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Giovanni De Matteo, “Sulle ali della notte” | The Omega Outpost
Bella recensione al nuovo lavoro di Giovanni “X” De Matteo, Sulle ali della notte, edito da DelosBooks. La recensione è a cura di Oedipa_Drake, e non faccio fatica a crederle quando afferma ma quanto è diventato bravo a scrivere Giovanni? Un estratto:
La storia, benché autoconclusiva e gustabile come stand alone, si inserisce nel mondo della Sezione Pi-Quadro, uno spin off che si focalizza sugli psicomanti, polizia segreta russa, e Kryuchkov in particolare.
Nella sua brevità, la narrazione è perfettamente compiuta, riesce a catturare l’attenzione con la sua componente di azione, intrigo e suspense, ma anche ad ammaliare grazie agli scorci descrittivi e gli zoom sulla complessa interiorità del protagonista.
Le due componenti – drammatica e descrittiva – si incastrano in perfetto equilibrio, rendono gli eventi e le emozioni estremamente vivide e tridimensionali, tanto che il lettore, coinvolto sempre più a fondo, si sente spettatore di eventi effettivi che le parole e l’immaginativa rendono reali e palpabili.
Ogni parola è una studiata tessera di un puzzle, che ha senso in sé, ci dice qualcosa di preciso, essenziale e mai ridondante, andando ad incastrarsi poi nell’insieme di più ampio respiro che è il racconto stesso.Uno degli aspetti che maggiormente mi hanno colpito, poiché è cosa che adoro nei romanzi, è quello che chiamo resa emozionale delle descrizioni, dell’ambientazione.
Non c’è inquadratura fine a se stessa: oltre a plasmare l’ideale cornice degli eventi, i dettagli del worldbuilding o delle scene che De Matteo si sofferma a delineare, sono il puntuale correlativo oggettivo dell’interiorità del protagonista, in primis, e del vulcanico scatenarsi di trepidanti emozioni – dalla papabile tensione dei momenti di più fervida azione, alle pause, toccanti e profonde, che indugiano sulla psicologia e sul sentire di Kryuchkov – che la trama sa suscitare.
Il Gufo: mitologia e simbolismo | The Omega Outpost
Articolo esaustivo sulla presenza del gufo nelle credenze e nelle mitologie del passato, non solo Classico e arcaico. Oedipa_Drake ci porta nei meandri di queste leggende sviscerandone le caratteristiche antropologiche, sfiorando in più punti il flame magico. Un passo:
I Romani lo reputavano un uccello di cattivo auspicio, annunciatore di sventure e decessi; inoltre era associato ai maghi che praticavano la magia nera.
Da notare, inoltre, che il nome “strige” in greco significa “gufo“, con il quale allora veniva talvolta confuso; sembra, infatti, che proprio l’aspetto e il verso del gufo diedero lo spunto per l’invenzione della romana “strige bevitrice di sangue“.
La morte sia di Augusto che di Cesare, si tramanda, vennero preannunciate dal verso di un gufo, così come prima che l’imperatore Aurelio Commodoperisse, un gufo era entrato nella sua camera. Agrippa, dopo essere caduto in disgrazia presso Tiberio, venne arrestato a Capri mentre un gufo reale era posato sui rami dello stesso albero al quale egli era legato; un augure germanico lì presente, profetizzò che sarebbe stato rilasciato divenendo re dei Giudei, aggiungendo tuttavia che quando avesse visto nuovamente il medesimo gufo, la sua morte sarebbe stata vicina. In quel modo avvenne: mentre Agrippa sedeva sul trono di Cesarea, avvistò proprio tale uccello su una delle corde tese attraverso il teatro; non appena lo riconobbe, fu colpito da malattia e dopo cinque giorni morì.
Ovidio scrisse a proposito del gufo: “Evita lo sguardo degli uomini e la luce. Nasconde la sua vergogna nell’oscurità e da tutti gli altri uccelli è scacciato dal cielo”, ricordando, successivamente, che era invocato da Medea mentre preparava le sue pozioni magiche.
