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Archivio per Valerio Evangelisti

L’ultimo romanzo di Valerio – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la segnalazione di La fredda guerra dei mondi. Romanzi brevi e racconti ritrovati, che Franco Forte ha pubblicato recentemente per Mondadori; si tratta dell’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti, purtroppo incompleto, su cui stava lavorando un anno fa, più altri racconti che completano il quadro dell’autore da più punti di vista, qualcosa di cui si sentiva la mancanza. Ciao Valerio

Gli alieni esistono, attaccano la Terra e ne distruggono i monumenti. Chiedono la liberazione dei loro compagni catturati dopo la seconda guerra mondiale. Le élite mondiali utilizzano la paura del nemico per rafforzare il consenso e dominare la popolazione. Nel frattempo uno scalcinato gruppo di rapinatori organizza un colpo proprio in una delle basi dove si trovano i prigionieri. I protagonisti dell’impresa si autodefiniscono anarchici e concepiscono le loro azioni come espropri volti a ridistribuire la ricchezza sociale. Si sono dati perfino un nome, Confederazione sotterranea dei lavoratori, ma a parte il leader – Justin Mathurin, detto il Reverendo – e il Tricheco – militante in gioventù della Gauche prolétarienne – gli altri hanno ben poco di politico: si tratta di prostitute occasionali, ex tossicomani e altri frequentatori del sottomondo criminale.
Di questo parla La fredda guerra dei mondi, l’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti. Si tratta di un’opera incompleta, ma godibilissima per i suoi personaggi scanzonati, il ritmo incalzante, l’acume politico e l’irresistibile comicità popolaresca:

“Al primo sorso di champagne, Romero, che non vi era abituato, emise un rutto così forte da far sussultare la clientela e tremare le vetrate. Un ritratto di Apollinaire cadde e si ruppe il vetro di protezione. Dal piano superiore, separato da quello in basso con una scaletta, si affacciò irritato un noto giornalista televisivo. Gridò al maître: «Gustave, siamo al Dôme o in una bettola di Aubervilliers?»”.
Romero Avellano gli urlò: «Ti vedo in tv! Io faccio con la bocca i rumori che tu fai col culo, e trasformi in notizia! Vieni giù, e ti infilzo con una forchetta, sporco borghese!».

Certo, quando al diciottesimo capitolo il testo s’interrompe proviamo un tuffo al cuore e ci ricordiamo che il suo autore non è più tra noi. Però possiamo leggere il finale dell’omonimo racconto apparso in una raccolta Millemondi Urania nell’estate del 2020. Il romanzo incompiuto ne rappresenta infatti una riscrittura “aumentata” che ci introduce nel laboratorio segreto di Evangelisti: qui prendono vita personaggi tridimensionali come si conviene a un testo di maggiori dimensioni e compare lo scenario mutuato dalla precedente professione dello scrittore, quella di storico. Nel caso specifico torna alla memoria il suo saggio sugli anarchici illegalisti francesi del primo Novecento, contenuto nel libro Sinistre eretiche. Dalla banda Bonnot al sandinismo 1905-1984 (SugarCo, 1985). Non possiamo sapere se l’autore riservasse anche per il romanzo lo stesso finale del racconto, ma abbiamo una traccia possibile.

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La fredda guerra dei mondi, i racconti di Valerio Evangelisti | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com la segnalazione di  La fredda guerra dei mondi. Romanzi brevi e racconti ritrovati, una antologia dei racconti di Valerio Evangelisti curata da Franco Forte per Mondadori. È una grande pubblicazione per chi ha amato Valerio, comprensiva di cose inedite cui si stava dedicando un anno fa, poco prima che morisse. Vi lascio alla quarta:

