Su Delos224 un’intervista di Carmine Treanni a Delos Veronesi che vuole prendere le misure alla contrapposizione attuale che nel mondo della SF vede contrapposte la distopia e il solarpunk. Al di là di ogni considerazione mi sembra che il punto nodale della questione sia questo qui:
Secondo te il solarpunk è il contrario della distopia? Che rapporto c’è tra i due filoni della fantascienza? Il solarpunk è il capitolo due della distopia, parte da ciò che un distopico può aver narrato e tenta di creare qualcosa di buono con quello che resta.
Il processo creativo e le basi di partenza sono comuni, entrambi i generi si interrogano sul futuro partendo da quello che non funziona nel presente. La differenza principale è il messaggio di fondo con cui vengono sviluppati. La distopia è un monito, il solarpunk una speranza.
Appunto: la speranza è una trappola inventata dai padroni, come sottolineava Mario Monicelli, e questa la frase tombale a tutta la contrapposizione e alla validità di un sottogenere.
L’abisso chiama in una complessità di parole psichiche che non lasciano scampo alla speranza; anche perché, si sa, la speranza è una trappola inventata dai padroni.
Su OcchioDelCineasta la scheda relativa a L’armata Brancaleone. Un caposaldo del nostro patrimonio culturale, ci parla di come eravamo e, per forza di cose, di come siamo rimasti.
È un medioevo straccione e malandato, quello che il regista Mario Monicelli narra attraverso le avventure dell’impavido cavaliere Brancaleone da Norcia e della sua armata. Presentato in concorso al diciannovesimo Festival di Cannes e vincitore di tre Nastri d’Argento, il film è il frutto della stretta collaborazione fra il cineasta romano e il binomio Age & Scarpelli, i quali già avevano cooperato alla stesura delle sceneggiature di capolavori come Padri e Figli(1957), I soliti ignoti (1958), La grande guerra(1959) e I compagni (1963). Per il progetto de L’armata Brancaleone, viene concepito uno script caratterizzato da un linguaggio immaginario, frutto dell’incrocio fra un latino maccheronico, espressioni dialettali e l’idioma volgare medievale; una scelta destinata non solo a rimanere negli annali della storia del cinema italiano, ma anche a permeare e sedimentarsi nella cultura del Belpaese.
Sterminate lande di biologie umane e presunte anime; altri territori di corpi vivi senz’anima – qual è il criterio dell’anima? L’illogica esistenza di discriminazioni sa di dogma, la speranza è una trappola inventata dai padroni…
Commistioni di oscurità, sitar, psichedelia e “The Family”; suoni seminali e occulti per i successivi due decenni. Dall’ennesimo capolavoro di Mario Monicelli, La ragazza con la pistola, l’impatto del vecchio mondo col nuovo, e le premonizioni su cosa sarebbe accaduto nel futuro successivo; la colonna sonora di Peppino De Luca è un capolavoro totale.
Alessandra Daniele è una donna che ha il dono della preveggenza. O semplicemente, è abbastanza cinica da capire cosa si vorrebbe nascondere con le notizie ufficiali. Per esempio, ricordatevi delle dichiarazioni politiche successive al vertice europeo di ieri (fonte La Repubblica) sulla prossima Europa a più velocità, quindi rileggetevi la chiosa della Daniele del 3 settembre scorso su CarmillaOnLine: come lei predisse, stiamo per essere fatti fuori dall’inner circle europeo e, come ora gli Africani, tra poco coloro che non verranno accolti all’estero saremo noi, e chissà che così qualche italiota non venga a conoscenza del fatto che in cento anni, a cavallo tra l’800 e il ‘900, i nostri connazionali che sono emigrati in altre nazioni e continenti hanno toccato la vertiginosa cifra di 28 milioni. Arrivati a questo punto, perciò, gustatevi la puntata odierna della rubrica di Alessandra su CarmillaOnLine e apprezzatene il nuovo vaticinio…
Gli Italiani sono in gran parte assimilabili a clan di fascisti, ignoranti e meschini, senza memoria, forti coi deboli, culo che non ha visto mai camicia, una manica di cialtroni e banditi, come già Monicelli segnalava col suo inarrivabile L’armata Brancaleone.