La strega di Orazio, Canidia, usava piume di gufo nei suoi incantesimi: “Et uncta turpis ova ranae sanguine, / Plumamque nocturnae striges”.
Nelle “Metamorfosi” di Apuleio la strega Pànfile, spalmatasi un unguento, si trasforma in gufo; nel decimo libro delle “Metamorfosi” di Ovidio viene di nuovo indicato quale nunzio di morte (“Per tre volte il piede, inciampando, l’ammonisce di ritrarsi, / per tre volte il funebre gufo l’avverte col suo verso di morte”).
Laszlo Moholy-Nagy | The Omega Outpost
Gran bel post di Oedipa_Drake su Laszlo Moholy-Nagy e sul movimento d’avanguardia della Germania prehitleriana.
László Weisz, in arte Laszlo Moholy-Nagy, fu un pioniere delle arti visive in tutte le loro sfaccettature.
Nato in Ungheria nel 1895, dopo aver studiato legge all’Università di Budapest e aver combattuto durante la guerra nell’esercito austroungarico, nel 1919 scappò dall’Ungheria per ragioni politiche e si rifugiò in Germania.La Berlino negli anni Venti era la più grande città industriale tedesca, ma soprattutto il centro di un intensa vitalità artistico-politica. Poco dopo la guerra, infatti, qui si svilupparono le maggiori avanguardie internazionali, tra cui l’espressionismo e il dadaismo, movimenti che miravano a spostare l’attenzione dalla pittura figurativa verso opere nelle quali linee e forme geometriche si combinavano con elementi iconografici.
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Le Druidesse Celtiche | The Omega Outpost
Bel post di Oedipa_Drake riguardo alle druidesse, alle sacerdoti celtiche, misticamente legate alle energie della natura. Lascio volentieri le parole a Francesca, che sa spiegare assai meglio di me, con dovizia di particolari e cultura, l’argomento; un estratto:
Nel mondo celtico si trovano diverse figure femminili che hanno ricoperto ruoli di spicco, quale quello di guerriere, regine, diplomatiche.
Appare controversa, invece, la questione del ruolo delle donne come druidesse, anche se non mancano in merito le testimonianze a favore. Una fonte che sfuma nella fantasia è la credenza bretone che le corrigan, ovvero le fate, fossero un tempo druidesse, come ad esempio le nove vergini profetesse che vivevano sull’Île de Sein. Nella conquista dell’isola di Môn (l’Anglesey odierno), Tacito, invece – per riportare un esempio di attestazione a sfavore – descrisse delle donne vestite di nero, dai capelli scarmigliati e molto simili alle Furie, che brandivano fiaccole dalla riva per scoraggiare l’approdo dei nemici, e le distingueva dai druidi sottolineando esplicitamente che non fossero druidesse. Il passo di Tacito per quanto riguarda un’età ancora poco o nulla contaminata dall’ingerenza romana, appare un caso pressoché isolato.
Tutto il lungo articolo è percorso da preziose informazioni, impossibili da riassumere, che scavano nelle fonti letterarie dl passato, anche remoto; vi invito a leggere il tutto con attenzione, e calma.
China Miéville, “Embassytown” | the Omega Outpost
Bella recensione di Oedipa_Drake al romanzo Embassytown, di China Miéville. Il tema del romanzo è incentrato sul linguaggio, che può essere veicolo anche di doppiezza, di fraintendimenti – e chi conosce bene le regole del linguaggio sa quanto sia facile mistificare il messaggio stesso.
La storia è narrata direttamente dalla protagonista, Avice Benner Cho, attraverso il suo peculiare punto di vista, filtrato dalla sua percezione e dalle sue emozioni, e dal ricordo degli eventi passati. È spiazzante, soprattutto all’inizio: ci si ritrova in una realtà altra, senza punti di riferimento o dettagli grazie ai quali ricostruire questo mondo intrigante ma sconosciuto, che si svela soltanto nello svolgersi della storia. La complessità – e bellezza – del romanzo non è dovuta solamente a questo aspetto – una vaghezza studiata e cesellata – ma soprattutto allo stile e alle scelte linguistiche, talora ardite, arricchite da termini presi da altre lingue o costrutti inediti o particolari. È un romanzo che non tende a spiegare minuziosamente, che non si profonde in passi retorici, ma mira a coinvolgere in maniera appassionata e magnetizzante, per far riflettere e trasmettere il proprio messaggio proprio grazie ad un forte coinvolgimento empatico, emotivo e figurativo.
