che celebrava entità extraumane e spiriti degli antenati preposti alla protezione della casa, della famiglia e delle attività che attorno a queste si svolgevano.
“Lari, aiutateci! Né pestilenza né rovina, o Marte, lascia dilagare tra il popolo! Sii sazio, o feroce Marte, salta sulla soglia, fermati là, là! I Semoni, alternativamente, li chiamerà tutti a riunione; aiutaci, Marte! Trionfo!”
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.