Pochi autori nella storia della narrativa italiana contemporanea hanno saputo coniugare qualità, quantità e spessore umano come Valerio Evangelisti. “Scrittore totale e militante” – così l’ha definito la rivista “doppiozero” all’indomani della sua scomparsa – Evangelisti ha sempre difeso con orgoglio la letteratura di genere, troppo spesso colpevolmente relegata al rango di narrativa di serie B, dimostrando che a fare la differenza non sono gli scaffali delle librerie su cui finiscono gli autori, ma la passione, il talento, l’estro creativo e l’anima che vengono profusi in ogni parola. Curata da Franco Forte, direttore di Urania, questa raccolta di racconti e romanzi brevi ormai difficilmente reperibili persino nelle biblioteche abbraccia un arco temporale di quasi vent’anni, e pescando nella ecletticissima opera di Evangelisti rende onore alla sua capacità unica di spaziare tra generi e registri diversi, dalla fantascienza al romanzo storico, passando per il racconto di cronaca e quello speculativo, arrivando alla satira e persino al racconto erotico, senza mai per questo smarrire la propria distintiva voce, lo slancio autentico e meravigliosamente controcorrente: che navighiamo nel Mar dei Caraibi o ci svegliamo in una Terra avvolta da perenni fumi rossastri, la cifra stilistica è sempre quella, limpidissima, di chi scrive letteratura. In chiusura al volume, delle pagine preziosissime: Day Hospital, l’autobiografia delle settimane di chemioterapia seguita dall’autore, in cui emerge in maniera definitiva il suo splendido spirito anticonformista, e La fredda guerra dei mondi, i primi capitoli del romanzo inedito, purtroppo rimasto incompiuto, che Evangelisti stava scrivendo a partire dall’omonimo racconto apparso in una raccolta Millemondi Urania nell’estate del 2020. Perché come ebbe a dire Evangelisti stesso “se ignoro la fantascienza, il mio mondo sarà più ristretto e smetterà di coincidere con ciò che mi circonda. E sfido chiunque a dimostrare il contrario”.

Ora e sempre Valerio Evangelisti. Tre giorni per parlare del Magister e proseguire le sue lotte – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine si prepara il ricordo di Valerio Evangelisti a un anno dalla sua morte. C’è l’elenco completo delle attività che si svolgeranno nella sua Bologna, nei prossimi giorni; invito chi fosse interessato e potesse presenziarvi a esserci. Ciao Valerio, quanto manchi…

È passato oramai un anno dalla morte di Valerio Evangelisti, ma in quest’anno i suoi scritti sono circolati forse più di prima, prova del fatto che delle sue parole c’è molto bisogno. La neonata “Associazione Valerio Evangelisti – Il sole dell’avvenire” si propone di portare avanti il suo pensiero e le sue lotte. Siamo quindi felici di invitarvi a una tre giorni “diffusa” di eventi: proiezioni, presentazioni, musica, convivialità, dibattiti, azioni e rilancio nel segno del Magister.
Per conoscere noi e i nostri contenuti vi invitiamo a partecipare a questo piccolo festival, tutto a ingresso gratuito. Attenzione: non sono ammessi fascisti, sessisti, abilisti, razzisti e classisti. Animali portatene quanti ne volete.

Valerio Evangelisti, lo scrittore-militante di una generazione che reinventò il futuro e i propri eroi – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la segnalazione di L’insurrezione immaginaria. Valerio Evangelisti autore, militante e teorico della paraletteratura, saggio di Sandro Moiso e Alberto Sebastiani uscito per i tipi di Mimesis. Alcuni estratti:

Valerio Evangelisti è stato uno scrittore unico nel panorama letterario italiano a cavallo tra XX e XXI secolo. Cosa che ha fatto scrivere ad Alan D. Altieri: “A tutti gli effetti Valerio è uno dei più straordinari narratori europei del nostro tempo. Uomo di incredibile cultura e di stupefacente inventiva, riesce ad amalgamare generi, tematiche modelli quasi antitetici e a plasmarli in un’unica entità narrativa di perfezione pressoché cartesiana”.
Un’altra cosa da dire, però, a proposito di Valerio Evangelisti, senza tema di incappare in un errore, è che è stato uno scrittore-militante e lo è stato sia dal punto di vista politico che da quello della collocazione dei suoi testi e della sua scrittura. Anzi, è forse la sua scelta nel secondo ambito a farne risaltare ancor più l’aspetto “militante” nel rivendicare sia l’appartenenza che la difesa della letteratura di genere o, per meglio dire con un termine che spesso utilizzava, paraletteratura.
Esponente di una generazione che osò rompere, tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, con la noia e l’oppressione dell’esistente oltre che con l’arretratezza politica, culturale e ideologica che aveva contribuito a frenare, sia da destra che da sinistra, l’evoluzione sociale di un paese in cui, come in un film con Don Camillo e Peppone tratto dai romanzi di Guareschi, la Chiesa, il suo partito e il partito comunista di stampo togliattiano si erano alternati con regolarità nel rafforzare pregiudizi e difendere una tradizione che, ammantandosi di volta in volta di cattolicesimo conservatore oppure di populismo e perbenismo democratico, avevano contribuito non poco a mantenere lo status quo. Un mondo in cui sulle porte delle parrocchie era ancora affisso l’”Indice” dei libri e di tutte le letture (spesso fumetti) che un buon cattolico doveva evitare per non cadere nel “peccato”, a fronte di una politica culturale comunista che condannava qualsiasi lettura o espressione artistica che non facesse riferimento agli ambienti e agli ideali (alquanto sconnessi in realtà) dell’intellighenzia, all’epoca piuttosto ampia e servile, che ruotava intorno al PCI e ai suoi riferimenti all’URSS.
Insomma, un contesto in cui la letteratura allora definita “d’evasione”, i fumetti, il nascente rock’n’roll con le sue successive evoluzioni, erano in gran parte fermamente condannati e proibiti. Tanto nelle chiese che nelle aule scolastiche, nei programmi radiofonici e televisivi o nelle riunioni (noiosissime) delle sedi e sui giornali dei partiti che avrebbero dovuto rappresentare il “progresso sociale”.
Se non si comprende tutto questo, non si può nemmeno comprendere la curiosità, la passione e lo spirito di sotterranea ribellione che animarono quella generazione, nata a cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta, che prima si buttò su qualsiasi lettura, visione cinematografica e ascolto musicale che non fosse normato dalle istituzioni (famiglia in primis) e poi si lanciò sulle barricate, nelle proteste e negli scontri del ’68 e degli anni a seguire (almeno fino al ’77).

Anche se la sua vera militanza come scrittore è stata quella svolta nell’ambito e a favore della letteratura di genere e popolare da cui Valerio non volle mai prendere le distanze. Anche se all’interno della stessa, si trattasse di science-fiction, fantasy, noir o avventura seppe sempre distinguere tra ciò che era “alto”, anche se non riconosciuto dal canone della cultura ufficiale, imbolsita e irrigidita dai suoi rituali formalistici e mondani, e ciò che era, semplicemente, spazzatura. Senza mai nascondere, però, che la peggior spazzatura letteraria ed ideologica si nascondeva proprio in quella che la cultura dominante considerava letteratura colta, se non proprio alta, rimarcando spesso, in testi citati anche nei saggi che seguono, come lo scrittore di genere pensi al suo pubblico, per appropriarsene e conoscerlo sempre di più, mentre lo scrittore mainstream mediamente cerchi altrettanto di catturare l’attenzione e il successo di pubblico, ma attraverso il giudizio della critica istituzionale e modaiola, cui cerca in ogni modo di adeguarsi e diventare gradito.
La raccolta di saggi che segue raccoglie le riflessioni dedicate all’opera di Evangelisti da diversi autori del collettivo redazionale di “Carmilla online”, fondata e diretta da Valerio fino all’ultimo giorno di vita, e dallo studioso che fino a ora si è maggiormente occupato dei suoi scritti, che vanno intese come un’esplorazione dei differenti aspetti della sua attività di scrittore e saggista. Un’informale wunderkammer dell’immaginario di un autore che della critica del presente modo di produzione e dell’apocalisse inevitabile che l’accompagna verso il futuro ha fatto il suo tratto distintivo.
Un lavoro collettivo che, spaziando dalla fiction alla saggistica, cerca di approfondirne e rivelarne sfaccettature inedite, contraddizioni e complessità inaspettate: dai romanzi del ciclo di Eymerich ai testi scritti per “Carmilla” o altre testate, passando per la sua passione per la fantascienza, i romanzi d’avventura, il noir e gli infiniti ed eroici “perdenti” della lotta di classe. Sottolineandone l’ironia e la partecipazione ai moti di cambiamento del presente, che egli sapeva proiettare in altre epoche, passate e future, per rifondare un immaginario non colonizzato dalla società del capitale. Dando così vita ad un volume che non vuole essere definitivo né, tanto meno, indirizzato a costruire un canone o un’agiografia, che finirebbero soltanto, come tutti i canoni e le agiografie, con l’imbalsamare attività e pensiero dell’autore, ma costituire l’inizio di una nuova stagione di ricerche, suggerendo possibili tracce di indagine e di lettura utili per gli studi che ancora verranno.