Thomas Pynchon, “Contro il giorno” | the Omega Outpost
Un bel post recensione sul lavoro di Thomas Pynchon, Contro il giorno, è comparso sul blog di Oedipa_Drake. La valutazione piena è fuori di dubbio, a parere della blogger, e qui sotto ne inserisco uno stralcio; certo è che l’autore merita piena fiducia:
Non certo per la mole fisica di 1127 pagine, ma poiché ogni pagina, paragrafo, parola racchiude tutta la complessità della vita, un prisma di metafore e rimandi (interni ed esterni al romanzo stesso). Da un fievole nucleo si dipartono storie di personaggi e nazioni, relazioni politiche internazionali e rapporti umani segnati da tutto lo spettro dei sentimenti, vicende labirintiche e aggrovigliate delle quali spesso non è subito comprensibile il senso comune. Solo procedendo nella lettura, le fila vengono un poco dipanate. Solo un poco, sì. Infatti, in questo universo multiforme, nel quale − proprio come nel nostro − è facile perdersi (o smarrire se stessi), nemmeno nel finale si ha una chiosa rassicurante, risolutiva, consolatoria (perché, per dirla con Pirandello “la vita non conclude”) – peculiarità, oltretutto, di tanta narrativa postmoderna.
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The Omega Outpost
Così si chiama il nuovo blog di Oedipa_Drake, indimenticata interprete grafica di molti lavori connettivisti, sensibile e leggiadra presenza nella cultura in Rete, anche umanamente parlando. Qui il post di apertura. I miei auguri, e complimenti 🙂
Recensione a Olonomico
È in Rete la prima recensione a Olonomico, il mio romanzo che ho presentato già qui. La potete leggere su GoodReads ma ve la riporto anche qui sotto. Grazie, ancora una volta.
Eccellente romanzo e ottima prova dell’autore, davvero all’apogeo della sua maturazione stilistica.
Lo stile di Battisti è sempre inconfondibile, basato su una scrittura empatica, emozionale, oltre-umana, non prettamente lineare – di sicuro non facile né gradita a tutti. È necessario entrare in sintonia con il flusso viscerale della narrazione, lasciarsi trasportare dall’intrecciarsi dei diversi livelli spazio-temporali, fortemente contraddistinti da tinte postumane ed esoteriche, cadere negli abissi dello spazio profondo.
Una fantascienza d’avanguardia, che ormai ha pressoché abbandonato l’umano, vive di connessioni siderali e matematiche, nel frangersi e specchiarsi di un continuum contro l’altro, piani come in quadro di Escher in cui si muovono esseri alieni, statuari, senza tempo (dire oltre il tempo stesso).
Più realtà che alla fine si collegano tra loro in un’imprevedibile matassa, destini di ogni livello spazio-temporale che si intessono tra loro, il tutto scandito da suggestioni, visioni provenienti dal futuro più remoto e da un salmodiare esoterico arcano più dell’universo stesso… Coinvolgente, emozionate, epico. L’apice, la fine – o solo un altro inizio in una delle mille possibile combinazioni della ingannevole realtà, in qualche distante e sconosciuto altrove – dell’Impero Connettivo.
Sandro Battisti of Scritture Aliene – Albo 5
Segnalo una pagina personale su GoodReads, in cui sono state riversate tutte le notizie principali che mi riguardano insieme a una lista prossima all’esaustivo di pubblicazioni in cui compaio. È una bella cosa, una sorpresa tra l’altro, e voglio ringraziare la persona che si è fatta carico di quest’iniziativa: Francesca Fuochi.