Ormai è la pubblicazione SF dell’anno, l’acchiappatutto, il must di ogni appassionato italiano di SF e Fantastico a tutto tondo: l’antologia assoluta del cyberpunk, edita da Mondadori nella sua collana Oscar Draghi. E in effetti il libro d’istruzione di massa lo è, un tomo colossale, enciclopedico, che contiene tre romanzi cardine del genere – Neuromantedi Gibson, Matrice Spezzatadi Sterling, Snow Crashdi Stephenson, più l’antologia curata da Gibson & Sterling Mirrorshades– e che è ulteriormente impreziosito da una bellissima intro di Bruce che, piccola soddisfazione, cita ampiamente i connettivisti come collettivo che ha preso lezioni dai cyberpunkers e che poi hanno ampliato i confini delle idee iniziali, in ogni senso. QuaderniAltriTempi, ezine sempre molto attenta al mondo SF, ha già stilato un paio di articoli – qui quello di Luca Giudici – e ora con Giovanni De Matteo getta un tappeto cognitivo ai piedi di ogni appassionato, ma anche di qualsiasi volenteroso neofita. Vi lascio ad alcuni stralci del sempre vasto repertorio di Giovanni, la sua conoscenza degli argomenti trattati è stata per me, nel tempo, un continuo appoggio e confronto affinché migliorassi le mie cognizioni e idee.
In principio era il cowboy della consolle. L’hacker, il pirata del cyberspazio, lo scorridore dell’interfaccia. La sua comparsa in letteratura è graduale e comincia a prendere forma dalla metà degli anni Settanta, prima con Rete globale di John Brunner (1975) e pochi anni dopo con Vernor Vinge e Il vero nome (1981), che già preludono agli sviluppi successivi ma, come i loro protagonisti assillati dall’anonimato e dalla copertura delle rispettive identità, sono ancora delle ombre vagamente delineate. L’irruzione formale del nuovo protagonista sulla scena della fantascienza si ha all’inizio degli anni Ottanta, grazie ai racconti di William Gibson Johnny Mnemonico (1981) e soprattutto La notte che bruciammo Chrome (1982), e poi a un romanzo di culto, che ne riprende le premesse e le spinge alle estreme conseguenze, segnando uno spartiacque nella storia della fantascienza (e non solo).
“Case aveva ventiquattro anni. A ventidue era un cowboy, un pirata del software, uno dei più bravi nello Sprawl. Era stato addestrato dai migliori in assoluto, da McCoy Pauley e Bobby Quine, leggende del ramo. Aveva operato in un trip quasi permanente di adrenalina, un effetto collaterale della giovinezza e dell’efficienza, collegato a un deck da cyberspazio su misura che proiettava la sua coscienza disincarnata in un’allucinazione consensuale: la matrice. Ladro, aveva lavorato per altri ladri più ricchi, che gli avevano fornito l’arcano software per penetrare le brillanti difese innalzate dalle reti delle multinazionali, per aprirsi un varco in banche-dati pressoché sterminate” (Gibson, 2021).
Altered Carbondi cui vi abbiamo già parlato diverse volte in precedenza, mostrandovi anche un primo assaggio, ha adesso un full trailer che vi mostriamo in coda al post. La serie, presa da un soggetto di Richard K. Morgan, è ambientata 300 anni nel futuro in un mondo dove la coscienza può essere estratta e conservata in dispositivi digitali, per poi essere re-inserita in corpi organici e sarà composta da 10 episodi. Nel cast ci sarà anche Joel Kinnaman, diventato famoso soprattutto grazie alla serie TV The Killing.
Sul blog di Alessandro Forlani la segnalazione di un articolo a pagamento uscito qualche giorno fa su Repubblica Sera, in cui si analizzano le prospettive del futuro dal punto di vista di grandi scrittori di SF mondiale e italiani (tra i quali, appunto, Forlani e Giovanni “X” De Matteo). Bellissima l’osservazione di Richard K. Morgan che critica fortemente chi vuole descrivere una visione del futuro più ottimista quando già possediamo la tecnologia per un domani migliore, tenuta però lontana da politiche neoliberiste che distruggono i salari, finanziano guerre illegali, distruggono la sanità pubblica.
