HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Lutto
Qualcosa nell’aria
Ora che tutto è finito c’è un sentore di residuo quantico, qualcosa che continua a frullare nell’aria, e nelle tue cellule frattalizzate.
Dark Awake – Mourn The Loss Of Ishtar
Nel gelo di un giorno infinito, da sciogliersi in lacrime infinite.
Strani giorni: Una poesia di Charles Simic
Ettore Fobo segnala sul suo blog la scomparsa, avvenuta il 9 gennaio, di Charles Simic; lo fa pubblicando una sua poesia, e penso non ci sia modo migliore di ricordare un artista che far parlare la sua opera. Mi unisco al dispiacere comune per questa perdita…
Scena di strada
Un ragazzino cieco
con un cartello fissato al petto.
Troppo piccolo per stare fuori
da solo a mendicare,
ma tant’è.
Questo secolo strano
con la sua strage degli innocenti,
e il volo sulla luna-
ora mi sta aspettando
in una città strana,
nella via in cui mi sono perso.
Mi sentì avvicinare
e si tolse un giocattolo
di gomma dalla bocca
come per dire qualcosa
ma non fu così.
Era la testa, la testa di una bambola,
tutta masticata,
la tenne alta per farmela vedere.
Il duplice sogghigno era per me.
Struggente solstizio
Rubando la tempistica corretta, sei in una complessa situazione di ridondanti ricordi, e non puoi fare altro che struggerti nello strapazzo dei sensi che vengono operati su te, dagli eventi astronomici.
Buon solstizio buio
Oggi è il giorno del solstizio invernale, quello “buio” come amo definirlo. Lo ritengo il culmine emozionale di un anno intero e ogni volta che si avvicina l’evento astronomico, nelle sue prossimità, percepisco una particolare empatia prendermi, mi sento avvolto da un buio così caldo, denso, amichevole, potente, da percepire i miei pensieri diversi, con un alto grado di gioia surreale e trascendente i soliti sensi interiori, che quest’anno sono rivolti a una persona in particolare, che non è più.
Aprendo quindi un particolare set di chakra, mi pongo a voi e vi auguro di percepire questa stessa guglia sensoriale, so già che tra pochissimi giorni scemerà tutto più o meno lentamente e quello che sto usando è un modo alternativo per esporre la sensazione che la festa è oggi, già domani sarà tutto meno intenso, bello, oscuro.
Che i festeggiamenti siano in voi.
Se n’è andato Greg Bear, l’autore di La musica del sangue | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com l’annuncio, purtroppo, della morte improvvisa di Greg Bear, autore che ho amato per ciò che scriveva e, soprattutto, per il suo inarrivabile “Heads”, in italiano reso come “Zero assoluto”, al cui intorno erano contenuti concetti liminali e seminali cui continuo a fare riferimento, in qualche modo, nella mia produzione. Che le dimensioni ti siano lievi, Greg…
I lettori più giovani forse lo conoscono come l’autore della versione romanzata di Helo, la saga di videogiochi diventata di recente anche una serie tv, ma Greg Bear, nato a San Diego nel 1951, genero di Poul Anderson (avendone sposato la figlia Astrid nel 1983), è stato uno dei grandi autori di fantascienza hard e avventurosa degli anni ottanta e novanta. È stato, tra l’altro, una delle “tre B”, gli autori scelti per dare un seguito alla saga di Fondazione di Asimov, insieme a Benford e Brin.
YouTG.NET – È morta Christina Moser, l’altra metà dei Krisma
Arnaldo Pontis dà notizia della morte di Christina Moser, che col marito Maurizio Arcieri (morto qualche anno fa) hanno costituito per lunghissimo tempo il duo dei Krisma, sperimentatori elettropunk e newwave indimenticati e rimpianti. Un estratto dall’articolo, con in coda un loro video rivisitato dai Machina Amniotica di Arnaldo, insieme hanno collaborato più volte:
È morta all’età di 70 anni Christina Moser, cantante e compositrice di origine svizzera del duo new wave/synth pop Krisma, che formava insieme al marito Maurizio Arcieri, scomparso nel 2015. Moser e Arcieri, come riporta RumoreMag, si sono conosciuti nel 1966 e hanno formato i Chrisma, un acronimo nato dall’unione delle prime lettere dei loro nomi. Il gruppo nel 1980 è stato rinominato Krisma. Con loro, per un breve periodo nel 1980 si unì anche il noto compositore tedesco Hans Zimmer.
Il primo brano dei Chrisma dal titolo Amore, prodotto da Niko Papathanassiou – fratello di Vangelis – è presentato al Festivalbar 1976. Il primo album arriverà nel 1977, Chinese Restaurant e tre anni dopo, dopo il cambio di nome e per la prima volta come Krisma, la pubblicazione del loro terzo lavoro, Cathode Mamma. Un disco importante e seminale nello scenario della musica elettronica del tempo, osannato dalla critica musicale italiana e internazionale. A cui faranno seguito numerosi altri dischi di altissimo livello sonoro. In totale i Krisma pubblicheranno dieci album in studio spaziando dalla new wave al synth pop e all’elettronica di stampo più techno sempre con uno spirito irriverente e un’attitudine punk che rendeva i loro lavori immediatamente riconoscibili nel panorama musicale italiano. I Krisma sono stati, a detta dei molti estimatori, una delle coppie musicali più provocatrici e allo stesso tempo pionieristiche e di avanguardia degli anni ’80, con un sound potente frutto della loro costante ricerca di sonorità elettroniche particolari e di matrice mitteleuropea delle quali loro, come ben pochi altri alle nostre latitudini, riuscivano a intuire le potenzialità. Sonorità che sono, ancora oggi a distanza di tanti anni, moderne e attuali e che hanno costituito il vero e proprio marchio di fabbrica di un gruppo musicale rimpianto da molti fan.
