Su HorrorMagazine.it la segnalazione dell’uscita dell’ultimo romanzo di Massimo Pietroselli, La confraternita del saio nero.
Ambientato nella Roma della fine 1500, Pietroselli oscilla tra il romanzo storico e la vertigine del Fantastico con maestria che non riesco a mettere in dubbio in nessun modo:
Roma, 1599. Beatrice Cenci è in attesa di essere giustiziata per avere ucciso il padre, il conte Francesco Cenci; nel frattempo, nella proprietà del nobile viene ritrovato un teschio umano deforme. Dopo aver messo le mani su quello strano pezzo, un antiquario cerca di venderlo a Tadeus, emissario di Rodolfo II. Il folle imperatore del Sacro Romano Impero è conosciuto infatti per la sua sfrenata passione nel collezionare gli oggetti più bizzarri. Tadeus si trova in quei giorni a Roma insieme a una ragazza, Leonia, accusata un tempo di stregoneria e salvata proprio da Rodolfo II in cambio dei suoi servigi. Alla vista di quel teschio, Leonia ha un’illuminazione: deve senz’altro trattarsi del Maestro del Monogramma, il misterioso pittore noto per la sua deformità. Ma l’artista romano è famoso anche per altro: fu lui l’artefice delle ventuno incisioni dell’Alfabeto di Erode, il libro maledetto, commissionato dal celebre Barbablù, che conteneva dei raccapriccianti disegni di bambini uccisi. Se una copia del celebre libro fosse sopravvissuta, e se venisse ritrovata, potrebbe avere un valore immenso per un collezionista disposto a tutto come Rodolfo II…
Proprio nel momento in cui il cranio viene rinvenuto, e Roma si prepara a celebrare l’apertura dell’Anno Santo, i cadaveri di quattro bambini, che hanno i nomi dei quattro Evangelisti, gettano un’ombra oscura sulla città. L’inquisitore gesuita chiamato a indagare sugli omicidi non vuole sottovalutare le inquietanti profezie di una suora, che annunciano un giubileo infernale e l’avvento del Regno dei Morti, secondo un rito che risalirebbe agli antichi romani. Ma l’inquisitore ricorda bene che un libro ormai scomparso, l’Alfabeto di Erode, conteneva le indicazioni per arrivare a un luogo dove si compivano sacrifici di bambini. La caccia al libro è aperta. Ma non tutti vogliono che sia trovato…
Mi salta agli occhi l’evoluzione artistica di Massimo, da Premio Urania del ’94 a scrittore di cose tutt’altro che SF, anche se impregnate di Fantastica, la grande casa cui anche la SF fa riferimento; desidero fare pubblicamente i miei complimenti allo scrittore, che finora ho incontrato una sola volta, per il suo percorso artistico, davvero notevole.
Lascia un commento