HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Informazione
Informazioni = misura delle variabili
Ti aspetti di essere bandito dalle perpetue azioni innovatrici, ma non hai ancora capito l’enorme potere informativo che hai accumulato.
Cognizioni native
Un plico generato per via olografica nasconde in sé una compiacente estensione di cognizioni sterminate, da ingoiare per vie traverse e non distruggere il patrimonio informativo autoctono.
Paul Dourish – The Stuff of Bits: An Essay on the Materialities of Information | Neural
[Letto su Neural]
Che tipo di “materialità” si può trovare nella nostra infrastruttura digitale globale? Affiancando la presenza tangibile dell’hardware, i processi che si presume permettano il funzionamento dell’intero sistema si modellano a vicenda e a loro volta modellano in modo invisibile e diretto il nostro modo di lavorare. Dourish affronta questa preoccupazione attraverso “la materialità della rappresentazione dell’informazione”. Isola quattro elementi classici che compongono l’infrastruttura digitale: emulazione computerizzata (macchine virtuali), fogli di calcolo, database e architettura di rete. Ogni elemento è esaminato in un capitolo diverso attraverso le loro ‘materialità’, o le specifiche qualità materiali che mostrano, come ‘trasparenza’ o ‘peso’, la loro disposizione materiale. La loro forma e qualità costringono l’informazione e il modo in cui la trattiamo a dinamiche specifiche. Che cosa si intende per “databaseabile”, per esempio, che significa che tipo di raccolta coerente di contenuti, o semplicemente di dominio culturale, o semplicemente di informazioni sparse può essere plasmata nell’attuale paradigma di un database? E cosa potrebbe essere tecnicamente (e quindi politicamente) escluso? Come forma un foglio di calcolo le riunioni e le decisioni? E in che modo lo sviluppo di macchine informatiche e della stessa infrastruttura globale di Internet è influenzato dall’attuale filosofia di gestione (cloud, server, macchine virtuali, ecc.)? Tutte queste domande sono poste e discusse in questo libro attuale, e risuonano, come l’autore sperava, in altri settori correlati, finalmente cominciando a mettere in discussione in modo significativo i nostri “metodi e discipline”.
L’elettronica diventa commestibile: ecco il grafene da mangiare – Repubblica.it
Su Repubblica un articolo che lascia spazio a più fantasie sul prossimo reale: mangiare immagini di grafene per assorbire informazioni. Voi riuscite a vederne le implicazioni possibili future?
Crisalide
Mi risveglio in un media di pura angoscia, avvolto come un bozzolo come se fossi una crisalide di pura informazione, eterea eppure pronta a incarnarsi nuovamente.
Info a contatto
Le info divengono strutture mnemoniche cristallizzate in arcaiche forme di conoscenza, indigeribili pure al contatto.
Sarah Cook – Information | Neural
[Letto su Neural]
Qual è la principale differenza tra un curatore e un editore? Apparentemente una certa discrepanza è in gran parte dovuta ai mezzi che questi professionisti utilizzano (la scatola bianca contro la pagina bianca), e – per quanto possibile – ciò è in relazione all’organizzazione delle specifiche conoscenze in tali distintivi spazi. Sarah Cook non è soltanto una curatrice, bensì anche una profonda studiosa degli ambiti conoscitivi legati al digitale e alle sue pratiche. Di conseguenza è facile immaginare come in Information Cook utilizzi un “approccio curatoriale”, correlato al processo di modifica nella selezione e organizzazione di un’antologia di testi. Le cinque sezioni sono organizzate attorno a tutto il ciclo di vita delle informazioni e sono destinate ad essere “un sondaggio d’arte oltre la teoria dell’informazione”. Sono inclusi testi su artisti e/o forme artistiche, che comprendono pratiche d’avanguardia in voga dal 1960 ad oggi. Tali sperimentazioni sono tratte da un eclettico mix di formati che vanno dai comunicati stampa alle interviste, comprese le dichiarazioni di curatori e artisti. Si tratta di una selezione molto ricca e coerente, in cui concetti come segnali e significanti, insieme con la quantità e la qualità delle informazioni, vengono affrontati attraverso lenti specifiche, rendendo più credibile il coinvolgimento rispetto a quanto solitamente accade con dei testi teorici. Tutti questi focus, seppure ben collegati tra loro, sono anche ampliati nell’introduzione del libro, con le citazioni e altrettante opere non necessariamente incluse nei testi. Come l’autrice afferma “l’informazione non è la cosa, ma piuttosto il processo della sua stessa manifestazione”. Tali procedimenti,quindi, sembrano essere perfettamente legittimati.
AKA 10 – LogForData | ProjectSinge | Neural
[Letto su Neural.it]
Differenti protocolli di codifica audio sono estratti da un modem 56k, fax e personal computer del 1980 e assieme ai dati audio sono inclusi anche testi di conversazioni on-line fra i diversi membri di un canale IRC. Riuscire a decodificare i contenuti è possibile soltanto utilizzando un lettore di cassette e collegando questo ad un computer, a sua volta connesso al sito logfordata.net. Il nastro ha quindici minuti di flussi di dati per lato, rispettivamente in francese e in inglese: la precisione del lettore a nastro, la rapidità del sistema informatico e la sua connessione a Internet – poi – determinano la struttura dei testi e i codici che sarà possibile visualizzare sullo schermo del laptop. Sotto la sigla ProjectSinge, una piattaforma operativa fondata nel 1998, si raccoglie un gruppo creativo la cui specificità è in bilico fra istallazioni multimedia, performance, sviamenti audiovisivi e riappropriazioni di tecnologie obsolete. LogForData riporta alla memoria le prime connessioni, un’epoca durante la quale il sistema dell’informazione stava incominciando impercettibilmente a mutare, prima che tutto prendesse una piega ancora più vorticosa, meno controllabile e caotica. Quella del traffico dati è adesso una questione cruciale: cloud, internet of things e mobilità dettano i nuovi bisogni e sulle tecnologie di trasmissione e ricezione dei dati continua una splendida avventura incominciata proprio all’alba degli anni ottanta. L’informazione è oramai una forma di esistenza indipendente e le entità digitali prima solo fantasticate sono diventate a pieno titolo realtà a se stante. Qui anche il concetto stesso di formato è messo in discussione: la cassetta – infatti – è solo una parte del processo, che per essere completato ha bisogno di più dispositivi, in una sorta di casalinga crittografia che è depositaria di risoluzioni sempre cangianti. LogForData è stato sotto i riflettori in più mostre, con semplici implementazioni oppure ri-arrangiato dal vivo, in tempo reale, in cut-uping abrasivi e allusivi che sempre riportavano ad un canto sintetico di codice digitale.