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Hypnos. Rivista di letteratura weird e fantastica. Vol. 13 | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni al numero 13 della rivista Hypnos, pubblicazione dedicata ovviamente al weird. Un estratto:
Non ci sono dubbi, il nuovo numero di Hypnos è un’autentica bomba per gli appassionati di narrativa horror!
In copertina campeggia il nome di Ramsey Campbell, da qualcuno considerato (come nel caso dell’esegeta di H.P. Lovecraft, S.T. Joshi) come il più grande scrittore horror vivente. Si tratta di un punto di vista opinabile ma indubbiamente Campbell è un gigante del genere e c’ha pensato Edizioni Hypnos, pubblicando di recente la novella “lovecraftiana” L’ultima rivelazione di Gla’aki, a rinnovare l’interesse per quello che è un maestro dell’horror contemporaneo, con all’attivo romanzi iconici come La bambola che divorò sua madre (1976), La faccia che deve morire (1979) e La setta (1981).Questo numero 13 della rivista risulta così un’occasione succulenta per i seguaci di Ramsey Campbell: ci vengono proposti un’intervista (con domande di Andrea Vaccaro, Ivo Torello e Matteo Carnio) e uno splendido e pauroso racconto inedito intitolato Lo schema.
Ma questo numero di Hypnos non si ferma certo a Campbell e ci presenta alcuni racconti assolutamente degni di interesse. In particolare ho trovato notevole Egnaro di M. John Harrison, autore che deve molto alla tradizione di un autore come Arthur Machen che viene da lui riletto in maniera originale. A me personalmente questo racconto ha ricordato anche qualcosa di Borges anche se su un piano più weird e di genere.
Arriva Hypnos Magazine n.13 | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione del nuovo numero (il 13) di Hypnos, la rivista dell’omonima casa editrice specializzata in ogni declinazione del weird.
In questo tredicesimo numero di Hypnos il maestro inglese dell’horror Ramsey Campbell ci presenta uno dei suoi racconti più terrificanti, “Lo schema”; altro classico del perturbante è “Egnaro” di M. John Harrison, uno storia fuori dagli schemi, così come il bizzarro “Macchina d’acqua” dell’americano Michael Cisco. “Chiaro di luna” di Valentina Ramacciotti è il racconto vincitore del premio Hypnos 2021, mentre per i classici è la volta di Hugh Walpole con “La maschera d’argento”. A chiudere il numero l’ultimo capitolo della Strana Storia dell’Arte, di Ivo Torello, recensioni a cura di Laura Sestri e un articolo di Francesco Ceccamea sull’antologia “Il colore del male”.
Predatori dall’abisso | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni a Predatori dall’abisso, nuova edizione del primo romanzo di Ivo Torello, edito da Hypnos; uno stralcio:
Come scrive Andrea Vaccaro nell’introduzione, Predatori dall’abisso fu una sorta di apripista, un punto di svolta (anche se non immediatamente percettibile), un’opera italiana, weird, di stampo lovecraftiano, intrisa di sense of wonder capace di parlare ai lettori d’oggi, conquistando pubblico e critica. Con il successivo romanzo La casa delle conchiglie, Torello ha cercato nuove strade abbandonando (almeno in parte) la via tracciata con il romanzo d’esordio, ma questo non vuol dire che l’avesse disconosciuto. Tanto che ora ne esce una nuova edizione (sempre per le Edizioni Hypnos) rivista, ampliata e anche, almeno in gran parte, riscritta. In pratica questa nuova edizione è quasi un nuovo romanzo.
Avevo un buon ricordo del romanzo, ma dopo averlo riletto posso dire che siamo di fronte ad un’opera di assoluto livello in ambito weird e di orrore cosmico “lovecraftiano”. Forse anche grazie a una maturata esperienza dell’autore, questa seconda stesura risulta superiore alla prima.
La storia è ambientata nel 1890 a Londra e in Scozia, nelle Highlands. La vicenda inizia in una Londra cupa e piovosa dove Julius Milton, artista squattrinato che ritrae nei suoi schizzi strane creature visionate al British Museum, è ossessionato da sogni allucinanti che gli mostrano una realtà pazzesca. In questi incubi vede un fantomatico castello dalle torri asimmetriche, mostri inconcepibili e avverte una presenza gelida proveniente dagli abissi del cosmo. Impossibile non pensare al leggendario Wilcox, il giovane artista di Il richiamo di Cthulhu.
