HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per La prima frontiera
Cindytalk – Disintegrate…
The temple is burning down
Faster than you could ever imagine
Faster than you could ever imagine
The temple is cutting through
Into the sacred shrine
I drink from a strange fountain
Knowing it can never last…
Ich liebe dich
Ich liebe dich
Ich liebe dich
Dall’ovunque
Mi aspetto di raccontare ancora perifrasi e metafore, figure barocche dal rumore cacofonico che ammantano la fantasia di architetture psichiche elaborate, di costrutti metadimensionali e strutture olografiche in virtù della loro olofonia innata… Mi aspetto tutto ciò, e sto brigando per continuare a farlo come un mago quantico da ogni lato del reale.
Cindytalk – Camouflage heart
Il male oscuro consuma dentro usando vie oblique, cupe, abissali. Esplora la bestia interiore dentro cunicoli dimensionali.
Cold revelation
Il gelo si rivela mostrando le propaggini di una surrealtà inumana, espressioni di un lungo corso impossibile da colmare con la biologia.
Oltre lo specchio
I risvolti di complessità inumane si svelano improvvise, dotate di propria volontà. Ascolti le vibrazioni che escono da lì e lo speculum nero si apre sotto di te, nell’assoluto fuoco di terre antiche e poste oltre la frontiera.
L’antro dimensionale del possibile
Nel profondo di una visione a specchio, l’abisso lucidamente nero si apre come una sibilla sull’antro dimensionale delle possibilità.
Lo stato puro
L’ascensione delle parole rese in formato grafico si attesta sulle coordinate di uno specchio irregolare, in cui ribollono le dimensioni allo stato puro.
La nona dimensione
Lasciati sommergere dalle isterie psichiche di cui sei sempre capace, i risultati ti costruiranno un castello fantasmagorico di espansioni quantiche e frattali che nemmeno nella nona dimensione…
Oltre le frontiere
Mentre prendono forme compiute, le ombre quantiche di vibrazioni senza referenze antropiche si delimitano in un campo occulto, di sole abbacinante.
Omicidio a regola d’arte | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine la segnalazione del romanzo giallo Omicidio a regola d’arte, di Letizia Triches; è una storia che implica raccordi con l’inumano in un’ottica che non è né completamente umana, né completamente distaccata da essa. La quarta e l’incipit, che vale da solo l’intero acquisto:
Nulla accomuna Chantal Chiusano, commissario appassionata e tenace, e Sara Steno, se non il fatto di avere sposato due pittori, entrambi morti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro: Giovanni Aiello, artista di grande talento ma di scarsa fortuna, e il famoso Michele Mosti, ucciso insieme alla sua giovane amante secondo un rituale raccapricciante, di brutalità inaudita. I loro corpi sono stati ritrovati nudi, con il cranio fracassato da un oggetto pesante e con un sacchetto sul volto, sfigurato da ustioni. Il commissario Chantal Chiusano è chiamata a occuparsi dell’omicidio di Mosti, e le sue indagini iniziano proprio dalla vedova. Sara Steno è una psichiatra e si dimostra subito collaborativa, fornendo informazioni sul lavoro del marito. Più Chantal indaga sulla vita segreta del famoso pittore e più si rende conto che ci sono altri crimini, rimasti a lungo senza colpevole, che potrebbero essere finalmente risolti. Critici potenti, fragili antiquari, mercanti senza scrupoli, filosofi e giovani di belle speranze si aggirano sullo sfondo di una Napoli inquieta, dove nulla è come appare.
Doveva essermi successo qualcosa di grave, ma non avrei mai immaginato quanto. Uno muore quando il cuore cessa di battere e il respiro se ne va. È quel che pensavo, come tutti del resto. Invece, ci siamo sempre sbagliati. La morte vera arriva parecchio tempo dopo che sono cessate le funzioni vitali, anche se non sono ancora in condizione di dire quando. L’unica differenza che in questo momento riesco a percepire tra me e i vivi è che, da vivi, si teme di morire, da morti, no. Poiché, se sull’evidenza della mia morte non ci sono dubbi, io non nutro alcun timore su quello che mi accadrà in seguito, fosse pure la mia completa estinzione nel nulla. Il problema vero è un altro. Sono morto e non so chi sono. Non riesco a ricordare chi ero da vivo, quale era il mio nome e per quale motivo sono passato a miglior vita. Le rare volte in cui mi aveva sfiorato il pensiero della morte, avevo concluso che sarebbe finito tutto lì. È evidente che non è così. Sono un’anima.