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Archivio per Proteste

Strani giorni: Jean Baudrillard


“Il lavoro (anche sotto forma di tempo libero) invade tutta la vita come repressione fondamentale, come controllo, come occupazione permanente in luoghi e in tempi regolati; secondo un codice onnipresente. Bisogna sistemare la gente dappertutto, a scuola, in fabbrica, sulla spiaggia o davanti al televisore nel riciclaggio: mobilitazione generale permanente. Ma questo lavoro non è più produttivo nel senso originario. Non è più lo specchio della società, il suo immaginario,  il suo principio fantastico di realtà. Pulsione di morte, forse.”

Il post di Ettore Fobo si regge da solo, è stato estrapolato da Lo scambio simbolico e la morte, di Jean Baudrillard; continuiamo a correre verso il nulla, continuiamo…

Il Cazzarometro | scheggetaglienti


Il mese prossimo si vota. Fra tutti i candidati che ci vengono proposti, come riconoscere i più cazzari? Ecco alcune delle loro frasi tipiche (da ScheggeTaglienti):

“Dobbiamo occuparci dei veri problemi della gente”
Questa formula viene regolarmente adoperata dai cazzari per evitare di rispondere delle innumerevoli porcate commesse. Qualunque sia l’argomento che il cazzaro vuole evitare, il vero problema della gente per lui – o lei – sarà sempre un altro.
Esempio:
– Perché avete occultato la notizia dell’acquedotto inquinato da una mistura di cianuro, plutonio, e colera?
– Evitiamo le polemiche strumentali, parliamo dei veri problemi della gente.

“Pensiamo al futuro dei nostri figli”
Chi usa questa frase di solito vede i propri figli il meno possibile, e spesso non ne ricorda i nomi. Il loro futuro però lo ha già assicurato comprandogli un diploma in Lituania, una laurea in Moldavia, un mitra in Croazia, iscrivendoli alla Loggia P2.0, e nominandoli assessori ai beni culturali, anche se hanno ancora tre anni.

In bilico


La complessità di un suono che induce al pensiero di essere nell’epica corretta, al giusto svolgersi di eventi, alla necessaria integrità etica da indossare come un’armatura. In bilico tra incorruttibilità e follia.

“Is This the Life We Really Want” by Roger Waters @Pittsburgh 7-6-2022″


Davvero vogliamo continuare a vivere così?

#FreeAssange | Sull’amaca blog


Diffondo dal blog dell’amaca:

Julian Assange deve essere liberato!
È di ieri la notizia, che la ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha ordinato l’estrazione negli Stati Uniti del giornalista e attivista che con il portale web WikiLeaks rivelò documenti secretati del governo USA. I documenti provavano numerosi crimini di guerra commessi dall’esercito di Washington negli anni delle missioni militari in Iraq e Afghanistan. Julian Assange rischia una condanna fino a 175 anni di carcere negli USA.
#FreeAssange

Il baratro


La deriva assume i connotati della catastrofe, quando l’ingordigia non ti fa rendere conto del baratro.

Il “tesoro” dell’Internazionale Situazionista e i suoi eredi – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine un articolo sul Situazionismo, sui momenti finali di un Movimento che è esploso forse più dopo che prima o durante, e che ha segnato la seconda metà del ‘900. Un estratto:

