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NeXT Hyper ObscureArchivio per Michele Nigro
Rispondendo a qualche domanda di Roberta Canu… | N I G R I C A N T E
Sul blog di Michele Nigro è referenziata un’interessante intervista che gli è stata fatta recentemente; estrapolo un brano per far comprendere il tono della chiacchierata.
Come nascono le tue opere? Ovvero da dove prendi ispirazione.
Anche quando scrivo “fantasie”, quelle appartenenti alla cosiddetta letteratura non mimetica, la fonte principale d’ispirazione resta sempre “la vita” reale: quella personale, quella degli altri, quella passata e addirittura quella futura. In un racconto è più facile allestire una “struttura” capace di mantenere in piedi i vari elementi esistenziali che poi “spacciamo” per cose capitate ai personaggi. Nel mio ultimo racconto lungo, per esempio, in uscita su StreetLib Stores (sia in ebook che in cartaceo), pubblicato per le “edizioni nugae 2.0” e intitolato “Call Center – reloaded”, attingo a piene mani da passate esperienze lavorative personali anche se alla fine la storia prende una “piega fantasy” con timide sfumature noir. Nel Novecento era definito “realismo magico”…
Con la poesia non si può “barare”: anche se nel verso non scendi nei particolari, non descrivi, non fai nomi e non ti riferisci a fatti riconoscibili, sei genuinamente te stesso, sei più vero e concreto anche se tutto sembra più effimero e impalpabile; sei l’essenza del tuo stare al mondo. In realtà non siamo noi a prendere ispirazione; non decidiamo niente: è l’ispirazione che “sceglie” qual è il momento migliore per realizzarsi in noi. Quando non abbiamo ispirazione non è perché essa non c’è; è solo che in quel momento non teniamo aperti i canali giusti affinché si manifesti. Forzarla produce solo cose mediocri: è inutile stare ore davanti a un foglio o una tela; meglio uscire, fare altro, lasciarsi trovare dalla parola… (continua)
“Intervista a Michele Nigro”, a cura di Roberto Guerra (versione ‘small’ per Neofuturismo) | N I G R I C A N T E
Roberto Guerra intervista Michele Nigro. Poesia e Transumanesimo; sul blog di Nigro, ovviamente.
Michele, il tuo ultimo libro (ebook e cartaceo) s’intitola “Nessuno nasce pulito”, un approfondimento?
Si tratta di una raccolta di poesie “prelevate” da vari periodi; ne è venuto fuori un excursus poetico piuttosto eterogeneo dal punto di vista stilistico: avevo bisogno di raggruppare in un unico prodotto, per difenderle prima di tutto dalla mia dimenticanza, poesie appartenenti a differenti momenti dell’esistenza. Io l’ho definita webpoetry perché inizialmente la mia poesia è stata pubblicata sul web, sul mio blog “Nigricante” (quasi sempre dopo un preventivo stazionamento sull’insostituibile carta); solo in seguito è avvenuto il passaggio finale nell’oggetto “libro”. Si sente tanto parlare del cosiddetto “contatto erede”, un essere umano volenteroso che, dopo la nostra dipartita da questo mondo, dovrebbe preoccuparsi di gestire il social networking lasciato incustodito per cause di forza maggiore; oppure in ambito transumanista si sta ipotizzando da molti anni l’opportunità di compiere un Mind Uploading, ovvero un trasferimento di quella che convenzionalmente chiamiamo “mente” su un supporto non biologico in grado di interagire con l’ambiente esterno all’indomani della morte del corpo (e quindi del cervello) che la conteneva. Cos’è un libro se non un “erede” del nostro pensiero, un supporto a cui affidare una parte del nostro linguaggio per contrastare l’oblio?…”
Intervista per LucaniArt Magazine | MicheleNigro
Un’altra intervista a Michele “DottoreInNiente” Nigro, segnalata sul suo blog. Un estratto:
…Una seconda cosa che mi incuriosisce è la mutazione nello stile, nel modo di scrivere e nelle tematiche affrontate. Ossia il tuo linguaggio si è fatto più scarno, senza tanti orpelli. Si è affilato come una lancia pronta a colpire. Chi vorresti colpire e come mai?
