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Kotra – Radness Methods | Neural
[Letto su Neural]
Già “Assemblage Tremor”, prima traccia di questo Radness Methods , ultima opera in solo di Dmytro Fedorenko, aka Kotra, è assolutamente implacabile e annichilente, una sorta di liturgia techno-sciamanica che riporta lo sperimentatore ucraino residente da tempo a Berlino alle sonorità dei suoi esordi, fitte d’un flusso duro, industriale e diretto allo stomaco più che alla mente dei suoi ascoltatori. Tutta la scrittura delle sette composizioni presentate ha come riferimento quelle che sono le tipiche scansioni della musica rituale del tamburo e delle tecniche di meditazione dinamica. Il concetto è quello di una serie di azioni sonore astratte, piuttosto che eventi musicali, il cui effetto sia un’esplorazione di stati particolari di realtà non certo ordinari. Sono iperventilazioni acustiche, alla stregua di quello che nelle tecniche sannyasin sono esternazioni del pensiero attive e irriverenti, quelle alle quali ci sottopone Kotra, forte d’una coerenza frutto d’un percorso artistico assai complesso e travagliato. Naturalmente c’è chi subito ha scorto qualcosa di “pugilistico” e “guerresco” in questi solchi, blandendo la metafora della “resistenza” senza che l’autore facesse a tal proposito una seppur minima dichiarazione. La resistenza che noi scorgiamo, invece, è la stessa che ha portato allo scioglimento della Kvitnu, quella di “un nuovo inizio”, quella di cogliere i momenti di crisi per cambiamenti ancora più radicali, quella che nell’essenza d’un suono industriale, metropolitano e urticante innesta sacralità primordiali, indirizzando la carica concettuale che ancora rimane in circolo nella società a un livello più essenziale e diretto. Non si tratta di risultare più o meno disturbanti alla stregua di un mercato oramai mainstream, quanto piuttosto di ribaltare quella che è l’alienazione quotidiana di un conformismo che penetra ogni ganglio della contemporaneità e quindi anche gli svariati ambiti della produzione artistica. Non ci sono vie di mezzo e anche le mescole, per esempio, fra suggestioni industriali e algide geometrie elettroniche, sono assolutamente funzionali al flusso, un nuovo corso che infonde una potenza metallica e straniante, battente e inquieta. L’uscita va ad arricchire il catalogo del nuovo progetto discografico di Dmytro Fedorenko, la Prostir, etichetta fondata nel 2018 e focalizzata proprio su dissonanze e suoni corrosivi innestati su ritmiche sostenute. In fondo quello che Kotra ha sempre fatto è occuparsi di forme sonore estreme: sono quelli i suoi strumenti.
Various Artists – Urbsounds Unpolished Fidelity | Neural
[Letto su Neural]
Ventesimo anniversario per il collettivo DIY di Bratislava che fa capo alla Urbsounds, etichetta che non ha mai dimenticato il suo passato punk, nell’accezione più politica del termine, che è quella di riflettere la parte più desolata di questa società, le cicatrici d’una espansione distopica nella quale viviamo e siamo organicamente integrati. I suoni che aleggiano fra le ultime uscite dell’etichetta e anche in questa raccolta celebrativa sono ancora quelli di un’elettronica sperimentale rumorosa e abrasiva. Atmosfere che restituiscono bene lo spirito degli spazi industriali abbandonati e degli squat anarchici dei decenni precedenti. A volte, come dice Alvin Toffler, “il futuro arriva troppo presto e nell’ordine sbagliato” e – come in una sorta di macchina del tempo – generazioni differenti si rincorrono, stabiliscono chi siano i nuovi maestri e quali i fenomeni che hanno segnato veramente la storia. Certo non è una celebrazione elegiaca, “è musica che non sarà mai popolare”, affermano gli stessi fondatori del collettivo, che mantengono limitata questa volta la partecipazione al progetto ai soli sperimentatori di area slovacca. Sintetizzatori e generatori di suoni hanno sostituito le chitarre elettriche, questo è evidente e a Urbanfailure e RBNX, fondatori del progetto, sono stati affiancati Daniel Kordík, Monika Šubrtová, NDS e Dead Janitor solo per citarne alcuni. Anche i generi attraversati sono molteplici e troviamo sia techno lenta e piuttosto scura, idm, profonde immersioni psichedeliche e hard techno, intrecci che sono comunque frutto di subculture parecchio specifiche. “È musica per i fedeli”, ancora sottolineano quelli del collettivo. Le pratiche di campionamento, edit, masterizzazione e tutto quello che concerne il lavoro in studio, insomma, per quanto molti di quei punk d’un tempo siano diventati adesso stimati artisti e produttori, è sempre meno decisivo se rapportato a quella particolare magia che riesce a mettere assieme gente altrettanto disparata durante un rave, quella energia molto fisica che era il preciso condimento di pratiche musicali e di vita certo molto particolari e forse caratteristiche d’un periodo. A noi del cespo è alquanto piaciuta proprio l’ultima traccia dell’album, “Walking In My Issues”, a firma RBNX, quattro minuti di rarefatte e dissonanti dissertazioni elettroniche, nere come la pece.