Sono già trascorsi cinquanta anni da quando l’Internationale Situationniste [1957/1972] decise di interrompere la propria avventura, dal momento che l’obiettivo di presentarsi «come un’avanguardia artistica, come una ricerca sperimentale di una libera costruzione della vita quotidiana e infine come un contributo all’articolazione teoretica e pratica di una nuova contestazione rivoluzionaria»1, sembrava ormai essere superata da una realtà che aveva saputo far tesoro della critica radicale espressa dai situazionisti. Infatti, il modello di vita consumistico propagandato dalla “società dello spettacolo” – sia nella versione “diffusa” propria dei regimi capitalisti, sia nella versione “concentrata” dei regimi comunisti – aveva iniziato a riconquistare l’appeal di modernità che la contestazione giovanile della seconda metà degli anni ’60 del secolo scorso aveva profondamente osteggiato, cercando soluzioni alternative, e in molti casi rivoluzionarie, allo sviluppo tecnologico raggiunto (dalla conquista dello spazio alla corsa agli armamenti nucleari) e al progresso economico e sociale conseguito dalla gran parte della popolazione dei Paesi industrialmente avanzati. Un “tesoro” che in molti hanno finito per spartirsi in tutti i modi possibili con il fine di accrescere il proprio valore rivoluzionario, quanto la propria capacità di governare la trasformazione sociale in atto, con l’intento reciproco di guadagnarsi riconoscimenti, prebende e vantaggi di posizione. E proprio per non volere affidare il “tesoro” dell’I.S. a simili eredi, Debord decise, cinquant’anni fa, di sciogliere l’organizzazione, denunciando «l’immagine di eroi estremisti in una comunità trionfante» che i suoi presunti epigoni – i tanto disprezzati pro-situs – avevano finito per accreditarsi al fine di vantarsene, così da ridurla «in un’organizzazione rivoluzionaria utilizzabile per loro, non occupandosi affatto del progresso della rivoluzione se non nella misura in cui questo si sarebbe occupato di loro»2 .
Del resto, l’esperienza storica dei situazionisti, della loro organizzazione, della loro démarche, è sempre stata costellata da ripetuti e reiterati tentativi di annoverarla nel solco di percorsi tracciati da precedenti avanguardie artistiche, culturali, politiche, sì da trarne un lauto profitto di immagine per altri. Non a caso, infatti, dopo essere stata inizialmente ignorata, osteggiata e denigrata, l’Internationale Situationniste ha visto crescere la sua notorietà nell’olimpo delle avanguardie del secondo ‘900, al punto che oggi la teoria situazionista è ormai considerata la precorritrice di tutte le analisi più radicali nei confronti dell’infosfera, a partire dalla critica ai social media, attraverso il concetto di “spettacolare integrato”; interpretazione, questa, che ha in gran parte travisato qual è stato il “tesoro” nascosto dell’I.S., sopratutto da parte di chi – a tempo ormai scaduto – ha creduto di averlo finalmente individuato, rovistando fra un mucchio di cianfrusaglie, buone, certamente per i mercanti d’arte e per i rivoluzionari di professione, ma del tutto inutilizzabili per chi non vuole «lavorare allo spettacolo della fine di un mondo, ma alla fine del mondo dello spettacolo»3.

Dinamiche carsiche


La prospettiva si agita sullo sfondo di una dinamica carsica, è solo questione di tempo l’uscir fuori, allo scoperto, dirompenti.

Roger Waters: “Porterò il tour in Europa, se ci sarà ancora un’Europa”. | OndaMusicale


Su OndaMusicale la notizia di Roger Waters che sta stringendo le viti al suo prossimo tour americano, This is not a drill, che non è il suo unico pensiero; come infatti riassume l’articolo:

Instancabile Roger Waters! Alle soglie dei 79 anni, la guerra in Ucraina, la vicenda giudiziaria del fondatore di WikiLeaks Julian Assange e i preparativi per il tour This Is Nos A Drill tengono in superattività il genio creativo dei Pink Floyd.

Ecco, il fronte creativo e politico di Waters passa per questi cardini, ed è quanto di più eloquente ci sia per quest’artista, che giusto per far capire di che pasta è fatto, posta una sua recente poesia:

Le braccia di Boemia

Stanotte
restiamo svegli a bere tequila mentre il sole tramonta
trascina il borghese che è in noi
che si lamenta e piagnucola
nella sera cupa
oltre Manhattan
qui
nel buio
con lo stomaco in fiamme
con le guance
riscaldate da lacrime di ribellione
ci raccontiamo le cose della vita
e dei fantasmi degli artisti che sono morti
nell’oblio
amati
paonazzi lussuriosi
rumorosi
più grandi della vita ordinaria sbattono
i pugni
sul tavolo della nostra vita
versano vino rosso
e ci accolgono
tra le braccia della Boemia

MINISTRY – “Sabotage Is Sex” feat. Jello Biafra


Appena uscito. È il momento di fare caos.

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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.

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“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan

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