Sì, hai ragione e ti assicuro che vorrei scarnificarlo ancora di più, ma per ora va bene così. Come accennavo nella precedente risposta, e come tu m’insegni, il poeta non è un essere fortunato raggiunto sulla terra da un raggio di luce miracolistico in conseguenza del quale comincia a verseggiare, ma è il protagonista (nella maggior parte dei casi inconsapevole) della propria evoluzione neurolinguistica, frutto del tempo, delle esperienze, delle continue sollecitazioni genetiche e fenomeniche, delle letture, dell’addensarsi della conoscenza o, meglio, della non conoscenza… Protagonista umano, biologico, mortale, anche se nel fare poesia rivela il suo lato laicamente “divino”. Non so se ho trovato uno stile mio, o se un domani sarà lo stile a trovare me: di sicuro so che non cerco nulla, non desidero niente, non aderisco a un manifesto, non costringo la materia a una scuola o a una forma, non c’è uno sforzo logico (almeno nella fase preliminare, “sporca”, del poetare) ma aspetto, ascolto, soprattutto mi ascolto, annoto nel silenzio tutto quello che l’anima mi suggerisce di conservare perché sa che ne vale la pena. Quando il verso funziona e soddisfa il tuo ritmo interiore, lo senti; anche se in seguito non piacerà al lettore. Sono contento che si noti questa “affilatura” ma ti assicuro che, volendo fare un paragone tra le poesie della raccolta e quelle pubblicate successivamente sul mio blog “Nigricante”, trovo queste ultime molto più scarne e affilate, più aderenti al mio status neurolinguistico attuale: segno che l’evoluzione, verso un’affilatura che si assesti intorno a uno stile tutto mio, è in atto. Ma la strada è lunga…
Le tematiche sono quelle tipiche dell’esistenza: l’amore, la morte, la solitudine, la condizione sociale, la sensualità, il passato che spinge per farsi ricordare, la spiritualità, la natura, la musica… Come dice Brunori Sas in un suo brano: “… Canzoni che parlano d’amore / perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare?…” E si parla d’amore anche quando non lo si nomina e sembra che il tema della poesia sia un altro. Amore in senso lato, sotto varie forme. Chi voglio colpire? Nessuno, te l’assicuro: spesso dietro un j’accuse o una sentenza disperata si nasconde l’esigenza di ricordare a se stessi le cose che contano e di confermare quella piccola sapienza privata creata da eventi non storici. Non pretendo di trascinare anime, di convincere, perché sono troppo occupato a salvare me stesso; però se un lettore si mette a riflettere dopo aver letto un mio verso, e me lo confessa, non posso non essere soddisfatto…”
Per leggere l’intera intervista: qui
Un’intervista per RecensioneLibro.it | Nigricante
Sul blog di Michele Nigro c’è la segnalazione a una sua intervista realizzata per esplorare il mondo della sua silloge, Nessuno nasce pulito. L’intera chiacchierata è qui.
… Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Purtroppo, leggendo alcune recensioni, ho notato che stanno passando soprattutto le idee di un disagio critico nei confronti della società e di una malinconica revisione del passato personale da parte di un autore per certi versi “sconfitto”, e che non può fare altro che registrare le varie forme sotto cui si manifesta tale sconfitta. Evidentemente, a una lettura superficiale, questo è il mood prevalente che ne esce fuori, creato dalle parole che ho scelto di usare, e me ne assumo tutta la responsabilità. In realtà “Nessuno nasce pulito” vuole essere una dichiarazione di guerra, un voler fissare dei confini assertivi, oltre i quali poter urlare al mondo: “Da qui non mi muovo! Queste sono le mie conquiste umane, le mie esperienze e queste parole sono la mia terra!”. Non pretendo di lasciare segni: se un solo verso di una mia poesia induce alla riflessione e trasporta il lettore, anche per pochi istanti, in una dimensione altra, ho già raggiunto il mio obiettivo. Come ho scritto in Aspirazione, una poesia che non fa parte della raccolta, vorrei che i miei versi fossero: “… parentesi tra gli orrori del mondo / oasi di riflessione per cuore di donna / silenzio pulsante di senso…”…
Nessuno nasce pulito, Michele Nigro. Trama e recensione | Le Notti Bianche
Recensione e intervista a Michele Nigro per la sua raccolta poetica Nessuno nasce pulito. Su LeNottiBianche. Un estratto:
Evelina Murgia Quando una persona scrive, in particolare quando si tratta di poesie o alcune categorie di romanzi, si percepisce in qualche modo la figura dell’autore nelle sue emozioni e nei suoi pensieri, per questo mi incuriosisce sempre sapere qual è stato il motivo o i motivi che ti hanno portato a scrivere queste poesie.
Inoltre mi piacerebbe sapere il fine (se c’è), delle tue poesie e come mai la scelta del titolo di cui ho una mia idea, ma vorrei sentire la tua motivazione.Michele Nigro Ho deciso di dare vita a questa che io amo definire una “raccolta di formazione” (così come esistono i romanzi di formazione) perché sentivo l’esigenza di dover “congelare” le mie poesie esperienziali in un unico corpo (dopo un’accurata cernita e un editing necessario): si tratta, come certamente avrai notato, di poesie che a volte sono diverse come stile le une dalle altre perché appartengono a periodi differenti della mia vita.
Periodi che ho volutamente mescolato tra di loro per non lasciare tracce temporali da seguire. Ho voluto quindi riunire i primi periodi, quelli della “formazione” appunto, della mia avventura in qualità di “scrittore di poesie” (non voglio usare il termine “poeta” perché mi sento, onestamente, ancora in cammino verso una poetica da definire e quindi preferisco considerarmi più “sperimentatore della parola” che Poeta!).Il motivo che mi ha portato a scrivere questi componimenti non è mai lo stesso, pur essendoci una ricerca appassionata di fondo: infatti uno dei miei maggiori assilli è quello di non voler dimenticare, dopo aver concepito una poesia, l’immagine, la motivazione, l’idea intorno alla quale i versi sono andati a coagularsi pian piano.