L’ultima avventura di Eymerich è in edicola | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’Urania di questo mese, che è Il fantasma di Eymerich, ultimo libro della saga dell’inquisitore scritto da Valerio Evangelisti pochi anni fa. Come sempre per Valerio, è un titolo da urlo.
Il fantasma di Eymerich è l’ultimo romanzo dedicato da Valerio Evangelisti allo spietato inquisitore del XIV secolo, sia in senso cronologico (gli avvenimenti si svolgono nel 1378) sia in ordine di pubblicazione, avvenuta la prima volta nel 2018.
Sfuggito al carcere in cui l’aveva fatto imprigionare il re d’Aragona, Nicolas Eymerich si reca a Roma, dove Gregorio XI ha riportato la sede papale dopo un esilio durato settant’anni. Tutto il tempo per permettere a un oscuro culto pagano di tornare in auge nell’antica capitale dell’impero, estendendo i suoi tentacoli persino tra i principi della Chiesa. E questa volta, il nemico che Eymerich dovrà affrontare, sarà qualcuno davvero alla sua altezza.
Nel frattempo, nel futuro, tra gli scontri di un devastante conflitto mondiale, lo scienziato Marcus Frullifer trova rifugio nella repubblica di Catalogna e inizia la costruzione di un’astronave in grado di muoversi grazie alle energie psichiche, la Malpertuis, già comparsa nel primo libro della saga. Purtroppo le cose non andranno esattamente come si immaginava…
Intanto, in un futuro ancora più lontano, a ridosso del misterioso Punto Omega teorizzato al gesuita Teilhard de Chardin, un misterioso Magister tira le fila dell’ultimo sussulto di un universo e di un’umanità arrivati, forse, all’ultima pagina della loro storia.Apre il volume una toccante introduzione di Franco Forte in ricordo del compianto Valerio, «il più grande scrittore di Fantascienza (sì, con la “F” maiuscola) che il nostro Paese abbia mai conosciuto».
Il corpo dell’etere | Treccani, il portale del sapere
La Treccani sto attuando una bellissima iniziativa che, attraverso degli articoli speciali, mette in luce definitiva la figura e l’opera di Valerio Evangelisti, scomparso ormai quasi tre mesi fa; in questo particolare link, Nicoletta Vallorani scrive delle bellissime pagine su Valerio, e io non posso che incollarne una parte, estasiato da questa bellezza che ancora pochi conoscono: grazie Nicoletta!
Evangelisti è, per noi tutti, una molteplicità di tracce. Esse sono percepite e declinate da ciascuno a seconda della propria sensibilità personale, individuale e unica come deve esserlo la scrittura e come è bene che sia anche la lettura. Leggiamo le storie e disegniamo una mappa che, nel caso di questo complicato, amatissimo scrittore, è coerente e coesa, complessa, difficile da radunare in una voce sola. Sicché questo è il mio disegno, parziale e incompleto, e tutto radunato intorno a una contraddizione: il corpo intensamente fisico e carnale dei personaggi e quello schivo e resistente di un autore che io credo abbia cambiato in modo radicale l’universo narrativo del genere che chiamiamo fantascienza, per semplicità e per convenzione.
La prima apparizione di Eymerich, Nicholas Eymerich, inquisitore, ha un numero – il 1241 della collana di Urania – e una data – il 1994. Da lì in avanti – attraverso storie diverse, imparentate e non, e con il corollario di una attività culturale e politica costante, sul web e nella vita reale – Evangelisti si è costruito come quello che voleva essere: uno Scrittore che è anche una Persona. Deciso ad appartenere alla stirpe dei solitari, infastidito dalla pressione dei corpi e dal contatto, eppure così intensamente carnale nella costruzione dei suoi personaggi, Evangelisti ha sempre dato la sensazione di abitare un vuoto, che ha riempito di figure intensamente fisiche, umane nel senso più materiale del termine, e per questo indimenticabili. Su questa traccia, provo a ricostruire un percorso che, per empatia e per scelta ragionata, si appoggia soprattutto a una delle sue storie che ho amato di più, che è Mater terribilis. È un romanzo strano e disturbante, splendidamente scritto, sostenuto da una documentazione storica perfetta, strutturato su tre piste temporali che convergono e si aggrovigliano, senza trovare la consolazione di una risoluzione. Il titolo designa un riferimento fattuale alla figura della madre, che è carnalità e purezza, salvezza e rovina, visione e oscurità. Mi avvicino a questa storia stabilendo punti di riferimento che si agganciano a citazioni. Non sono quelle che ha scelto Evangelisti nel suo romanzo, ma seguono una pista tematica declinandola secondo il mio sentire. Nel farlo, disegno una struttura che ha il sapore di un omaggio e di un pegno di riconoscenza.