Milton riesce a risolvere l’enigma del castello grazie all’aiuto di un libraio: effettivamente l’edificio esiste ed è situato in Scozia nel paesino di Kirsdale, nelle Highlands. Viene poi a conoscenza, tramite un articolo di giornale, della morte del professor Renwick, stimato paleontologo le cui ricerche nella torbiera della località scozzese avevano portato alla luce fossili antichissimi. A questo punto Milton, spinto dalla curiosità, lascia Londra e decide di recarsi a Kirsdale per cercare di esorcizzare i suoi fantasmi .
Predatori dall’Abisso di Ivo Torello ritorna in una nuova edizione ampliata | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione della riedizione di Predatori dall’Abisso, romanzo weird di esordio – di circa dieci anni fa, ora riedito con ampliamenti – di Ivo Torello; questa è la quarta:
Highlands, 1890. La morte di Alan Renwick, scienziato e studioso di occultismo, apre le porte a una serie di eventi misteriosi. Nel frattempo a Londra strani sogni popolano la mente del giovane Julius Milton che, attratto da un incomprensibile richiamo, si reca nello sperduto villaggio di Kirsdale, sul quale grava una minaccia ignota e mortale. Qui oltre agli scontrosi highlanders, incontrerà il professor Thaddeus Walkley, bizzarro zoologo e collezionista di “mostri”, con cui vivrà un’avventura insieme affascinante e terrorizzante, tra saperi proibiti e creature venute dall’altrove.
Torna dopo dieci anni Predatori dall’abisso, il romanzo d’esordio di Ivo Torello, qui riproposto in una nuova e più corposa edizione ricca di parti inedite, un’avventura lovecraftiana istoriata in una rigorosa ricostruzione delle atmosfere scozzesi di fine Ottocento.
Ivo Torello: Estasi e tormento a Montmartre + intervista all’autore – Ver Sacrum
Su VerSacrum una recensione di Cesare Buttaboni a Estasi e tormento a Montmartre, di Ivo Torello, uscito per Hypnos. Di seguito, nello stesso post, è possibile leggere un’intervista all’autore.
Continua la serie delle avventure di Ulysse Bonamy dello scrittore genovese Ivo Torello con “Estasi e tormento a Montmartre”. Si tratta del quarto romanzo breve (o racconto lungo) di questo ciclo ambientato negli anni ’30 a Parigi (i cosiddetti Anni Ruggenti) che prende le mosse dall’acclamato La casa delle conchiglie che si svolgeva alla fine dell’800. L’atmosfera generale di questi libretti è però simile a quel fortunato romanzo (di cui ritroviamo alcuni personaggi come Madame Sabatière) anche se non riescono, a mio avviso, a raggiungerne l’intensità se non a tratti. Questi volumetti sono in ogni caso di piacevole lettura (personalmente ho apprezzato in particolare il secondo e il terzo capitolo) e si presentano bene dal punto di vista grafico (davvero raffinate le copertine di Elena Nives Furlan) e credo piaceranno molto a chi ama seguire le avventure seriali di personaggi come i famigerati detective dell’occulto creati dalla penna di William Hope Hodgson, Algernon Blackwood e Sax Rohmer. Tuttavia credo che Torello dia il meglio di sé sulla lunga distanza e che, alla fine, pur continuando il livello (anche di questo Estasi e tormento a Montmartre) a essere buono il rischio è quello di ripetersi e di diventare di “maniera”. Ma forse lo stesso Torello deve averlo capito visto che i prossimi capitoli saranno dei veri e propri romanzi. Nondimeno il libro ha, in alcuni momenti, un’atmosfera onirica che riesce, pur nell’ambito di una vicenda simile ad un giallo, a elevarne il livello con squarci deliranti di puro fantastico.
Indubbiamente sei un personaggio noto a chi frequenta l’horror italiano: in passato ti sei messo in luce vincendo il Premio Lovecraft e ottenendo altri riconoscimenti fra cui il MortErotica bandito dal sito LaTelaNera. Inoltre hai diretto per un periodo il portale HorrorMagazine. Personalmente ti ho conosciuto leggendo il racconto “Amalgama” su Carmilla, una rivista allora ancora in versione cartacea. Da quel periodo ne è passata di acqua sotto i ponti. Ti riconosci ancora (almeno in parte) nella tua prima produzione o ritieni si tratti di un capitolo chiuso con cui non hai più niente a che fare?