Immaginari distopici sul grande schermo – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine la recensione di Gioacchino Toni a Se continua così. Cinema e fantascienza distopica, saggio uscito per Mimesis a cura di Mauro Gervasini. Si leggono un compendio di ragionamenti e confronti con ciò che viviamo, di cui l’arte si nutre per vomitare possibili variazioni sul tema, ma solo variazioni, perché la realtà è cruda e affilata come una mannaia.

È nelle sue pessimistiche proiezioni nel futuro di timori e inquietudini del presente che il genere distopico può dirsi politico. È nella lettura del presente, nel saperne individuarne brutture e ingiustizie, per poi amplificarle in scenari futuri, che si palesa la propensione politica di tale genere: Se continua così, non a caso, è il titolo del saggio che Mauro Gervasini dedica alla fantascienza distopica cinematografica.

Gervasini ricorda come nella letteratura di genere, scelta da Evangelisti per portare avanti la sua “insurrezione immaginaria”, lo scrittore bolognese adotti uno stile asciutto che rimanda alla “prosa behaviourista” di Jean-Patrick Manchette, cioè a una modalità narrativa che preferisce far desumere le psicologie dei personaggi dalle loro azioni. «Attraverso il fantastico ancora oggi, a quasi 30 anni dal suo esordio, i libri di Valerio Evangelisti dicono moltissimo del nostro mondo (occidentale) e sanno scardinare senza didascalismi ideologici i rapporti di forza dettati dall’unico dio veramente idolatrato nella contemporaneità: il mercato. Scusate se è poco» (p. 140).

Ho scelto te una vampira per amico. Per i vent’anni di Carmilla. – Carmilla on line


Su CarmillaOnLine i festeggiamenti per il suo ventennale (non ventennio), che per forza di cose richiamano al suo fondatore e demiurgo, Valerio Evangelisti, che diventano quindi un modo di ricordarlo a meno di un anno dalla sua morte. Un corposissimo estratto:

E siamo arrivati a 20. Venti anni di “Carmilla on line” che seguono quelli della pubblicazione, iniziata nel 1995, della “Carmilla” cartacea. Nel 2003 il trasferimento della rivista sul web poteva sembrare una soluzione di ripiego e probabilmente fu vissuta inizialmente in questo modo. Ma questa scelta si è rivelata lungimirante anticipando una tendenza che di lì a breve si sarebbe generalizzata.

Ma perché Carmilla? Intendo dire, perché Valerio Evangelisti ha scelto questo nome per la sua rivista che, come recita ancora il sottotitolo, doveva occuparsi di letteratura, immaginario e cultura di opposizione? Si è trattato di un nome per nulla casuale che ci dice alcune cose significative sull’opera narrativa e politica del creatore di Eymerich.
In questa ricorrenza vorrei fare delle considerazioni (che, come costume di questa rivista, non impegnano la redazione) su questa scelta basandomi principalmente su alcuni articoli di Evangelisti. Ma prima di arrivare alla nostra Carmilla partiamo con quella che potrebbe sembrare una digressione. Evangelisti non sceglie un nome come Mompracem, nonostante sia un ammiratore di Salgari e della sua capacità di creare una letteratura popolare che “resiste ancora”, nel duplice significato di una narrativa che resiste al tempo e alla colonizzazione dell’immaginario. Anche se riconosce la grandezza di Salgari, Evangelisti non pensa di rappresentare la sua impresa editoriale attraverso figure come quelle di un Sandokan “che più romantico non si può” o di uno Yanez, “che più ironico non si può”.1 No, sceglie la vampira Carmilla, una figura senz’altro perturbante in linea con la sua convinzione che per combattere la colonizzazione dell’immaginario è necessaria “una narrativa massimalista, autoconsapevole, che inquieti e non consoli”.2 Il personaggio creato nel 1871 da Joseph Sheridan Le Fanu, infatti,

“Allude più volte alla natura selvaggia e non contrastabile dei propri istinti, che sazia eccitando gli istinti altrui. Ruba il sangue per riempire di vita la propria morte, perpetua la lussuria sua e di altri, cerca, più che anime dannate, compagne di giochi, seppur defunte, che la salvino dal peso dell’ombra”.3

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Proselenes


Le forme radianti di energia si ritrovano.