Su FantasyMagazine.it la segnalazione dell’uscita sul mercato editoriale della sceneggiatura de L’armata Brancaleone. Cinquant’anni da allora, ecco la sinossi che accenna al capolavoro filmico che mette alla berlina, tramite il Medioevo, i costumi cialtroneschi attuali e sempreverdi degli Italiani:
Questa pubblicazione – spiega Fabrizio Franceschini – arriva a conclusione di un corso svolto all’Università di Pisa , dove abbiamo un laboratorio permanente che si occupa di lingua, cinema e scrittura.
Un libro, come racconta il professore dell’Ateno pisano, che è nato dal ritrovamento e dal confronto delle tre stesure della sceneggiatura, una conservata nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma e le altre due ancora in possesso della famiglia Scarpelli.
Si va da Capalbio – dice Franceschini – dove nell’agosto 2013 Giacomo Scarpelli mi ha consegnato il primo dattiloscritto, alla casa presso Piazza di Spagna ove nel settembre successivo la signora Cora e Giacomo mi hanno messo a disposizione, con un buon tè, il copione più recente, sino alla casa toscana di S. Cristina ove Giacomo e Massimo Ghirlanda ne hanno reperito, nel luglio 2015, l’ultima parte.
Ma oltre a recuperare le varie versioni della sceneggiatura – quella pubblicata nel volume è la terza e ultima – Franceschini si concentra sull’analisi linguistica del film: al contrario di quanto comunemente ritenuto, la sua tesi è che quella dell’Armata Brancaleone non sia una lingua inesistente o inventata. Il suo studio evidenzia infatti l’ampio utilizzo delle fonti letterarie da parte degli sceneggiatori, teso specialmente a caratterizzare i personaggi delle classi superiori o del clero: si va dai poeti siciliani, a Dante, specie per Brancaleone, a Iacopone riflesso dal personaggio di Zenone, a Machiavelli e al Pulci, per giungere al Bacco in Toscana di Francesco Redi sino al Belli, Manzoni e Pascoli. In base poi all’assunto degli sceneggiatori che “in questi anni oscuri, mal precisati, del Medioevo, la gente non doveva parlare in modo sostanzialmente differente dalle persone semplici di oggi”, i personaggi delle classi umili sono associati alle varie aree dialettali, da quella mediana e in particolare laziale (Taccone e Pecoro), a quella settentrionale (Mangoldo) sino a quella campana (Zito) e all’estremo sud. Una lavoro sui dialetti facilitato dall’esperienza che Monicelli, Age, Scarpelli avevano già maturato nei film precedenti, in particolare nella “Grande guerra”.
In questo quadro, fanno forse eccezione solo i ‘portatori di morte’, ossia i predoni barbari e i pirati saracini, che sono caratterizzati da “non-lingue” animalesche, mentre i loro capi usano parole incomprensibili ma allusive al mondo germanico o al mondo arabo. E così anche il temibile Cavaliere Nero, che si esprime non con parole ma col fiammeggiare dell’unico occhio o con ruggiti, comincerà a parlare solo dopo l’incontro col monaco Zenone che lo umanizza.
Confronti le divisioni interne delle tue idee con le speranze occulte del tuo futuro, perché la loro natura è comprensibile soltanto a chi è più in alto di te.
Mi sono accorto che incredibilmente mancava una pagina su questo blog, quella dedicata al mio primo racconto in assoluto, primo scritto e primo pubblicato: Il gioco, uscito per i canali quasi clandestini dei MilleLire di Stampa Alternativa, nel giugno 1993. Più di una vita fa, ormai, sfioriamo i trent’anni di storia che, ora, mi sembrano […]
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Sul blog del Club GHoST una mia breve recensione al saggio di Franco Pezzini, Le nozze chimiche di Aleister Crowley – Itinerari letterari con la Grande Bestia. Aleister Crowley è un personaggio tra i più conosciuti del ‘900. Controverso, dannato, condannato in alcuni casi – dal Duce, che lo costrinse ad andar via dall’Italia, da […]
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)