In quasi un quarto di secolo, di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, e mentirei se dicessi che non rinnego nulla del mio passato o che i miei gusti sono sempre gli stessi. Oggi leggo narrativa che a vent’anni non avrei nemmeno preso in considerazione e ammiro scrittori che a quell’età conoscevo solo per sentito dire e, magari, disprezzavo senza una valida ragione. Ma non posso, e nemmeno voglio, prendere le distanze dalla mia “incarnazione horror” e definirla un capitolo chiuso. La modalità horror la uso ancora all’interno delle mie opere, che personalmente considero dei fantasy per adulti di ambientazione storica. La casa delle conchiglienon manca certo di scene orrorifiche, così come gli Strani casi di Ulysse Bonamy.
Con Estasi e tormento a Montmartre torna Ulysse Bonamy | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione della quarta puntata della saga, scritta da Ivo Torello, dedicata a Ulysse Bonami e i suoi strani casi, edita da Edizioni Hypnos: Estasi e tormento a Montmartre.
Con Estasi e tormento a Montmartre, ambientato nel medesimo universo narrativo de La casa delle conchiglie, Ivo Torello ci trasporta in un mondo di stregonerie e malavita, equivoci e spaventi, un’intricata matassa di segreti e sotterfugi che solo Ulysse Bonamy, figura a metà tra Arsenio Lupin e Simon Templar, investigatore suo malgrado, potrà risolvere.
La Ville Lumière è sull’orlo della guerra! Una misteriosa catena di suicidi, preludio di guai ben peggiori, insanguina le intricate strade della Parigi segreta. Artisti decadenti, modelle procaci e potenze occulte si fronteggiano e s’inseguono in una corsa sfrenata che sembra condurre a un baratro di follia e distruzione. Per Ulysse non sarà facile tenere testa a nemici senza volto e insidie letali.
Ivo Torello: Il maledetto paese che puzzava di pesce – Ver Sacrum
Su VerSacrum la recensione a Il maledetto paese che puzzava di pesce, ultima uscita per Ivo Torello nelle Edizioni Hypnos. Il romanzo è il terzo della saga Gli strani casi di Ulysse Bonamy, tutti gustosamente weird, tutti in qualche modo figliocci di Lovecraft ma anche pregni di altro. Ecco uno stralcio della rece:
Con “La casa delle conchiglie” Torello ha creato un suo linguaggio originale in cui si mischiano romanzo erotico, storia, magia e weird. La serie dedicata a Ulysse Bonamy è figlia del successo di quel romanzo: credo che aver deciso di adottare un personaggio seriale sia stata un’idea vincente. Il contesto storico è quello degli Anni Ruggenti della Parigi degli anni ‘30 e Ulysse Bonamy ricorda da vicino il Fu Manchu di Sax Rohmer e certe figure di detective dell’occulto come il John Silence di Algernon Blackwood e il Carnacki di William Hope Hodgson e magari l’Harry Dickson di Jean Ray. Questa volta Bonamy si troverà a dover andare in uno sperduto paesino del sud della Francia con il compito (anche se assomiglia più a un ricatto commissionatogli dallo scultore di mostri Ian Anton Morleu) di trovare la fantomatica Coda del Leviatano, una leggendaria reliquia. Devono seguire le tracce del suo amico Claude Mercier che è tragicamente annegato mentre stava conducendo delle ricerche in loco. Per far questo si reca con la nipote di Morleu Georgeta che lo condurrà a bordo della sua vettura denominata Hecate. Siamo negli anni ‘30 per cui ancora non esiste il turismo odierno nei confronti della Costa Azzurra (eccetto per gli inglesi che vengono a svernare). Il paesino si chiama Bouche-sur-Mer e, apparentemente, nessuno sa dove si trova. Una volta arrivati i 2 sono avvolti da una mefitica puzza di pesce. In giro non c’è nessuno e giunti alla locanda vengono serviti da un donnone elefantiaco, da suo marito e dal figlio ritardato. Sembra che siano finiti in un luogo dove gli incroci fra consanguinei abbiano prodotto effetti nefasti. Bouche-sur-Mere è a tutti gli effetti un paese disabitato dove i pescatori escono la mattina presto per tornare dopo il tramonto. La geometria del luogo è sghemba, la chiesa è disabitata e popolata solo da gatti randagi e i pochi personaggi che si vedono sono sfuggenti. Indubbiamente Bouche-sur-Mere assomiglia molto a una Innsmouth spostata nel sud della Francia. La chiave per risolvere l’enigma sarà il diario (vecchio espediente da romanzo gotico) di Claude Mercier rivenuto nella sua stanza da Ulysse Bonamy che li porterà a visitare un’ulteriore chiesa consacrata ad un antico culto. Lo spirito di Lovecraft in ogni caso aleggia sulla storia e il cerchio si chiude quando Georgeta regala a Ulysse una copia di Weird Tales dove si parla di Dagon e di uno scrittore americano.