Da qualche parte


Scivoli nei vicoli di Roma medioevale e rievochi i fasti impolverati di mille anni prima: sei il senso stesso dell’illusione temporale, sei ancora qui da qualche parte.

Se continua così (non finirà bene) | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com la segnalazione di Se continua così, saggio di Mauro Gervasini edito da Mimesis; il tema? La distopia come misura di vita.

“Ciò che Truffaut e prima ancora Bradbury non avevano immaginato e forse non potevano immaginare è che nel loro futuro (cioè nel nostro presente) non ci sarebbe stato bisogno di roghi e pompieri. I libri sarebbero spariti da sé. Senza proteste. Senza resistenze. Senza nessuno che pensasse di impararli a memoria per preservarli”.

Questa amara considerazione di Gianni Canova, autore della prefazione del volume, ben introduce questo saggio di Mauro Gervasini sulla distopia, edito da Mimesis, che prende in considerazione naturalmente il cinema, di cui Gervasini, ex direttore di FilmTV e firma storica della rivista, è un grande esperto, ma anche la letteratura, toccando in particolare Philip Dick e il movimento cyberpunk.
Si affrontano la diverse varianti distopiche, quelle postatomiche, quelle “virali” (post-emipidemia), quelle ecologiche; si parte dai classici Huxley e Orwell e si arriva al cyberpunk, con una appendice per Valerio Evangelisti al quale il libro è dedicato.

L’argomento è naturalmente troppo vasto per potersi esaurire in centocinquanta pagine, ma il libro è certamente un ottimo punto di partenza per farsi una cultura di base sulla distopia. In fondo al volume c’è un utilissimo indice dei nomi.

A Bologna c’è Alphaville, in ricordo di Valerio Evangelisti | ThrillerMagazine


Su ThrillerMagazine la segnalazione di una presentazione particolare, in un luogo particolare: Bologna, l’8 novembre alle ore 18 a Piazza coperta della Biblioteca Salaborsa, verrà presentato ‘Le strade di Alphaville. Conflitto, immaginario e stili nella paraletteratura’, curato da Alberto Sebastiani (edizioni Odoya); verrà ricordato, in sostanza, l’immaginario e l’autore Valerio Evangelisti, scomparso ormai già da sei mesi:

Gli scrittori Loriano Macchiavelli e Lorenza Ghinelli dialogheranno con Alberto Sebastiani (docente e autore tra gli altri di ‘Nicholas Eymerich il lettore e l’immaginario di Valerio Evangelisti’) per illustrare l’importanza dell’opera di Valerio Evangelisti. L’evento è organizzato grazie alla collaborazione di Biblioteca Salaborsa nell’ambito del del Patto per la lettura del Comune di Bologna.

‘Le strade di Alphaville. Conflitto, immaginario e stili nella paraletteratura’, curato da Alberto Sebastiani (edizioni Odoya) è una raccolta di scritti sulla letteratura di genere in cui Evangelisti riflette sulla (sua) scrittura e sulla ricezione che le opere fantasy, di fantascienza, horror e noir hanno avuto in Italia.

“Poiché produco narrativa di genere, tanti interlocutori che non mi hanno mai letto (giornalisti, intellettuali, scrittori di “rango”, operatori dei media, dirigenti editoriali eccetera) sono a priori convinti che io sia un mezzo scemo […] da coinvolgere nelle esperienze più bislacche”.

Così Evangelisti introduce i suoi scritti in difesa della “paraletteratura”, da sempre considerata “minore”, tracciandone storia e storie: dai classici più o meno contemporanei (Lovecraft, Dick) ai libri di Lupin, Fantômas e Sandokan. Spesso considerata marginale e trascurabile, la letteratura di genere rappresenta in realtà un’intrigante chiave di lettura dei tempi in cui è scritta, uno specchio esplicito, fantasioso, creativo, a volte sgarrupato e caotico del sentire sociale visto dal basso, raccontato con ferocia, immediatezza, proiezioni nel futuro o immaginarie riletture del passato. Non un semplice excursus sulla letteratura di genere, bensì una riflessione intelligente e acuta sul valore della paraletteratura come critica sociale e come strumento di lotta politica, nel conflitto per il controllo dell’immaginario, vero e proprio campo di battaglia per Evangelisti.

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