Corpi spenti è un libro che si chiude sulla prospettiva di un abisso cosmico. Oltre al noir, alla spy-story, alla fantascienza di derivazione cyberpunk, alle suggestioni post-human, abbiamo anche un richiamo alla più classica fantascienza spaziale. Poche pagine, che però dovrebbero bastare per dare un’idea della complessità dello scenario di questo mondo, dietro le quinte di ciò che vediamo in scena. E che forse potrebbero tornare a essere esplorate, con maggiore accuratezza, nel futuro. A questo proposito trovo paradigmatica la seguente battuta estratta da Angeli spezzati di Richard K. Morgan:
«Ci pensi, Kovacs. Stiamo bevendo caffè così lontano dalla Terra che le sarebbe difficile distinguere il Sole nel cielo notturno. Siamo stati portati qui da un vento che soffia in una dimensione che non possiamo né vedere né toccare. Immagazzinati come sogni nella mente di una macchina che pensa in modo tanto più evoluto dei nostri cervelli che potrebbe persino portare il nome di dio. Siamo risorti in corpi che non sono i nostri, cresciuti in un giardino segreto lontano dal corpo di ogni donna mortale. Sono questi i fatti della nostra esistenza, Kovacs. Mi dica, in cosa sono diversi, o meno mistici, della fede che esista un regno dove i morti vivono in compagnia di esseri talmente al di là di noi da essere costretti a chiamarli dei?»
Così chiude Giovanni “X” De Matteo il ciclo dei post sul suo nuovo romanzo Urania, Corpi spenti, da domani disponibile nelle edicole e in formato eBook negli store online. L’appuntamento è lì, per leggere e imbeversi di questo futuro così particolare, e vicino.
Le novità introdotte da Richard K. Morgan in “Sopravvissuti”, e tali da farne un “fantasy moderno”, sicuramente non possono essere comprese soltanto con un breve riassunto della trama: salvo quell’accenno all’omosessualità del protagonista principale del libro, il guerriero Ringil Eskiath, chi si limitasse a leggere la quarta di copertina potrebbe pur sempre pensare di avere tra le mani un romanzo strutturato comunque secondo i più noti cliché del genere. Niente di più sbagliato. L’autore ha voluto giocare pesante e, nel raccontare uno dei tanti mondi paralleli propri del fantasy, ha introdotto un linguaggio e personaggi che – tanto per capirci – proprio non hanno nulla della Terra di Mezzo o dei Sette Regni di Westeros.
Questo qui sopra è l’incipit della rece, particolareggiata più avanti da dettagli di questo tipo:
Se nel campo della fantascienza conosciamo il genere steampunk, che introduce una tecnologia anacronistica all’interno di un’ambientazione storica, parimenti nel caso di “Sopravvissuti”, romanzo con velleità di fantasy moderno, se non vi troviamo anacronismi tecnologici (salvo forse la presenza del “crystal”, uno stupefacente consumato in quantità da Ringil e Archet e che sa tanto di acido e droga sintetica), sicuramente il linguaggio volutamente triviale, i monologhi interiori, l’insistere su descrizioni oscene, temi come la corruzione, l’omosessualità, la dipendenza dalle droghe, lo schiavismo, ci riportano a qualcosa di molto vicino a noi, magari ai bassifondi delle nostre metropoli contemporanee, ed altrettanto lontano dal quell’ambientazione medievale, o alto medievale, che sembrava tagliata così bene per i romanzi di George Martin e Robert Howard.
Altro aspetto volutamente sui generis, almeno per i parametri del fantasy fino ad ora conosciuto, è rappresentato da alcune pagine dove l’autore si sbizzarrisce con descrizioni che sanno tanto di splatter, ad esempio quando, proprio all’apertura del romanzo, Ringil uccide i coprofiti intenti a spolpare carcasse umane in un cimitero.
Fantasy particolare, innovativo, da un autore che è innovativo di suo. Qualcuno l’ha letto, questo Sopravvissuti?
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"L'unico uccello che osa beccare un'aquila è il corvo. Si siede sulla schiena e ne morde il collo. Tuttavia l'aquila non risponde, nè lotta con il corvo, non spreca tempo nè energia. Semplicemente apre le sue ali e inizia ad alzarsi piu'in alto nei cieli. Piu' alto è il volo, piu' è difficile respirare per il corvo che cade per mancanza di ossigeno".
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan