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NeXT Hyper ObscureArchivio per PsyTrance Goa
CJ CATALIZER & ZYMOSIS – I’ll be there (extended live tribal drums rmx) – YouTube
Le ondate acide di matematica aliena e siderale ci parlano…
Dallo sciamano al raver: la musica elettronica tra primitivismo ed estasi – A X I S m u n d i
Un lungo excursus sulle manifestazioni sciamaniche e psichedeliche dell’attuale musica elettronica d’avanguardia e danzereccia, nonché introspettiva. Su AxisMundi.
Al netto di mitizzazioni verso ciò che è per lo più distruzione psichica e fisica e di ragionamenti pregiudiziali legati a gusti e stili di vita, possiamo definire la musica techno — e, più in generale, elettronica — e il fenomeno dei rave (letteralmente “andare in delirio”) uno dei movimenti sub-culturali, musicali e giovanili più interessanti degli ultimi 30 anni. Escludiamo da questa analisi le premesse della Dance e dell’House e anche la parabola notevolmente discendente nella quale questo movimento versa, ed escludiamo molti dei generi e degli stili che risultano poco interessanti per il nostro tipo di correlazioni.
In particolare per cogliere dei lati nascosti o “metafisici” dovremmo dedicarci a tutto quel quadro definito “acid”, che nasce sulla base del movimento House, a Chicago nella seconda metà degli anni ’80 e si sviluppa successivamente in Inghilterra. Questa scena prende piede con il movimento Acid House, e con la diffusione della sostanza psicotropa detta Ecstasy, ovvero una famiglia di sostanze sorelle tra cui la più importante è l’MDMA (metilenediossimetanfetamina), una metamfetamina che presenta analogie sia con l’amfetamina che con la mescalina. Essa fu sintetizzata per la prima volta dai laboratori Merck nel 1912 ed ebbe il suo primo impiego per scopi bellici nella prima guerra mondiale, e negli anni ’70 per attività di tipo psicanalitico. Questa correlazione con una sostanza stimolante (amfetamina) ed una psichedelica (mescalina) – alla quale si aggiunge l’aumento delle capacità introspettive e di contatto con il mondo esterno, tipico delle sostanze entactogene o empatogene – favorisce il reverbero dal punto di vista psichico della ritmica continua ed estatica della musica House, e più in generale della Techno.
Infatti da un lato abbiamo l’effetto stimolante che tiene svegli fisicamente per ore e ore in modo tale da affrontare il ballo, dall’altro abbiamo la parte psichedelica utile a favorire l’espansione sensoriale della mente. A completare il tutto il lato empatogeno, che fa sentire interiormente “connessi a un tutto” in una specie di amore “universale” e “verso il prossimo”. Secondo alcune ricostruzioni medico neurologiche effettuate su cervelli sotto effetto di sostanza, a differenza di una metamfetamina tipo Speed, l’Ecstasy segue un tracciato circolare anziché lineare, nel movimento dei neurotrasmettitori cerebrali. La cosa realizza, dunque, una precisa corrispondenza tra la ritmica continua della cassa dritta, cioè la gran cassa di batteria elettronica utilizzata nelle parti ritmiche di questo genere di musica, e il movimento continuo del ballo e delle connessioni cerebrali. Queste, muovendosi in maniera circolare, appunto, favoriscono l’assorbimento del loop, ovvero della parte musicale che si ripete in continuazione nella musica House come nei diversi tipi di musica Techno ed elettronica.
Da qui potremmo trovare un appiglio di apertura verso l’estatico e per certi versi, per il tribalistico, o lo sciamanico, come ad esempio nel caso del genere Tribe e per tutta l’esperienza dei Free Party e dei Teknival, ovvero del rave party dallo spirito libero, di tipo illegale – clandestino –, talvolta gratuiti e che durano per più giorni. Il genere Tribe nasce con la parabola degli Spiral Tribe, e dei Tekinval appunto. A partire dagli anni ’90 alcuni produttori e dj musicali inglesi danno vita alla prima Tribe, gli Spiral, cioè un collettivo di musicisti e affini che girano per il Regno Unito, e successivamente per Europa e resto del mondo, attrezzando in luoghi isolati, senza autorizzazioni legali, e in chiave autogestita, il proprio Sound System, ovvero l’impianto audio e i macchinari per produrre e riprodurre musica (piatti, drum machine, sintetizzatori, strumenti virtuali, ecc.).
I festival Psytrance come forma d’arte | L’indiscreto
Su L’indiscreto un bell’articolo sulla musica Goa, una sorta di tribalismo psichedelico ed elettronico, molto ritmato anche se in modo cadenzato, ipnotico. Un estratto:
Qualcuno (forse io, forse altri) è andato a un festival di musica goa immerso nella natura e lì ha esperito quello che a suo parere era il più alto tipo di impressione artistica che sia dato provare nella vita. Non dimentichiamo che il cuore di queste occasioni è una serie di set di musica elettronica, ideati per essere vissuti a pieno in un particolare stato di alterazione mentale, stato che si raggiunge preminentemente tramite l’assunzione di sostanze psichedeliche. La tesi che voglio sostenere è che tali festival, allestiti d’estate nei più impensati e disabitati recessi naturali d’Europa e del mondo, sprigionino un’impressione estetica che non ha nulla da invidiare alle più elevate forme d’arte. Non dico che chi organizza i festival, monta gli stand, le tensostrutture sorrette da cattedrali di tiranti in canna di bambù, i teli colorati con motivi geometrici (non di rado immagini sincretiche e kitsch) che le coprono per decorarle in un tripudio di frattali di notte e fornire un po’ d’ombra di giorno, chi suona la musica, chi impila le casse in modo che emanino potenza, bassi profondissimi e un suono tridimensionale, sia il manipolo di più grandi artisti viventi. Né al contrario intendo sostenere che per ammirare l’arte sia preferibile una condizione di alterazione percettiva (tutt’altro, ci tornerò più avanti); ma che durante questi particolari happening, la cui organizzazione si è raffinata nel corso di decenni e in cui anche dettagli apparentemente insignificanti concorrono all’impensabile apoteosi estetica notturna, si può provare un sentimento estatico che l’arte è di rado in grado di sprigionare, e per una durata certamente non paragonabile a quella degli altri tipi di contemplazione artistica (anche quando questi avvengano a un livello perfetto di comprensione culturale e comunione con le opere). Fuori da un festival può capitare (raramente) di trovarsi nella condizione di delizioso privilegio estetico di godere di una sindrome di Stendhal, durante una di queste serate si è ragionevolmente certi di viverne almeno una ventina. Ecco di cosa sto parlando. E anche se l’obiettivo dell’arte non è necessariamente quello di innescare l’estasi, è anche vero che quando l’estasi si manifesta si è certi di essere in presenza di opere di grande impatto. Seguendo questo ragionamento, un particolare tipo di eventi che riesca a ottenere certamente tale risultato, che posto avrebbe tra le espressioni artistiche? Non saprei dirlo, ma sono sicuro che almeno un posto, tra le arti, lo meriterebbe.