Il maledetto paese che puzzava di pesce | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione del nuovo romanzo di Ivo Torello, appartenente alla saga di Ulisse Bonamy (terza iterazione), l’investigatore suo malgrado: Il maledetto paese che puzzava di pesce. Ovviamente, per Edizioni Hypnos!
La leggendaria reliquia nota come la Coda del Leviatano è reale? Cos’è? Dove si trova? Forse in un minuscolo borgo di pescatori in riva al Mediterraneo, oltremodo maleodorante e popolato di strani personaggi vagamente disumani? Per Ulysse, questa volta, c’è poco da scherzare. Il conto in sospeso con lo scultore di orrori Ian Anton Morleu lo costringerà ad affrontare un incubo senza vie di fuga.
Hypnos 11 – rivista di letteratura weird e fantastica – Ver Sacrum
Su VerSacrum la recensione al numero 11 di Hypnos, la rivista della omonima casa editrice che indaga a tutto campo il weird mondiale. A cura di Cesare Buttaboni.
Nuova succulenta uscita per la rivista Hypnos che ormai è diventata un appuntamento imperdibile per gli appassionati di fantastico. Il fascicolo si presenta ben fin dall’inquietante copertina opera del bravo Ivo Torello (un artista a tutto tondo). Ma anche i contenuti sono di tutto rispetto a cominciare dalla scrittrice di fantascienza e horror Lisa Tuttle di cui ci viene presentato uno dei suoi migliori racconti ovvero Sostituti. Si tratta di una storia che non lascia indifferenti: il protagonista incontra in pieno giorno l’orrore sotto la forma di una sorta di animaletto dalle strane sembianze che gli suscita immediatamente una forte ripugnanza (finirà con l’ucciderlo). All’opposto la moglie ne raccoglie un altro esemplare che, dal suo punto di vista, trova adorabile tanto da considerarlo più importante dello stesso marito che sarà invitato ad andarsene. Alla fine emerge il conflitto fra uomo e donna (uno dei temi portanti della femminista Lisa Tuttle) che viene esemplificato dall’apparizione di queste bizzarre creature (simbolo dei “mostri della ragione”). Laura Sestri ci propone un’interessante intervista all’autrice in cui viene posta l’attenzione sul tema delle donne nella letteratura horror. Il piatto forte di questo numero è proprio un’intervista a Thomas Ligotti (a cura dell’esperto di Massimiliano Ruzzante, creatore anche della sua pagina wikipedia italiana e della sua pagina facebook), quello che è indiscutibilmente il miglior scrittore horror attuale . A ben vedere si tratta di un corollario al recente volume edito da IlSaggiatore Nato nella paura che raccoglie appunto numerose interviste fatte all’autore nel corso degli anni e a cui rimandiamo i lettori che volessero approfondire ulteriormente le sue idee. Sempre a proposito di scrittori “weird” attuali confesso di essere rimasto folgorato dalla lettura di Favola di New York di Victor LaValle, un volume di horror urbano in cui emerge prepotente la forza del mito. Di LaValle ci viene presentato “Up From Slavery”, un altro racconto “lovecraftiano” dopo La ballata di Black Tom (rifacimento di Orrore a Red Hook di H.P. Lovecraft) in cui LaValle porta nella sua narrativa le paure (sotto forma magari di mostri lovecraftiani) che pervadono la nostra società (il tema del razzismo è una delle sue tematiche forti e, soprattutto in questo momento, risulta di forte attualità anche se forse l’autore tende a ripetersi). La sensazione è che LaValle dia il meglio soprattutto con i romanzi. Di lui ci parla Andrea Vaccaro in maniera concisa ma profonda. Gli amanti della ghost-story inglese troveranno un’autentica chicca con il racconto (forse troppo breve) La strada per Brighton di Richard Middleton che ci viene presentato addirittura da Arthur Machen! Sempre di fantasmi ci parla Francesco Ceccamea in Roald Dahl e il libro delle storie di fantasmi. Spazio poi a Lucio Besana, vincitore dell’ultima edizione del Premio Hypnos con “Subotica”, una storia a suo modo inquietante nell’evocare la paura dell’alterità. Completano questo numero il terzo capitolo della strana storia dell’arte di Ivo Torello e la rubrica Weird Library a cura di Laura Sestri.