C’è sempre un “nucleo”, fosse anche un solo verso, un mezzo verso o anche una sillaba, intorno al quale si condensa la struttura del componimento. Ecco, ricordare quel nucleo nel tempo è la mia “fissazione”: anche se la complessità della struttura sembrerebbe ricoprire quel nucleo, un vero poeta non dovrebbe mai dimenticare anche dopo decenni la natura di quel punto di partenza, il perché dell’esistenza di quel verso e di quella poesia. Altrimenti diventa sfogo momentaneo!
Intervistando Michele Nigro, a cura di Davide Morelli | N I G R I C A N T E
Sul blog di Michele Nigro la segnalazione di una bella intervista che gli è stata fatta, in cui affronta parecchi temi del mondo editoriale e autoriale italiano.
“… Cosa ne pensi della neoavanguardia? Secondo te ha esaurito la sua funzione o a tuo avviso ha ancora modo di esistere?
Credo che ci sia ancora tantissimo bisogno di una ricerca neoavanguardista, senza per questo ricadere nella parodia e nel non-senso: certi sperimentalismi esagerati furono necessari in quelle epoche in cui si avvertiva l’esigenza di rompere determinati schemi linguistici; schemi evidentemente riconducibili anche a livello sociale, culturale, politico, religioso. Oggi che si fa un gran parlare di “analfabetismo funzionale” forse sarebbe neo-neoavanguardista la riscoperta della normalità; gli schemi linguistici non solo sono stati dissacrati, di più, sono stati annullati, rasi al suolo da un’ipertrofia di dati – a cui tutti contribuiamo – che ha disarmato il significante (e di conseguenza ha impoverito il significato delle parole). Bisognerebbe ricominciare dai fonemi, dalla scrittura a penna, dalla lettura, dal gusto delle parole. Dal silenzio. La non scrittura potrebbe essere il titolo provocatorio del punto primo di un ipotetico manifesto neo-neoavanguardista del XXI secolo.
Nostra Signora degli Alieni | N I G R I C A N T E
Sul blog di Michele “DottoreInNiente” Nigro la segnalazione di una sua partecipazione all’antologia Nostra Signora degli Alieni, curata da Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo. I miei complimenti a Michele, well done!
È in uscita l’antologia Nostra Signora degli Alieni contenente, tra gli altri, un mio vecchio racconto – “The Padre P.I.O. Show” – scritto durante il periodo in cui leggevo e a volte tentavo di scrivere fantascienza (o, come in questo caso, fantareligione da me ribattezzata all’epoca “rel-fi” ovvero religion fiction) e che sottotitolai ironicamente “un caso di malasantità”. Oggi non mi appartiene più questo tipo di sperimentalismo scritturale legato al genere fantascientifico, perché nel frattempo sono mutate le passioni letterarie, le ricerche e gli esperimenti che ne conseguono, ma è sempre divertente assistere a questi rigurgiti editoriali “postumi”.
ODRZ legge “Limbo” (da “Nessuno nasce pulito”) | N I G R I C A N T E
Sul blog di Michele “DottoreInNiente” Nigro è apparsa la segnalazione di una rivisitazione di una sua poesia da parte degli ODRZ; lascio alle sue parole e al video sottostante la descrizione minuziosa del tutto. Bravi, tutti.
Rispondendo all’appello “Leggi una poesia: in regalo una copia del libro…”, lanciato tempo fa su questo blog e su altri social, il gruppo musicale Industrial Noise degli ODRZ ha allestito un video reading, in perfetto stile noise music, della poesia “Limbo” tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito” (ed. nugae 2.0) pubblicata nel 2016.
È sempre interessante, oltre che emozionante, assistere alla reinterpretazione artistica e alla decostruzione mediale di un proprio componimento: infatti ad essere “messi in discussione” non sono le singole parole o i versi che compongono la poesia, che restano sostanzialmente invariati, bensì i supporti comunicativi classici della poesia. Non più solo lettura lineare ma rimodulazione in chiave futurista del testo: il differente ritmo dei versi, il tono della voce adulterato dagli strumenti, la ripetizione di alcune parole (a volte anche gridate!) come a volerle sottolineare e incidere nell’acciaio, il tutto su un tappeto sonoro “rumoroso”.
Grazie ODRZ per questa esperienza!
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ODRZ53
ODRZ interpretano “Limbo”, poesia di Michele Nigro tratta dalla sua raccolta “Nessuno Nasce Pulito”. Avvolti in un ambiente industriale e accompagnati da una colonna sonora cupamente incantatrice, ODRZ affrontano il testo esprimendosi in una intrigante visione schizofrenica, sottolineando alcuni passaggi in maniera ipnotica. Un Limbo assoluto.
Musiche: ODRZ
Regia: Edoardo Deluca