DIA.MAT @ circolo 30 giugno_24.03.2023 | Duplex Ride
Segnalo, per chi è a Genova il 24 marzo, quest’evento che m’intriga molto: chi può, vada!
GEDRON: L’ISTANTE ETERNO AL DI LÀ DEL TEMPO
Su CollettivoInconscio un’intervista a Gerardo Fornaro, produttore, performer e promoter insieme al collettivo Duplex Ride, attivo nel valorizzare il lato più elettronico e sperimentale della cultura underground genovese, presenta l’ennesimo item – Magneto – del suo moniker, Gedron. Vi lascio ad alcuni stralci della chiacchierata:
L’artwork di Magneto, con la singolarità che inizia a fagocitare l’immagine, fa presagire un viaggio siderale il cui ritorno non è assicurato.
Il buco nero che fagocita il mondo industrial rappresenta bene il contenuto dell’album. Ho cercato di tradurre in musica un certo senso di smarrimento, ottenuto miscelando influenze afro e cinesi insieme ad alcune fonti naturali (ad esempio il canto delle balene). Scorre costante sullo sfondo un tessuto granulare magmatico e instabile nel quale i suoni vengono frantumati e ricomposti, come se davvero la natura instabile e misteriosa dei quanti stesse agendo sulla selezione delle scene sonore e nel mio immaginario. Un immaginario sonoro comunque sempre controllato, mai caotico.
Le possibilità timbriche della sintesi granulare vengono ampiamente approfondite in questo lavoro; mi accennavi che hai volontariamente optato per un set-up composto di macchine reali e non di repliche virtuali. Ha ancora senso oggi fare questa distinzione?
Sono cosciente che il mondo plug-in & virtual sound sia un tipo di approccio in grado di offrire infinite possibilità’ creative ma ritengo che ogni macchina analogica e digitale abbia una sua anima, una sua firma specifica. Credo che non lascerò mai i synth per i pc anche se questa – ribadisco – è una mia scelta del tutto personale. Quando sento che il mio synth vibra e mi suggestiona sono al settimo cielo. Alla fine, sono i suoni e le idee ad essere importanti.
Oumuamua è chiaramente un omaggio al misterioso corpo celeste che ha transitato all’interno del sistema solare qualche anno fa e che ha scatenato le ipotesi più diverse in merito alla sua provenienza. L’esplorazione scientifica dell’ignoto è una tematica costante all’interno della tua produzione.
Mi sono divertito parecchio a fantasticare su questo oggetto misterioso sfuggito via troppo velocemente per essere compreso e ho provato ad immaginare suoni in grado di descrivere questo super sigaro extra solare.
Mi risulta che tu abbia un’intensa attività live.
Amo suonare dal vivo ma solo in determinati contesti artistici e culturali. I locali votati alla birra e all’intrattenimento non sono di mio gradimento; il mio obiettivo è creare una catarsi, un collegamento profondo tra i miei suoni e il pubblico, partendo sempre dal silenzio, dall’attenzione e dal coinvolgimento mio e delle persone che vengono ad ascoltarmi per poi stimolare il pubblico con paesaggi sonori insoliti, ieratici e alieni.
DARK AWAKE – Persuasion feat. on Vocals Zoe DeWitt of ZERO KAMA
Lo spartiacque è uguale al pregresso.
Terror Cognitive Dissonance – If You Want To Realize The Truth Don’t Be For Or Against
L’infezione del reale crudo.